index SCIENZA - Maggio 1998

Sos, sparatoria spaziale

Allarme dagli astronomi: in novembre cadrà sulla Terra la peggior tempesta di micro-meteoriti degli ultimi 33 anni. Ma il pericolo non è per chi sta sotto l’atmosfera, ma per chi sta sopra. Cioè i circa 500 satelliti che orbitano intorno al pianeta. E che potrebbero essere ridotti a veri colabrodo, colpiti da granelli di sabbia che hanno lo stesso effetto di proiettili calibro 22

L’appuntamento è ancora lontano: in novembre. Ma la spettacolare pioggia di mini-meteoriti che si presenta puntuale sulla Terra verso la fine di ogni anno stavolta ha qualcosa di diverso: secondo gli scienziati infatti sarà la più violenta degli ultimi 33 anni. Una grandinata di migliaia di pietruzze cosmiche, dette "meteoriti di Leonida", che non faranno nessun male a chi sta sotto l’atmosfera. Ma a chi sta sopra si. E cioè all’intera rete mondiale di satelliti che rischia di finire impallinata.

E’ vero che 33 anni non è un periodo molto lungo. Ma a cambiare la situazione è quello che è successo dal 1966, quando fu registrata l’ultima e più intensa doccia meteorica sul pianeta, ad oggi. Perché in quel momento erano appena un centinaio i satelliti che orbitavano intorno alla Terra, e non erano neanche tanto sofisticati. Ma oggi sono almeno 500, tra cui alcuni dotati di apparecchiature miliardarie e diventati oramai indispensabili. Insomma è la prima vera tempesta di meteoriti dell’era tecnologica che in buona parte è basata sull’uso dei satelliti.

Il problema è evidente: le piccolissime meteore di Leonida, quasi granelli di sabbia, finiscono bruciate a contatto dell’atmosfera (e noi da casa ci godiamo lo spettacolo delle stelle cadenti). Ma alla velocità a cui viaggiano prima di finire arrosto hanno la stessa forza di penetrazione di un proiettile calibro 22. E i satelliti, poveri loro, sono fuori dall’atmosfera. Insomma è come se per alcune ore migliaia di pistoleri scatenati a bordo di astronavi sparassero a caso verso la Terra. E una sola "pallottola" è più che sufficiente per mandare in tilt antenne, telecamere, obbiettivi e lenti, pannelli solari o circuiti elettrici dei satelliti che dovesse incontrare sulla sua strada. Nel 1993, per esempio, un sassolino spaziale più piccolo di un grano di riso colpì il satellite Olympus dell’Esa (European Space Agency) distruggendo il sistema di controllo direzionale. Risultato: satellite e parecchie decine di miliardi persi.

Il problema delle meteore di Leonida è così insidioso che scienziati, operatori e gestori satellitari e assicuratori negli Usa hanno organizzato perfino una due-giorni di discussione. Il meeting si chiamava "Leonid Meteoroid Storm and Satellite Threat Conference". Tra le possibilità prese in considerazione soprattutto due: "spegnere" i satelliti o riposizionarli in orbite più sicure. "Le conseguenze della tempesta ci sono ancora sconosciute – ha spiegato Peter Brown, assistente di fisica e astronomia all’University of West Ontario – E’ la prima volta che dobbiamo affrontare una situazione simile e nessuno sa cosa fare". Ognuno insomma dovrà forse arrangiarsi in qualche modo. Come per il telescopio spaziale Hubble, che verrà ruotato in modo che le sue delicate ottiche siano riparate dalla grandinata meteorica.

Comunque ci sono anche esperti ottimisti: "Ritengo improbabile che le meteoriti danneggino talmente i satelliti da metterli fuori uso" è la tesi dell’astronomo della Nasa Donald Yeomans. In realtà nessuno è in grado di fare previsioni. Le particelle cosmiche possono colpire qualunque parte di un satellite e avere quindi conseguenze diverse. Quanto a quelli militari, ci sono pro e contro: più robusti perché costruiti per resistere ad un attacco nucleare, hanno però minore manovrabilità di quelli commerciali.

Ultima nota: le "stelle cadenti" di Leonida questo autunno non saranno visibili dall’Europa, lo spettacolo è destinato solo alle zone dell’Asia e del Pacifico occidentale. Il tour spaziale invece toccherà il Vecchio Continente l’anno prossimo. Non servono prenotazioni.

Alessandro Mognon