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LETTURE&SCRITTURE Giugno 1998



Rigoni Stern e l'arcano segreto del libro

Lo scrittore di Asiago ha inaugurato a Padova una mostra dell'artista vicentino Pino Guzzonato e della sua ultima opera: un volume in carta naturale, inchiostrato a mano ma con immagini lavorate al laser. Questo è il testo che Mario Rigoni Stern ha dedicato all'evento. Per spiegare la sua repulsione verso le librerie-spettacolo e il suo amore per la lettura intelligente. Quella che, dice, ci riporta "al tempo in cui vita e natura trasmettevano stupore e mistero"

Quando scendo in città sempre con attenzione e riguardo sbircio nelle librerie: vetrine e scaffali mi attraggono; ma qualche volta resto anche nauseato per i tanti titoli e le troppe copertine banali che, proprio, sono repellenti alla lettura. Non capisco come e perché alcuni editori ritenuti grossi (più grossi che grandi) stampino e presentino al pubblico simili confezioni. Ne parlavo con qualcuno del mestiere e mi spiegava che così suggeriscono le ricerche di mercato.

I libri, mi dicevo, sono pagine di righe di parole messe insieme per esprimere pensiero e trasmettere poesia e scienza, per aiutare gli uomini a vivere; parole da leggere, da riflettere, da gustare anche e da godere in ispirito. E la lettura si può fare di tante cose e si può leggere in tanti modi. Personalmente oltre che nei libri leggo molto nei boschi o nel trascorrere del tempo, nella natura.

Mi fu grande scoperta quando l’amico Pino Guzzonato, che è passato attraverso tante forme d’arte figurative restando sempre coerente alla sua ispirazione – dal disegno all’incisione, dalla pittura alla scultura, al ricalco dei segni del passato su materia inventata – ha cominciato a scrivere dei suoi libri particolari che solo un vero artista poteva inventare.

Intanto i materiali per i suoi libri. Sappiamo tutti come la carta sia stata una grandissima scoperta. In principio per comunicare gli uomini usavano sgraffiare sulle rocce con una punta di selce; con uno stecco su una tavoletta di argilla, poi vennero i papiri, la cartapecora o pergamena; si dice che furono i Cinesi, due secoli prima di Cristo, a inventare la carta con un impasto di materie vegetali fibrose e che furono gli Arabi a introdurla in Europa attorno al Mille. Eppure se pensiamo come con mezzi così poveri e rudimentali sommi capolavori del pensiero, i più alti creati dall’uomo, sono giunti sino a noi, è da restare sconcertati e stupiti. E in silenzio meditare.

Non lo so, ma è forse così meditando che Pino Guzzonato ha scoperto una maniera nuova di fare arte: libri come creazione e oggetto d’arte. Ha incominciato con i sacchi di juta, macerati e impastati e compressi si porte di antiche chiese per ricavare e riprodurre i segni del legno vissuto nei secoli. E per chi sa leggere, quegli stampi di portoni di chiese raccontano storie infinite.

Poi ha preso jeans buttati via strappati e lerci e con questi ha fatto una carta che ha carpito i segreti dei ceppi di gelso. In Africa, dagli amici negri, ha scoperto l’animale sacro, il dio Dibamba, il più antico, penso, dei viventi, e di questo sauro ha fatto il suo simbolo grafico che ritroviamo impresso nelle pagine di questi libri in tetra pack: sì, di quel materiale che si usa per inscatolare il latte e si getta.

Pino Guzzonato è uno stregone che trasforma la materia dei consumi e dei rifiuti per riproporcela cambiata in nuova materia e ci riporta al principio della civiltà quando l’arcano della vita e della natura trasmettevano stupore e mistero. Ma il quaderno che mi ha donato, fatto con queste cose buttate, non ho ancora avuto il coraggio di iniziarlo a scrivere: forse un giorno anch’io troverò le parole giuste.

Mario Rigoni Stern