index SPETTACOLO&MODA - Febbraio 1998


Viola psicanalizza tutti

Sceneggiatore di tutti i film di Nuti ("scrivere per il cinema è come andare in analisi…"), Giovani Veronesi ogni tanto diventa regista. Come nel caso del film ora sugli schermi con Asia Argento, "una storia d’amore surreale e assurda". In attesa di dirigere un "western" con protagonista l’amico Pieraccioni

Giovanni Veronesi regista di film come Il barbiere di Rio e Per amore solo per amore, ha sceneggiato tutti i film di Francesco Nuti ed è il grande amico e collaboratore di Leonardo Pieraccioni che - per questo - ha accettato un piccolo ruolo cameo nell’ultima pellicola diretta da Veronesi, Viola bacia tutti. Scritto insieme a Rocco Papaleo, il film vede nel cast Asia Argento, Massimo Ceccherini e Valerio Mastrandrea. Dopo i grandi successi pieraccioniani, Veronesi si appresta a dirigere proprio Pieraccioni in un film western in cui il padre del comico fiorentino dovrebbe essere interpretato nientedimeno che da Harvey Keitel.

Veronesi, come ha scelto Asia Argento per il ruolo della dark lady ?

Ho scritto questo film sperando che Asia accettasse il ruolo. Un giorno ci siamo visti a pranzo e mi ha detto: "Fammici un po’ pensare..." poi ha accettato e via, via siamo riusciti a costruire un ottimo cast. Per anni avevamo avuto strade parallele, ma non eravamo mai riusciti a lavorare insieme, perché lei aveva l’etichetta di "attrice cupa" e io di "regista commerciale".

Che cosa pensa di lei ?

È una ragazza giovanissima che con questo film ha potuto dimostrare di essere un’attrice completa, capace di essere anche buffa e tenera.

Ma che tipo di film è Viola bacia tutti ?

È una storia d’amore piuttosto strana, surreale e forse anche assurda. La disperazione e lo sfasamento dei protagonisti è evidente. Viola è un appiglio per modificare le vite dei tre ragazzi che non sanno dove andare ed è un alibi per tentare di cambiare le loro esistenze. Questo viaggio diventa così una sorta di educazione sentimentale attraverso la quale tutti riescono a capire chi sono e cosa vogliono.

È un film con temi un po’ diversi da quelli di cui parla nei film di Pieraccioni o di Nuti...

Avevo voglia di fare un film che raccontasse un percorso sentimentale diverso da quelli che sono abituato a descrivere. Ho voluto inventare un rapporto "a quattro" impossibile dove il sesso viene sublimato perché altrimenti si rovinerebbe tutto e quello che conta è il rapporto da instaurare con questa donna. L’amore trova da solo altre strade e altre possibilità.

In che senso ?

Coloro i quali credono nell’amore eterno ed aspettano l’uomo o la donna della propria vita mi fanno sorridere. Per me è più importante che nella vita il cuore continui a battere il più a lungo possibile, non importa se sempre per la stessa persona.

Il "baciare" stesso del titolo ha un senso metaforico, perché il film aspira a essere un inno alla vita.

Come ha scelto gli altri attori ?

Sono tra gli attori migliori in questo momento sul mercato cinematografico italiano. Ceccherini non ha solo un’anima comica, ma si porta dietro anche un malessere molto poetico che spero si intraveda nel film. È un attore molto particolare... Mastrandrea è il migliore giovane attore in circolazione, e - di sicuro - il più completo. Può far ridere o piangere e provocare tenerezza. Inoltre è anche un bel ragazzo. Rocco Papaleo che è anche co-sceneggiatore è un uomo che invidio per la sua capacità di infilarsi nelle pieghe della vita e di accucciarsi in esse senza fare rumore.

Pieraccioni ha detto che per voi è facile scrivere per attori come Ceccherini che sai sempre come reagiranno in ogni situazione che proponi loro...

Non condivido questa affermazione. Ceccherini non è una macchietta e mi piacerebbe lavorare con lui per tirare fuori il suo aspetto tragico. A me e Leonardo viene facile scrivere, ma in realtà non è facile per nessuno fare dei film. Noi sappiamo in che direzione andare e cosa potremo trovare, ma è solo in base alla nostra esperienza che possiamo farlo. Vede, come dice Salvatores la commedia italiana è morta. Bisogna inventarsi un nuovo tipo di commedia che esuli dai soliti stereotipi.

Lei ha un grande gusto per i ruoli cameo che in questo film sono rappresentati da Leonardo Pieraccioni e da Franco Califano ...

Stavamo girando a Grosseto quando Leonardo è venuto a trovarci e così abbiamo inventato di sana pianta questa scena che nel film non c’era e che - mi sembra - sia venuta molto bene. Invece, era tanto tempo che avevo in mente la faccia di Franco Califano - era diventato quasi un incubo ricorrente - così gli ho chiesto se voleva aprire il mio film e lui ha accettato.

Dove ha girato Viola bacia tutti?

È una pellicola on the road che ho girato a Roma, in Versilia, in Maremma e nella pianura padana. È davvero un film "nazionale".

Il suo prossimo film è un western...

Sì, con Leonardo che sarà un medico pacifista nel west con la sfortuna di essere il figlio del più grande pistolero che la storia ricordi. Avevo in mente due attori per questo ruolo : Jean-Paul Belmondo che ha rifiutato e Harvey Keitel che ha accettato e che dirà l’ultima parola solo dopo avere letto la sceneggiatura. Mi serviva un solo attore straniero per ricollegarmi ai grandi film western del passato.

Lo scorso anno ricorrevano due anniversari pressoché ignorati : i vent’anni della morte di Groucho Marx e i vent’anni della morte di Chaplin. Cosa dice di questi due grandi attori comici ?

Sono uno di quelli che parteggia più per i Fratelli Marx e Stanlio & Ollio che per Charlie Chaplin. Sono più per la comicità pura che per quella indotta dai sentimenti.

La fortuna di un artista non si misura dal successo, ma dalle sue opere che rimangono nel tempo. Chi dice di ispirarsi a Chaplin quando fa dei film, dovrebbe pensare che Chaplin stesso si ispirava a qualcuno più grande di lui.

Cos’è per lei il cinema ?

Una sofferenza incredibile che faccio per terapia. C’è chi va dall’analista e chi fa dei film. Anziché andare dall’analista e pagarlo per raccontargli le mie cose, c’è qualcuno che paga me per raccontare le mie cose al pubblico tramite i miei film. Una sceneggiatura è per me come una serie di sedute dallo psicologo.

m.s.