
Gli ebrei e le
scienze nel medio evo e nella prima età moderna
Tra
breve, dal 3 al 5 giugno 1998, si svolgerà a Trento, sotto lAlto Patronato della
Presidenza della Repubblica Italiana, un congresso che tenterà di comprendere le
motivazioni di molte delle controversie che si accesero sulla scienza ebraica; per far
ciò si confronteranno diversi tesi storiografiche e svariate fonti dalle cronache ai
testi letterari alle impostazioni giuridiche (sito http://sismel.meriunifi.it email sismel{Sostituisci con chiocciola}cesit1.unifi.it). Del resto non è
possibile soprattutto per quanto riguarda il mondo medievale stabilire artificiose
separazione tra evoluzioni del pensiero scientifico e dinamiche istituzionali. E
infatti ben noto che l atteggiamento ostile verso i medici ebrei fu accompagnato da
quelle difficoltà che erano state create dalla legge di Teodosio e Valentiniano del 31
gennaio 438 che proibiva agli ebrei ogni dignitas, comprendendo secondo
linterpretazione medioevale anche il dottorato. Questa norma, che fu applicata sino
all abrogazione da parte dell Assemblea Nazionale Francese avvenuta il 27
settembre 1791; si spiega anche così la necessità di analizzare le direttrici del
pensiero scientifico ebraico in una dimensione storica che abbracci anche lEtà
Moderna. LEuropa medievale e moderna fu animata da vivaci dibattiti sul significato
delle scienze. Queste discussioni videro lappassionata partecipazione degli
scienziati ebrei e questa loro dedizione allo studio della Natura e del Cosmo fu spesso
fonte di gravi preoccupazioni. Era ragionevole tanto timore? Alcune testimonianze mostrano
unindiscutibile attrazione verso la cultura ebraica infatti un allievo di Abelardo
noto come il Commentator Cantabrigiensis (fl. 1153) asseriva: "se i cristiani
educano i loro figli lo fanno non per Dio ma per guadagno affinché un fratello, divenuto
ecclesiastico, possa aiutare il padre e la madre e gli altri suoi fratelli al contrario
gli Ebrei, per lentusiasmo di Dio e per lamore della Legge spingono ogni
figlio allo studio in modo che possano comprendere la Legge di Dio e ciò accade non solo
per i figli, ma anche per le figlie". A questa tendenza si aggiungeva lusanza
per cui, in Italia e in Spagna, le famiglie agiate impartivano ai loro figlioli lezioni
private di materie non strettamente religiose, la tradizione voleva anche che ad ogni
allievo benestante fossero affiancati uno o due coetanei di condizioni economiche più
modeste. Fu proprio grazie a questo tipo di mecenatismo educativo che Abraham Ibn Ezra
poté intraprendere gli studi nonostante le sue umili origini. Era questa
lespressione di quello spirito di mutuo soccorso che aveva
caratterizzato gli ebrei e che aveva lasciato allibito lo storico Tacito (Historiae
V,5). Tanta enfasi sullorganizzazione della struttura scolastica ebraica fu
oggetto di violente diatribe: già nel Medioevo: Said al- Andalus e Giovanni di Salisbury
argomentavano che gli Ebrei erano del tutto incapaci di studiare i fenomeni scientifici.
Si arrivò persino ad affermare che gli ebrei non sono abili nelle scienze perché
preferiscono vivere da soli in quanto "per natura fuggono dalla società".
Tuttavia, accanto a molte delle leggende denigratorie che presentano il popolo ebraico
come empio ed ignorante talora assimilandolo a quelle popolazioni selvagge caratterizzate
da un corpo con la testa di cane, si diffuse lidea che riferiva come langelo
Raffaele avesse comunicato a Noè i fondamenti della scienza medica che poi fu diffusa dai
Saggi delle Nazioni; correlata a questa convinzione vi fu anche quella per cui i testi di
Galeno e di Avicenna fossero riconducibili ai Saggi d Israele... Attratto da queste
tesi fu anche il Boccaccio che riporta come gli ebrei siano stati indicati come gli
inventori della poesia. Tra sospetti ed entusiasmi la cultura ebraica suscitò i timori
dello scienziato Ruggero Bacone che accusava gli Ebrei di nascondere all Occidente
il loro sapere. Le invidie e i timori erano spesso reciproche se nello stesso sec. XIII un
filosofo ebraico condannava linerzia filosofica dei suoi correligionari affermava di
provare vergogna perché i sapienti degli altri popoli "dispongono di tutti i
libri, di ogni scienza e su ogni argomento, mentre noi, un popolo santo..., intelligente e
sapiente, facciamo consistere tutta la nostra scienza nella conoscenza delle leggi del
denaro, non di quelle dellanima, non di quelle dell anima". Queste
titubanze nellaffrontare percorsi scientifici erano spesso motivate da intransigenze
religiose tanto che vi sarà anche una certa opposizione tra gli Ebrei alla diffusione
delle scienze. I dibattiti erano spesso accesissimi a tutti i livelli sia in quele dispute
che portarono nel 1242 al rogo parigino dei manoscritti ebraici sia allinterno delle
diverse comunità ove cerano madri che volevano far curare i propri figlioli da
medici cristiani e viceversa. Il ruolo del medico e dello scienziato ebreo conquistò
sempre più spazio allinterno della società europea rispondendo a una crescente
domanda di medicalizzazione come esporranno Barkai e Shatzmiller e fronteggiando con
rigore le necessità derivanti dal dover adeguare ed inventare nuove terminologie
scientifiche come illustrerà Shlomo Sela. Al tempo stesso nelle corti europee molti Ebrei
assumevano ruoli di prestigio considerevole e le cronache dimostrano come essi operarono
non solo come medici e traduttori di testi arabi e latini, ma anche come abili diplomatici
ed amministratori. Si tratterà di mettere in risalto il contributo di operatori
scientifici particolari come i marrani portoghesi e di ciò che fu offerto dalla attività
degli ebrei conversi. Questa intensa dedizione alla scienza era sostenuta da una vasta
produzione libraria ed è estremamente significativo che vi siano testimonianze che
dimostrano come gli Ebrei non cessarono mai di leggere e di tradurre anche quando,
prospettandosi le espulsioni del 1492, finirono in carcere lì proseguirono i loro studi.
Lincontro sarà ospitato dall Istituto Italogermanico di Trento ed è stato
organizzato dallUniversità di Losanna e dallUniversità degli Studi di Trento
congiuntamente alla Società Internazionale per lo Studio del Medio Evo Latino e alla
rivista Micrologus che ne pubblicherà gli atti. Questo convegno rappresenta la
prosecuzione dellincontro internazionale su Maimonide et les traditions
philosophiques et scientifiques médiévales arabe, hébraique, latine, Paris CNRS
17-20 giugno 1997 Lincontro parigino era stato molto proficuo ed aveva avuto il
sostegno vivo e partecipe di molte autorità istituzionali tra cui il Ministère de
lEducation nationale, de lEnseignement supérieur et de la Recherche;
purtroppo lonorevole Berlinguer titolare del dicastero italiano non ha risposto al
nostro invito e il rammarico per questa disattenzione è grande.
Piero Morpurgo |