guard SCIENZA - Gennaio 1998

007? Uno schifoso scarafaggio

Due ingegneri americani stanno sviluppando, per conto del Pentagono, degli insetti-robot grandi e sottili come una carta di credito capaci di camminare e volare. Scopo: fare gli spioni attraverso mini-telecamere e sensori di suono e calore. Per vedere dov’è il nemico dietro ad una collina o entrare in un edificio occupato dai terroristi. Insomma non ci si potrà più fidare neanche delle mosche

Viene in mente un film con Tom Selleck, con il bombarolo pazzo che usa degli insetti meccanici per uccidere. In realtà gli insetti-robot su cui stanno lavorando due ingegneri meccanici della Vanderbilt University, nel Tennessee (Usa) servono a scopi militari ma (per ora?) non così violenti: la loro missione infatti sarà di fare gli spioni metallici a sei zampe.

Padri degli scarafaggi elettronici, non più grandi di una carta di credito, sono Ephraim Garcia e Michael Goldfarb, messi a contratto per tre anni dalla Darpa (Defense Advance Research Projects Agency) apposta per creare i mini-mostriciattoli. Anche volanti (i cosiddetti microflyers). Per i militari gli insetti-robot sarebbero una vera manna. Ad esempio nell’esplorazione di campi minati, nel controllo di zone nascoste ai soldati (come dietro ad una collina o dentro una foresta) per sapere dove e quanti sono, e magari dirigere esattamente il fuoco.

Ma i vermiciattoli di acciaio potrebbero anche servire alla polizia, o in operazioni antidroga o antiterrorismo. Per esempio nel caso rapinatori o terroristi si barrichino dentro un edificio con degli ostaggi: un paio di insettini-spia in giro per le stanze potrebbero riprendere le immagini dell’interno o tramite sensori registrare la posizione delle persone. Garcia e Goldfarb sono convinti di riuscire a creare il primo prototipo funzionante entro questa estate.

Due le caratteristiche tecniche dei mini-scarafaggi: un sistema microelettromeccanico (o Mems) per sondare l’ambiente e l’apparato di locomozione. Per la precisione per far muovere le simpatiche bestiole meccaniche l’idea è quella di usare la "locomozione elasto-dinamica": una serie di speciali sottili placche metalliche piezoelettriche ricoperte di ceramica che attraversate dalla corrente si piegano, per tornare alla forma originaria una volta interrotta la corrente stessa. L’energia necessaria sarebbe fornita da una piccola batteria tipo quelle usate negli orologi. A queste parti mobili verrebbero attaccate le mini-zampe, nella sottilissima parte centrale invece troverebbero posto la batteria e gli strumenti come microcamere o sensori di calore e suono. Secondo i due ingegneri, rispetto ai micromotori elettrici usati fino ad oggi per questo genere di ricerche gli "attuatori piezoelettrici" sono in grado di trasformare oltre il 90 per cento dell’energia in movimento.

Quanto alle mosche-robot, gli scienziati si sono rivolti agli studi di entomologia. Così hanno scoperto che al movimento velocissimo delle ali gli insetti uniscono una continua flessione dell’esoscheletro che potenzia l’azione. Da qui la creazione di uno scheletro metallico simile, capace cioè di "vibrare" e aumentare così il movimento degli attuatori piezoelettrici che fanno battere le ali.

Non è difficile vedere i vantaggi dei micro-insetti artificiali nell’uso militare o nella sicurezza: sono piccoli, leggerissimi e poco costosi. Un soldato così potrebbe trasportarne anche molti, e di tipo diverso a seconda delle necessità: quelli che strisciano, che si arrampicano, che volano, a infrarossi, con telecamera, ecc. E se a usarli è il nemico, come difendersi? Con il buon vecchio schiacciamosche. Magari elettrico.

a.m