index SCIENZA - Agosto 1998

 

Una casa tra le stelle

L’Agenzia spaziale italiana ha consegnato al Centro spaziale Kennedy, in Florida, il primo dei tre moduli logistici per la futura Stazione spaziale internazionale. Un progetto super costoso che vuole sfruttare capacità e risorse di vari paesi del mondo uniti nel nome della ricerca scientifica

iss_tutto.jpg (11920 byte)Mentre il pianeta Terra diventa sempre più affollato, le agenzie spaziali di diversi paesi del mondo stanno per realizzare il sogno di "andare a vivere sulla luna", o comunque da quelle parti. Dove? In una stazione spaziale fluttuante nel vuoto, al di là del tempo e dello spazio.

A parte i voli pindarici che un simile progetto spinge la mente di chiunque a fare, le finalità della Iss (International space station) sono molto concrete: creare un laboratorio versatile dove sia possibile fare ricerche di lunga durata nei campi della scienza dei materiali e delle scienze naturali in un ambiente quasi privo di gravità; condurre ricerche mediche nello spazio; sviluppare nuovi materiali e processi utili all’industria; economizzare i tempi di verifica di nuove tecnologie, equipaggiamenti, procedure e sistemi di trasporto spaziale. Sarà la prima postazione spaziale totalmente internazionale occupata permanentemente, un punto di partenza per le successive esplorazioni nello spazio al di là dell’orbita terrestre. Infatti per le sperimentazioni future sarà necessario che gli astronauti vivano e lavorino per lunghi periodi nello spazio e, più avanti, forse su altri pianeti.

Mentre fra le stelle ci andranno i cosmonauti, i ricercatori sulla Terra utilizzeranno le tecnologie della "telescienza" per controllare gli esperimenti da qui. Le tecnologie delle telecomunicazioni permetteranno a questi studiosi di essere presenti in modo "virtuale" a bordo della Iss, facendo così parte di una comunità mondiale che beneficerà di un laboratorio orbitante. Mondiale nel senso che collaborano al progetto i governi di Stati Uniti, Canada, Giappone, Russia e dei paesi europei che fanno parte dell'Esa (European space agency), cioè Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Olanda, Norvegia, Spagna, Svezia e Svizzera. I primi ad abitare la stazione spaziale nel luglio 1999 saranno due astronauti russi ed uno statunitense, dopo una preparazione iniziata già alla fine del 1996. Intanto c’è già un astronauta russo che ha volato su una navicella americana: Sergei Krikalev, il quale ha partecipato alla prima fase del progetto nella missione STS-60 nel febbraio 1994.

La costruzione della stazione doveva cominciare già in questi mesi estivi.iss_shuttle_p.jpg (4832 byte) Ma la data del lancio del primo componente è stata spostata al 20 novembre con l'invio del modulo di controllo chiamato Zarya (termine russo che indica l’alba), mentre il 3 dicembre partirà lo shuttle STS-88 col Nodo 1. Motivi del rinvio: i costi "stellari" della stazione spaziale, tanto che la Russia mesi fa aveva lanciato l'allarme per le casse vuote dello Stato.

Nel frattempo l’1 agosto l’Agenzia spaziale italiana ha consegnato al Kennedy space center il primo di tre Multi-Purpose Logistics Modules: Leonardo, che dovrebbe essere lanciato in orbita nel dicembre 1999. Questi moduli serviranno a trasportare materiali e strumenti in un ambiente pressurizzato, dalla terra alla stazione spaziale e viceversa.iss_leo.jpg (14859 byte) Verranno portati nella baia di carico utile di uno shuttle e, una volta attraccati, forniranno uno spazio aggiuntivo per il lavoro di uno - due astronauti. I successivi moduli saranno Raffaello, che dovrebbe essere consegnato nell’aprile 1999, e Donatello, da consegnarsi nell’ottobre del 2000 per essere poi lanciato nel gennaio 2001.

Così, anche se per il momento nessun (astronauta) italiano andrà ad abitarci, lassù ci sarà comunque un pezzo d’Italia.

 

Tatiana Tartuferi