Index MULTIMEDIA - Ottobre 1997



Quel robot rischia la pelle

Un chirurgo americano ha deciso di risolvere il problema di come insegnare ai futuri medici ad operare senza mettere a rischio le persone. Così con due braccia meccaniche che hanno il "tatto" e un computer fa eseguire agli studenti suture e interventi "virtuali" simili a quelli veri, sicuri e molto più economici

 

Chi si trova sotto i ferri del chirurgo, anche per una banale ferita che ha bisogno di qualche punto, se lo domanda sempre: "Ma non sarà mica alle prime armi?". Si spera di no. Eppure è chiaro che per imparare in qualche modo un medico deve pur iniziare. Anche su una persona. Così per anni il sistema usato nelle università e negli ospedali è stato lo stesso: lezioni teoriche, osservazioni dirette, prove su materiali inanimati e alla fine su un paziente vero. Magari in condizioni critiche. Un sistema non proprio ideale che aveva fatto perdere il sonno ad un chirurgo della Penn State University nell’ospedale di Hershey (Pennsylvania), Thomas Krummel. Finchè non ha trovato la soluzione.

E cosa poteva essere, la soluzione, se non un sistema computerizzato? Krummel infatti ha combinato l’insegnamento con la tecnologia. E con due braccia meccaniche e un monitor è riuscito a simulare con grande realismo un intervento di sutura chirurgica. Usando l’apparecchiatura, ha spiegato il chirurgo-inventore, gli studenti possono sentire l’operazione nelle loro mani mentre guardano cosa stanno facendo sul computer. Il sistema imita infatti le sensazioni che si provano nel praticare una vera operazione attraverso due apparecchi manuali provvisti di feedback sensoriale. Tre piccoli motori elettrici fanno in modo che il chirurgo "senta" la resistenza che fanno i tessuti agli strumenti maneggiati da chi sta operando, insegnandoli quanta pressione esercitare per infilare l’ago nella parte senza strapparla.

Nel frattempo il monitor del computer mostra come posizionare correttamente l’ago. L’apparecchiatura è paragonabile insomma ad un simulatore di volo: nessuno rischia, nessuno può restare ferito e i costi sono molto bassi. E gli studenti possono essere messi alla prova anche nella pratica, senza problemi.

Così se fino ad oggi i docenti di medicina e chirurgia dovevano ricorrere agli esempi più strani per insegnare una sutura ("provate sulla buccia delle banane, assomiglia alla pelle del viso..."), forse la tecnologia farà la differenza. Sempre il dottor Krummel, in base ai suoi tre principi per spiegare la medicina in modo "più sicuro, più efficace e più economico", ne ha pensata un’altra. Ha costruito un manichino computerizzato che imita un bambino, dove l’interno della bocca è in realtà provvisto di un sofisticato sistema di immagini elettroniche.

In questo modo i futuri medici possono imparare ad usare un broncoscopio per esaminare le vie respiratorie di un paziente in difficoltà: sul video ogni movimento fa apparire gli organi interni come si vedono durante un esame vero. Tutto senza dover spaventare veri bambini. E vere mamme.

a.m.