Index Cultura - Maggio 1998



Vecchie fiabe e
nuove tecnologie

Il mondo incantato delle fiabe sembra appartenere ormai al passato. Invece, il multimedia potrebbe essere il medium ideale per la rinascita di una forma d'arte unica, che è anche un dono d'amore per i bambini. Bruno Bettelheim, nel suo bellissimo libro "Il mondo incantato", ha descritto e illustrato, con pazienza e chiarezza, i meccanismi e i segreti delle fiabe tradizionali. Cappuccetti Rossi, Streghe Malvagie, Matrigne e Orchi, Sirene e Fate che per secoli hanno accompagnato i dormiveglia dei più piccini, sono personaggi che custodiscono un patrimonio di risorse e promesse. Le fiabe sono opere d'arte, strumenti educativi preziosi, esperienze uniche per i bambini.

Sembra che il mondo incantato debba lasciar posto ad un circo digitale di mostri tanto idioti quanto muscolosi e sparatutto velocissimi. I ritmi rumorosi dei videogames spazzeranno via il lento volteggiare delle Sirene e la sottile cattiveria delle matrigne?

Difficilmente le fiabe spariranno. Infatti, il bambino ne ha bisogno, poiché sono in grado di aiutarlo sia a comprendere la sua vita interiore, sia ad accettare la realtà. Per questo motivo le fiabe tradizionali sono vissute tanto a lungo, al di là di rivoluzioni sociali ed evoluzioni scientifiche.

Le fiabe sono bugiarde?

C'è chi pensa che leggere fiabe al proprio bambino sia una perdita di tempo, o addirittura un vizio nocivo da evitare. Può sembrare che le fiabe non contengano nulla di didattico o di utile. Inoltre, le fiabe non dicono la verità. Hanno in genere un lieto fine, cosa che capita abbastanza di rado nella vita quotidiana. Ovviamente, gli orchi e le sirene esistono soltanto nel mondo della fantasia. Quindi, molti temono che raccontare draghi ed eroi significhi allontanare il bambino dal necessario adattamento alla vita quotidiana. Non bastano già i cartoni televisivi a rimbecillire la nuova generazione?

Non si può pensare che bastino i cartoni animati a nutrire la fame di fantastico dei bambini. Si tratta di una concezione dell'infanzia sbrigativa e fasulla.

Il bambino infatti non è un banale adulto in miniatura. La vita emotiva infantile è intensa, caotica. Il bambino al di sotto dei dieci anni non è ancora in grado ad accettare una visione del mondo scientifica e razionale. Prima di poter comprendere quella che noi adulti chiamiamo "la verità", ha bisogno di crescere e di far crescere le sue emozioni in modo armonico. Le fiabe rappresentano quindi un punto di riferimento, uno specchio in cui l'irrequieta mente bambina può familiarizzare con i suoi sentimenti più profondi.

La vita interiore rigurgita effettivamente di streghe e principesse, orchi e mostri cattivi. Questi personaggi vivono una vita spericolata e intensa. Essi incarnano in modo suggestivo e anche divertente le contraddizioni affettive della vita bambina. Non è un gioco da bambini diventare grandi. Maturare in un orizzonte tecnologico e complicato richiede la presenza dell'incanto della tradizione favolistica, almeno per qualche anno.

Fiabe per adulti.

Gli adulti, checché ne dicano, spesso non sono meno infantili dei bambini nell'apprezzare le fiabe. Tra tecnologie e terzi millenni fioriscono sette magiche, pseudo-scientifiche o pseudo-religiose. Gli oroscopi sono molto più conosciuti e apprezzati del metodo scientifico. Il bisogno di irrazionale dilaga, perché la razionalità disegna un mondo inquietante, macchinoso e poco romantico.

Secondo Bettelheim, questi adulti, che fuggono tanto disordinatamente dalla razionalità, non hanno avuto la loro razione di fiabe al momento giusto, ovvero quando erano bambini. Orfani del mondo incantato, stanno inseguendo le fate quando ormai è troppo tardi.

Il pensiero scientifico si è evoluto faticosamente, dopo il mito, la magia, la superstizione. Anche il bambino dovrebbe avere il tempo di percorrere una lunga strada a contatto con le evocazioni della tradizione favolistica.

Fiabe interattive.

Il multimedia potrebbe diventare un contenitore nuovo per fiabe antiche. Già il cinema e il teatro hanno dato nuova vita ai capolavolabori di Perrault, Grimm, Basile…

Una volta erano i genitori a leggere le fiabe al bambino. Il fatto che fosse il genitore a leggere era molto apprezzabile, perché serviva a conferire peso e autenticità a personaggi e vicende narrate. Il multimedia accorda al bambino la possibilità di interagire con la fiaba, di viverla attivamente in compagnia dei genitori. L'interazione con il computer richiede attenzione e offre divertimento, e rappresenta anche per il genitore l'occasione di imparare e divertirsi.

La fiaba non è mai stato un invito alla fuga nella passività. Le disavventure che il protagonista delle fiabe deve affrontare per giungere al lieto fine sono un invito all'azione, a fronteggiare attivamente le difficoltà. La fantasia "buona" non è fuori dal mondo, ma aiuta ad interagire con la realtà e ad adoperare nel modo migliore le risorse emotive.

Il linguaggio multimediale, per il fatto che è interattivo, potrebbe abbracciare proficuamente il patrimonio favolistico tradizionale. Sarebbe un modo per rafforzare la vocazione delle fiabe a fare da tramite tra il mondo della fantasia e quello della realtà. E anche per incoraggiare il bambino all'azione, all'iniziativa, ad affrontare i suoi mostri personali, le sue paure e i suoi problemi quotidiani.

Le fiabe in Rete.

La Rete offre numerose e ghiotte possibilità. Fra le tante:

Da un sito italiano si possono scaricare favole infinite. Si tratta di un motore che combina pezzi di testo, e così permette la composizione di ben centomila favole diverse.

C'è anche un sito in cui si può incontrare Alice. E poi ci sono le fiabe di Lucia e l'Angolo delle fiabe di Pimpo.

Per gli adulti c'è il sito delle fiabe metropolitane.

Antonella Di Martino