Index MUSICA - Dicembre 1997

Puccini, il primo spaghetti-western

Tra minatori, banditi, sceriffi e donzelle a Firenze si conclude la stagione autunnale del Teatro comunale con una riuscita edizione de "La Fanciulla del West" del maestro italiano con la regia di Puggelli e l’orchestra diretta dal giovane rumeno Yoel Levi

Con un'ottima edizione della pucciniana "Fanciulla del West" si è conclusa la stagione autunnale del Teatro Comunale di Firenze. Si tratta di un’opera quanto mai particolare nella produzione di Giacomo Puccini, con un'orchestrazione moderna e raffinata, densa di chiaroscuri soggioganti e di pagine liriche di ampio respiro. La folla dei minatori è descritta con tinte forti ed un vivace senso ritmico; ne è un esempio la fantasiosa vigoria strumentale della scena della caccia al bandito.

La parte lirica, come sempre nelle opere pucciniane, è quella più sentita; basti ricordare la nostalgica canzone di Jake Wallace, il valzerino dei minatori, il duetto del primo atto tra i due protagonisti e la loro schermaglia amorosa del secondo atto fino alla confessione di Johnson. La figura meglio riuscita è quella di Minnie con tutta la sua femminilità ma anche con la sua determinazione nel difendere i diritti dei minatori e nel difendersi dai tentativi di Jack Rance di circuirla.

Johnson è una figura ben caratterizzata e ricca di slanci emotivi sottolineati da un'orchestra minuziosamente curata, mentre lo sceriffo Rance è descritto nel testo come uomo rozzo e rotto al vizio ed alla violenza mentre la musica di Puccini lo sottolinea come una figura dolente ed a volte rassegnata. Questo suo carattere appare in tutta evidenza durante la partita a poker che chiude il secondo atto, uno dei punti più emozionanti e di maggior tensione di tutta l'opera.

L'edizione fiorentina è stata di notevole livello sotto ogni punto di vista. Prima di tutto sul podio vi era Yoel Levi, un giovane maestro di origine romena, che ha tratto dalla partitura ogni particolare ed ogni sfumatura rendendo vivo e palpitante il lavoro pucciniano; l'orchestra del Maggio musicale fiorentino lo ha ben coadiuvato impegnandosi a fondo e dimostrando una grande professionalità. Giovanna Casolla è stata una Minnie di primissimo ordine sia sul piano musicale che sulla resa scenica, sfoggiando mezzi vocali notevoli e dando una interpretazione del personaggio di grande rilievo.

Sergej Larin ha interpretato con slancio e con voce sicura e svettante la parte del bandito Johnson dando rilievo sia alla parte drammatica che a quella dolce e patetica del personaggio. Carlo Guelfi è stato un ottimo Jack Rance mettendo bene in evidenza ogni particolare del tortuoso personaggio, non dando la solita vociferante interpretazione, ma cogliendo i momenti di amarezza con sfumature e chiaroscuri veramente pregevoli.

Molto bene e perfettamente amalgamata la folla dei comprimari che in quest'opera sono veramente abbondanti. Corretto e preciso il coro diretto da José Luis Basso. Lo spettacolo visivamente è risultato molto bello con le scene ed i costumi di Raffaele Del Savio. Lamberto Puggelli ha curato la regia facendo muovere le masse con molta discrezione e portando in scena perfino i cavalli. Successo decretato anche dal pubblico.

Stagione dunque tutta in positivo questa del Comunale Fiorentino, iniziata con una buona edizione de "L'Elisir d'amore", proseguita con una interessante produzione de "La fiaba della Zar Saltan" e della gluckiana "Isola di Merlino" e chiusa con questa importante rappresentazione dell'opera pucciniana.

Luciano Maggi