guard SCIENZA - Settembre 1997

 

L’imbarazzo via e-mail

 

Nuove tecnologie, fax e computer stanno facendo esplodere un’epidemia planetaria: la timidezza. Perché negli ultimi 20 anni le persone che hanno problemi nelle relazioni sociali sono passate dal 40 al 60 per cento della popolazione mondiale. "Colpa del mondo degli affari sempre più spietato e impersonale ma anche dell’informatica" dice il fondatore dello Shyness Institute della California. Così con la realtà virtuale che sta superando quella vera, per milioni di timidi parlare o sorridere al vicino di casa diventerà sempre più difficile

Tra i tanti problemi che l’era informatica comunque comporta questo sembra piuttosto curioso. Ma non del tutto inaspettato: e cioè un’epidemia mondiale di timidezza. A parlarne, come riporta il quotidiano londinese "Independent", è stato qualche tempo fa il professor Philip Zimbardo, relatore alla prima conferenza tenuta a Cardiff (Inghilterra) sull’argomento e fondatore dello "Shyness Institute" della California (come dire "Istituto per la timidezza").

La rivoluzione elettronica dominata da fax ed e-mail, è la sua tesi, ha fatto letteralmente esplodere il problema timidezza: il numero delle persone che soffrono di questo imbarazzo nelle relazioni sociali è cresciuto di un quinto negli ultimi vent’anni e le ultime ricerche parlano di un 60 per cento della popolazione mondiale che si riconosce come "timida". Nel 1972, quando cominciò lo studio del fenomeno, era il 40 per cento.

Il problema secondo Zimbardo è che le nuove tecnologie ed il mondo degli affari così impersonale, associati al declino nei rapporti sociali tra la gente, hanno portato ad un calo nella capacità di instaurare normali relazioni interpersonali.

Uno studio, ad esempio, ha rivelato che molti genitori (quelli più impegnati) spendono solo da sei a otto minuti al giorno per parlare con i loro figli. Così si comincia già da bambini a trascurare l’importanza del dialogo. E comunque la timidezza se non è vistosa non è vista come un grande problema e spesso il bambino se la porta dietro in silenzio. Ma Zimbardo ammonisce: "E’ una caratteristica potenzialmente letale: criminali come l’americano ‘Unabomber’, che spediva bombe-carta per protestare contro la tecnologia, sono stati descritti come ‘timidi patologici…’".

"Anche se noi pensiamo ai timidi come persone passive e facilmente influenzabili - spiega sempre Zimbardo - nello stesso tempo possono coltivare risentimento, rabbia e ostilità". I livelli di timidezza nel mondo ad ogni modo variano. In Israele una ricerca parla di circa un 30 per cento della popolazione che si definisce timida, mentre in Giappone è il doppio. Le differenze sono legate alla cultura e all’educazione, a come il successo e il fallimento viene vissuto in un determinato ambiente. Così mentre i genitori ebrei elogiano le "vittorie" dei figli e minimizzano le sconfitte, i bambini giapponesi vengono subito messi di fronte ai loro insuccessi e se ne sentono responsabili.

La paura di sbagliare alla fine influenza tutti gli aspetti della vita di un timido. "Le persone con questo problema spesso conoscono il sesso più tardi degli altri, hanno meno esperienze sessuali diverse e non le considerano piacevoli" dice il professore americano. Così succede che i "prostituti" gay di San Francisco descrivono il loro cliente tipo come "un uomo sposato e timido". Alla fine Zimbardo non vede grandi speranze per la folla dei timidi di tutto il mondo. La vita, spiega, sta diventando piuttosto dura per chi ha problemi di comunicazione sociale: "Con la realtà virtuale che supera sempre di più la realtà vera, diventerà ancora più imbarazzante per loro affrontare le normali relazioni sociali". Perché visto da dietro la quick cam e la posta elettronica il mondo, ai super-timidi, sembra più sicuro. Ma quando si apre la porta di casa non si possono cancellare le paure con un click del mouse.

a.m.