indice ARTE - a cura di Giovanna Grossato - Maggio 1998



Donne nell'arte (20)

Camille Claudel

Camille Claudel, sorella del poeta Paul Claudel, nacque a Fère-en-Tardenois l’8 dicembre 1864 e a diciannove anni incontrò lo scultore Auguste Rodin riuscendo ad entrare nell’atelier dell’artista per apprendere i modi della sua grande passione.

Ne nacque un rapporto complesso: d’amore e di stima da un lato, ma anche di gelosia e rivalità dall’altro.

Mentre Rodin cercava ed otteneva i consensi che ben presto lo consegnarono ad una grande fama e alla ricchezza, la scultrice rifiutava i compromessi e qualsiasi scorciatoia sulla via dell’arte nella quale credeva fortemente. "Insisteva, in conclusione, e ripeteva, ostinata che le teorie, i principi generali non la interessavano e che non voleva pensare alle regole. Era nata per faticare tra la polvere e l’argilla frammista all’acqua per intagliare la pietra che talvolta è ruvida e dura e ci vuole molto tempo a lavorarla ma è molto forte, resiste al sole all’acqua al ghiaccio al vento e ad ogni tormenta e dura sempre" (da P.PREO, Vita immaginaria di Camille Claudel scultrice, Firenze 1993, pp 55-69).

Questa sua intransigenza etica, che era il complemento della foga espressiva e dell’amore per la sua arte, causò alla fine anche la rottura del rapporto con Rodin, nel 1898, e l’inizio di un’esistenza solitaria e tormentata.

Nel 1913 la sua vita sprofondava in un baratro di solitudine e, a partire da quella data, la sua attività di scultrice cesserà per sempre. Chiusa per trent’anni nell’ospedale psichiatrico di Montdevergues, ne uscirà solo dopo la morte, nel 1943.

G.G: