index PRIMOPIANO - Giugno 1998

Il Godzilla dei cieli

Al confronto le mongolfiere dei (falliti) tentativi di giro del mondo fatti finora sono biglie: i tre americani del "Team Re-Max" infatti vogliono tentare la circumnavigazione del globo su un pallone aerostatico grande come uno stadio da calcio e alto come un grattacielo. Un mostro che volerà a 39 chilometri di altezza, dove finisce l'atmosfera, non esiste aria e il sole fonde il metallo

Hanno provato in molti: i miliardari Branson e Fosset, i più poveri ma sportivi Uliassi e Rutan, lo scienziato Piccard. Tutti senza fortuna. E visto il numero di concorrenti e i continui tentativi, l'idea di fare il giro del mondo su un pallone è diventata perfino noiosa. Ma quello che vogliono realizzare gli americani del "Team Re-Max" Dave Liniger, Bob Martin e John Wallington è decisamente ai limiti dell'incredibile: volare a 39 chilometri di altezza, come dire circa 24 chilometri più su di qualunque altra mongolfiera, sostenuti da un pallone grande come uno stadio da calcio.

Per capire di cosa si sta parlando bisogna rileggere un attimo: 39 chilometri di altezza significa volare nella stratosfera, cioè sopra il 99,6% dell'atmosfera terrestre, a un passo dal vedersi passare davanti la Mir e fare ciao-ciao con la manina ai cosmonauti russi. Anche chi ha visto un normale pallone aerostatico, magari uno di quelli "maggiorati" usati per questi record, non può nemmeno immaginare la differenza di dimensioni tra questi e il Re-Max. Tanto per dare un'idea, secondo i costruttori "l'involucro del pallone può facilmente contenere l'intero stadio Astrodome di Houston...". Cifre: larghezza 150 metri, altezza 200 metri. Il Godzilla dei palloni. Ma a garantire che non si tratta di un progetto da ubriachi è il fatto che si basa su una tecnologia usata dalla Nasa per i suoi aerostati da ricerca. Unica differenza: su quelli dell'agenzia spaziale Usa non ci sono uomini, sul Re-Max invece si.

I tre mezzi astronauti pensano di partire dall'Australia tra fine dicembre prossimo e i primi di gennaio del 1999. Durata prevista del viaggio: 16/18 giorni. Ma perché tanto in alto? L'idea è questa: finora tutti gli altri team che hanno tentato il record alle normali altitudini di 10-15 km hanno fallito. Motivi: perdite di carburante, guasti vari e ostacoli burocratici durante il sorvolo di Paesi diffidenti (Piccard, ad esempio, è stato fermato dal no della Cina che ha negato i suoi cieli). "Noi vogliamo liberarci di tutti questi ostacoli o pericoli - ha spiegato Dave Liniger, 52 anni, pilota del team Re-Max nonché presidente dell'omonima agenzia immobiliare che co-sponsorizza l'avventura - Per questo andremo più in alto di tutti. E' vero che a quelle altitudini non avremo il jet stream, quella forte corrente che sfruttano gli altri palloni. Ma non avremo nemmeno fenomeni meteo, temporali, lampi, correnti anomale, ghiaccio. Solo venti calmi, quasi fermi. Però siamo convinti che la nostra tecnologia e il concetto che applichiamo a questa impresa sono superiori a quelle usate finora".

Per resistere a quell'altezza, dove non esiste ossigeno e i raggi del sole quasi senza filtro possono incenerire il primo che mette una mano fuori, i tre trasvolatori dovranno vivere in una "cabina" speciale, moto simile ad una capsula spaziale: alta 2 metri e larga 2 e mezzo, peso 2700 chili, la gondola del Re-Max sarà pressurizzata, a temperatura costante, dotata di oblò e due botole. La vernice bianca esterna, speciale, servirà ad impedire la fusione del metallo visto il calore del sole. Previsti ovviamente alcuni sistemi di sicurezza e paracadute individuali. Il cibo sarà composto da razioni proteiche ad alta concentrazione, come quelle degli esploratori. A sostenere la capsula sarà, come si diceva, il mega-pallone alto come un grattacielo, formato da un sottile film di polietilene e gonfiato da circa 5100 metri cubi di elio. Alla massima espansione, nella stratosfera dove la pressione è minima, arriverà a 140 metri di larghezza con un volume di 1,2 milioni di metri cubi. Per salire da terra ai 39 km previsti gli basteranno due ore. Comunque in caso di emergenza (foratura del pallone) la cabina è dotata di un paracadute e può scendere a terra da sola. Se invece a guastarsi fosse il sistema di pressurizzazione, a bordo ci sono tre tute anch'esse pressurizzate. Nota: l'equipe sarà sempre collegata ad Internet e manderà messaggi scritti via e-mail. Ma ci sarà anche telefono, tv e radio via satellite e radio ad alte frequenze. Il sito Internet all'indirizzo www.remax.com/balloon/intro oltre a fornire tutte le informazioni sull'avventura del Re-Max Team, seguirà il volo minuto per minuto.

Per realizzare gondola e pallone ci sono voluti 5 anni di studi, in collaborazione con Nasa, università ed aziende aeronautiche pubbliche e private. Tutti grandi nomi: ad esempio Los Alamos National Laboratory, National Geographic Magazine, Siemens, Intel. Anche perché sono compresi nell'impresa alcuni esperimenti scientifici. Prezzo del progetto? Ancora ignoto, ma Liniger parla di "milioni di dollari". Come dire che i circa 2 miliardi di lire promessi dalla Anheuser-Busch al primo che riuscirà a circumnavigare la Terra in pallone senza soste non copriranno che qualche spesuccia (anche perché metà andranno in beneficienza). Comunque visto che qualcuno che paga c'è, il Team Re-Max si addestrerà quest'autunno ad Albuquerque, nel New Mexico.

La rotta? Partenza da Alice Springs, a nord del tropico del Capricorno nell'Australia centrale. Da qui, una volta saliti alla quota di 39 km, il Re-Max Team andrà verso ovest attraverso l'Oceano Indiano, Madagascar, Mozambico, Sud Africa, Botswana, Namibia; quindi Sud Atlantico, Brasile, Paraguay, Argentina, Cile; infine il Pacifico del Sud fino a tornare in Australia. Ci sarà una notevole differenza di quota tra il giorno e la notte: con il sole il super pallone, riscaldato, manterrà i 39 km di altezza; la notte, con l'aria fresca e i venti più calmi, il Re-Max scenderà a 24 km, per poi risalire la mattina dopo. Quanto alla velocità, si prevede una media di 120 chilometri all'ora di giorno e circa 50 di notte. Per un viaggio lungo 35 mila chilometri, deviazioni escluse. Resta un dubbio, stupido ma lecito: un colosso volante di quel genere farà ombra a terra?

Alessandro Mognon