Index Primopiano - Aprile 1998

Ciro, figlio mio

Ecco la vera storia del baby-dinosauro fossile italiano diventato un fenomeno mondiale. Anzi del suo scopritore, un appassionato paleontologo veronese ignorato dalle istituzioni che hanno presentato il cucciolo preistorico. E che cinque anni fa, dopo aver visto il film Jurassic Park, ha capito di avere in casa un tesoro. Ora Giovanni Todesco vuole che gli sia dato il suo nome

Sembra impossibile, ma in questo irrequieto Paese perfino la più neutra delle scoperte scientifiche riesce a diventare per certi versi un mezzo mistero. Suscitando, come non ne avessimo abbastanza, sospetti e polemiche. Certo quello che conta è che il piccolo Ciro, il mini-dinosauro fossile con tanto di organi pietrificati trovato in provincia di Benevento, sia venuto allo scoperto. E sia diventato giustamente un evento mondiale: di dinosauri così ben conservati, anche se baby, non ne esiste nessun altro al mondo. L’unico neo è che nella foga di presentarlo ricercatori e paleontologi si sono dimenticati qualche particolare. Per esempio di dire chi lo ha trovato veramente. E come mai per anni nessuno si è accorto che quel lucertolone in pietra era un esemplare unico. E che, piaccia o meno, è anche merito di Spielberg e del suo Jurassic Park.

Quando a fine marzo scorso i ricercatori Cristiano Dal Sasso e Marco Signore hanno presentato lo Scipionyx samniticus (per tutti oramai Ciro), mancava un invitato. Cioè Giovanni Todesco, 51 anni, veronese di San Giovanni Ilarione, dipendente di un calzaturificio con la passione dei fossili, in qualche modo il "papà" del mini-tirannosauro. Lui lo ha trovato nel 1980 a Pietraroia, rovistando fra le pietre rotte da una ruspa che stava ripulendo la zona. "Non è stato facile staccarlo – racconta Todesco – Mancavano la coda e una zampa. Subito ho pensato ad uno di quegli uccelli primitivi tipo Archeopterix".

Così Ciro finisce a San Giovanni Ilarione, nella collezione di Todesco, dentro una tela e chiuso in un cassetto. Da guardare solo in rare occasioni. Che sia un reperto prezioso lo sa, che si tratti di un piccolo di dinosauro però no. Qualche anno fa conosce il sovrintendente del museo di storia naturale di Milano, Teruzzi, gli accenna alla sua raccolta. Ma a farlo riflettere ("è vero che sono un paleontologo dilettante, ma non sono alle prime armi") è il film Jurassic Park. Quando esce dal cinema pensa ai velociraptor e al suo Ciro: sarà mica uno di quelli? "L’ho fatto vedere a Milano. E ho avuto la conferma: è un cucciolo di dinosauro – dice Todesco – Tra l’altro ero in contatto con la rivista Oggi per un servizio, e loro per sicurezza hanno chiesto la perizia ad un altro studioso, Leonardo Leonardi. E’ vero, è uscito l’articolo, anche Rai 3 ne ha parlato in un programma di ragazzi alla mattina. Ma nessuno si è accorto realmente di cosa si trattava". E Ciro finisce dimenticato.

Così cinque anni fa Todesco porta il suo "piccolo" al museo archeologico di Napoli, perché è stato ritrovato in Campania: "Pensavo fosse sua la competenza, invece poco dopo lo hanno mandato alla Sovrintendenza ai Beni archeologici di Salerno". Tutto in silenzio, come fosse una scoperta normale. E il silenzio resta, anche se ogni tanto Todesco chiede notizie. Fino al mese scorso, quando viene annunciata la presentazione del dinosauro-record. Lo hanno in mano da cinque anni, ma solo ora arrivano tv e giornali di tutto il mondo. Così è lecito il sospetto che il baby-rettile preistorico sia rimasto semi-dimenticato in qualche cantina. E Todesco? Nessuno lo chiama, nessuno lo nomina. "Mi aspettavo qualcosa, almeno un accenno – dice sconfortato – E poi non capisco se lo hanno fatto di proposito, per avere tutta l’attenzione. Ho anche chiamato Canale 5, mi hanno passato una segreteria telefonica, ho detto che ero stato io a scoprire il fossile. Niente, non una parola. Non è giusto: a costo di andare fino ad un tribunale internazionale voglio che mi sia riconosciuta la paternità di Ciro".

Diventerà Scipionyx samniticus todescus? "Mah, anche joannes andrebbe bene" ride Todesco. Ma ride amaro: "Non solo il mancato riconoscimento, ma non ho preso una lira se si esclude il servizio di Oggi. Dallo Stato, niente. Pensare che per portarlo a Napoli mi sono pagato il viaggio. Invece manco una stretta di mano, un grazie. Comunque già questo mese dovrebbe uscire un articolo su me e Ciro nella rivista Usa "People". Qualcuno almeno si è accorto che esisto".

Alessandro Mognon