SPETTACOLO&MODA - Febbraio 1998


Quel giornalista sembra un divo

Ex presentatore di talk show di successo sulle tv Usa, era abituato ad intervistare le star del cinema. Finchè Greg Kinnear non è passato lui stesso a recitare. Prima con Harrison Ford nel remake di Sabrina e ora con Jack Nicholson in Qualcosa è cambiato. E non intende più smettere avendo, tra l'altro ricevuto la nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista

Dopo solo due film, il remake di Sabrina con Harrison Ford e Julia Ormond e Qualcosa è cambiato con un Jack Nicholson ancora una volta candidato all’Oscar, già lo chiamano il "nuovo Cary Grant". Bello, simpatico e a tratti affascinante, Greg Kinnear si era imposto all’attenzione del pubblico statunitense come brillante conduttore dello spettacolo televisivo Talk Soup in onda sulla E ! Entertainment television per poi avere uno show tutto suo sul Network NBC e intitolato Later with Greg Kinnear. Laureato in giornalismo televisivo e radiofonico alla University of Arizona, Kinnear ha deciso di lasciare la sua carriera giornalistica per dedicarsi anima e corpo al cinema. Il suo prossimo film lo vedrà al fianco di Tom Hanks e Meg Ryan.

Mr. Kinnear, perché ha lasciato la televisione ?

Alcuni anni fa Sidney Pollack mi chiese se avessi voluto recitare in Sabrina e accettai subito, senza pensare che mi sarebbe piaciuto così tanto lavorare nella realizzazione di un film da non essere più capace di tornare a fare quello che facevo prima.

Lei si sente "il nuovo Cary Grant" ?

Non so proprio cosa dirle...non so nemmeno cosa direbbe Cary Grant.

Lei - come giornalista - ha incontrato decine di star, ma lavorare fianco a fianco con Jack Nicholson deve essere tutta un’altra cosa...

Jack deve ripetere come dei rituali quando recita ed è impressionante vederlo entrare in un ruolo. C’è voluto un pochettino per stabilire una certa sintonia con lui. È una leggenda e lo sa, quindi fa di tutto per metterti a tuo agio con lui.

Poi, sa, lui è un giocatore di golf molto accanito e io sono, invece, un pessimo giocatore, quindi siamo andati molto d’accordo.

Certo, all’inizio ero molto intimidito. Ho intervistato migliaia di attori, ma ci sono attori, ci sono celebrità e poi c’è Jack.

In Qualcosa è cambiato lei è un pittore gay molto sensibile. Che cosa le fa tenerezza nella vita ?

I momenti d’amore che vivo con la mia fidanzata e lei in persona sono le cose più tenere cui riesca a pensare.

Il suo ruolo è molto complesso...

È vero, è stata una grande sfida per me questa parte e sono contento che sia andato tutto bene, altrimenti la mia carriera sarebbe finita qui, rimanendone segnata per sempre. Ho avuto l’opportunità di lavorare con James Brooks e Jack Nicholson che sono due vere e proprie leggende del cinema.

Come era l’atmosfera sul set ?

Ottima, perché sia Jack Nicholson che Helen Hunt che il cane erano tutti degli ottimi attori. Regnava una pace molto rilassata e molto divertente.

Cosa pensa di Helen Hunt ?

È stata una vera rivelazione per me e non credo che un’altra attrice avrebbe saputo fare meglio. Questo dimostra che il regista James Brooks ha compiuto una serie di ottime scelte per questa pellicola.

Lei crede che il suo personaggio omosessuale sia stato inserito nella sceneggiatura per soddisfare la voglia di identificazione della comunità gay ? È noto, infatti, che gli studios tendano a inserire ruoli nei film a causa delle varie comunità.

No, credo di no e tra l’altro ritengo che quelle di cui lei parla siano solo chiacchiere da ufficio. I film vengono realizzati altrove e non certo con un misurino. Il mio ruolo è innovativo, perché quando in una pellicola è coinvolto un gay, il film - di solito - è incentrato su di lui. In Qualcosa è cambiato, invece, la mia parte è funzionale alla pellicola e avrebbe potuto essere completamente diversa senza alterare troppo l’equilibrio del film. È solo un personaggio che conquista la scena grazie alla sua sensibilità e alla sua umanità.

Nell’ultimo anno ci sono state molte commedie che sembrano assomigliare a quelle prodotte da una Hollywood vecchio stile, perché?

Tutto riguarda lo stile. C’è qualcosa che rimane e qualcosa che passa. È chiaro che dopo tanti cattivi film ci si possa voltare un po’ indietro per un genere difficile come la commedia. Non penso che Qualcosa è cambiato abbia a che fare con una vecchia maniera di fare del cinema. James Brooks ha uno stile tutto suo che non ricorda il passato e questo è fa la sua fortuna. Quando un film non ti ricorda nulla, quello è il suo più grande successo.

m. s.