indice ARTE - a cura di Giovanna Grossato - Luglio 1998



Donne nell'arte (22)

Chiara Toni: una testimonianza

Toni1_p.jpg (6652 byte)Abbiamo chiesto ad un’affermata artista contemporanea, che opera non solo nell’ambito della pittura e dell’incisione, ma anche in quello più "concreto" dell’arredamento, "Che cosa significa arte, oggi" per mettere a fuoco, da una distanza ravvicinata, quali possano essere per lei, in una attualità che già sta per divenire storia, gli obiettivi della sua creatività.

In questa intervista esclusiva, che risponde ad una domanda solo apparentemente banale, Chiara Toni ci haToni2_p.jpg (9047 byte) proposto la sua personale visione del mondo dell’anima che si traduce in forme. Traduzione in forme che si perpetua dall’alba dell’umanità secondo un procedimento che pur accomunando, per un verso, gli artisti di ogni epoca, dall’altro aggiunge una tessera allo spaccato della contemporaneità spesso ambigua, costretta a fluttuare e a prestare orecchio alle istanze più diverse e non di rado contraddittorie ed inconciliabili con l’aspirazione, tipica dell’arte, di esprimersi libera da ogni sorta di compromesso.

Essere cosciente del mondo in cui vivo è importante, soprattutto in modo critico. Vuol dire imporre a me stessa quella coerenza necessaria per crescere in senso culturale e sociale.

Le mie "figure nelle nicchie" e i miei "mezzi busti" non sono nient’altro che proiezioni di sogni diurni, sarcastiche rappresentazioni di un campionario umano destinato a vivere spesso un tempo sbagliato, in uno spazio (costituito dalle zone non incise o non dipinte) che pone in estrema evidenza l’ambiguità delle forme.

Figure femminili pesanti come la pietra, che lottano ad ogni istante per una liberazione dai vincoli gravitazionali delle "forme" del vivere ; per un pensiero finalmente liberato dalle catene dei pregiudizi e dei luoghi comuni :

Elementi ricorrenti sono le figure immobili in ambienti desertici, le teste o i busti contenuti in nicchie, angoli oscuri, labirintici, abbandonati e pietrificati, dove il tempo stesso diventa metafora.

Tutta la terra è stata abbandonata a se stessa in un continuo day after. Si coltiva l’indifferenza fra cumuli di macerie e vuoti manichini nelle opulente civiltà virtuali. Quali energie ricicleremo da tutto questo ? La terra sprofonda sotto i piedi, ce la faranno i miei mezzi busti?

L’arte mi pone delle domande, e nello stesso tempo mi dà la forza di sperare, di lottare per vincere il nulla.

Per essere me stessa.

Risposte, dunque che implicano nuove domande. Senza risposta.

Nella casa-laboratorio di Corso Vacchelli, a Cremona, dove Maria Chiara vive e lavora con il Toni3_p.jpg (8241 byte)suo compagno d’arte e di vita, l’incisore Vladimiro Elvieri, è caduto un silenzio che si allunga come ombra e rende più facile porre altre domande, meno inerenti all’intimità del suo essere artista quanto, piuttosto, relativo agli eventi della sua vita: dagli anni di studio all’Istituto Statale di Mantova, al suo interesse per l’architettura d’interni, che data a partire dalla fine degli anni Sessanta, all’incontro con Vladimiro, nel 1978, e il conseguente inizio della attività incisoria, prima mediante tecniche calcografiche tradizionali e poi, via via con sperimentazioni di linguaggi grafici più nuovi e personali.

Infine la conversazione si sposta sul rapporto della Toni con il suo pubblico, quello delle personali e delle numerose, importanti rassegne nazionali ed internazionali dedicate specialmente alla grafica e che, negli ultimi dieci anni, ha sancito il suo successo d’artista in molte occasioni e in molti Paesi.

G.G.