Index Cultura - Aprile 1998

Lupo Alberto, un comico tv

Fedele allievo di Bonvi e delle sue Sturmtruppen, Guido Silvestri alias Silver parla di lui e della sua creatura. Quel lupo "domestico" diventato uno dei personaggi dei fumetti più famoso degli ultimi quindici anni. E che per far ridere spesso sfrutta "le schifezze che passano in televisione"

Il nome più amato tra i fumetti italiani che hanno maggiormente influenzato i lettori degli ultimi quindici anni, è sicuramente quello di Lupo Alberto. Una sorta di Paperino nostrano in pelliccia che si scontra ogni giorno con i problemi esistenziali del suo amico Enrico la Talpa, con le mille piccole frustrazioni dei personaggi della fattoria, con i pugni del cane Mosè, il quale gli vuole impedire ad ogni costo di incontrare la sua fidanzata, la gallina Marta. Disegnatore ed autore delle storie dello sfortunato lupo è Guido Silvestri, in arte Silver, che cominciò a pubblicare nel 1974 sul Corriere dei ragazzi ad appena 23 anni con il titolo "Le avventure della fattoria dei Mc Kenzie". Non prima di un rigido apprendistato alla scuola di Bonvi, autore delle gloriosissime strisce sulle Sturmtruppen, da cui ha "ereditato" un altro personaggio fondamentale del mondo dei comics: Cattivik, il genio del male.

Come è nato Lupo Alberto?

Credo sia difficile spiegare una cosa del genere bene. Forse ci riescono meglio gli altri, magari dicendo sciocchezze: dette, però, talmente bene, da farle credere perfino all'autore. Lupo Alberto è nato in maniera molto banale, quindi né per rivelazione divina, né perché sono finito sotto un autobus, ma soltanto dal mio grande amore per i fumetti, dal mio background culturale e soprattutto dall'esigenza di mangiare.

A chi assomiglia Lupo Alberto, forse a qualche personaggio della vita reale?

Quelli che se ne intendono dicono che sia io... ma non credo sia così. Io non mi sono rifatto a nessun personaggio reale in particolare, ma a molti personaggi realmente esistenti. Lupo Alberto rappresenta una tipologia molto comune. La maggior parte delle cose che ho disegnato sono, comunque, successe a me, con l'ovvio adattamento al fumetto, perché io non vago la notte per pollai e non prendo legnate dai cani.

Una delle maggiori frustrazioni di Lupo Alberto è il desiderio di Marta di sposarlo. Si sposeranno mai?

Certamente, quando si sposeranno Topolino e Minni.

Oltre essere padre di Lupo Alberto, Silver è patrigno di Cattivik...

Cattivik è un personaggio di cui mi spiace non essere il padre naturale, visto che è talmente geniale anche in senso commerciale. Purtroppo adesso non ho il tempo per metterci mano e se ne sta occupando una schiera di collaboratori.

Sia in Cattivik che in Lupo Alberto vi è molta autoironia...

E' la stessa con cui vivo la mia vita, anche se talora, temo, sconfini nell'autodistruzione.

Come nasce una striscia di fumetti?

Uno prende un pezzo di carta, il più possibile basso e lungo... A parte gli scherzi, nasce molto faticosamente. Non bisogna credere che uno che fa i fumetti comici se ne stia sempre lì a ridere e divertirsi. E' un lavoro che dura otto ore quotidiane, faticoso, noioso, talvolta stressante, perché è difficile sedersi a tavolino e decidere di far ridere. Per avere delle idee, fortunatamente c'è la televisione, perché piena di strafalcioni che danno spunti: così veloci che sono costretto a mettere il "rallenty" per segnarmi tutte le schifezze che passano.

Silver, però, non può essere certo definito uno scrittore di fumetti leggeri, perché è autore impegnato in una sempre presente satira diretta, di cui bersagli ricorrenti sono vizi, ipocrisie, cattiverie e stupidità...

Il mio mestiere è di stare ad un tavolo a far fumetti, ma nonostante questo ho voluto mettere in alcune vignette questa rabbia che ho e che mi turba ogni giorno, come tutti noi possiamo essere turbati dai rigurgiti di moralismo perbenista, che ci lasciano preoccupati ed amareggiati.

Chi è il lettore di Lupo Alberto?

Non mi sono mai rivolto ad un pubblico particolare, agli inizi mi rivolgevo ad un pubblico che "masticava" fumetti su giornali tipo Linus. Nel corso degli anni il pubblico si è modificato: quelli che oggi leggono le mie strisce forse quando ho cominciato non erano ancora nati. I miei sono personaggi che si ripropongono ad ogni nuova generazione di lettori. Sicuramente non ho mai rincorso il pubblico, non per fare l'onesto ma perché mi manca la furbizia per farlo.

Il collega che stimi di più, anche nell'ambito della satira politica?

Rischio di essere banale: Altan. Se si parla di autore satirico, credo sia l'unico che si possa fregiare di questo titolo.

Qual è la cosa che manca a Lupo Alberto?

Un autore che lo faccia vivere più tranquillamente...

M. Spa.