Index MUSICA - Settembre 1997

Quel diavolo sul palcoscenico

Lo Sferisterio di Macerata ha ospitato il Faust di Gounoud con la regia di Gilbert Deflo e la voce di Pietro Ballo. Una lettura moderna ma sempre rispettosa dell’originale. Quell’originale che più di 100 anni fa rischiò di subire le ire della censura vaticana. Ma che le superò grazie al nunzio apostolico di Francia Segur che durante una prova dell’atto più contestato rimase commosso dalla musica. Non dalle scene, perchè era cieco…

La XXXIII stagione lirica allo sferisterio di Macerata si è aperta con una importante produzione del "Faust" di Charles Gounoud che segue di pochi mesi quella rappresentata al teatro alla Scala di Milano. "Faust" è stato tratto dal capolavoro di Goethe e Gounoud narra nella sua autobiografia che si innamorò di questa vicenda ancora giovanissimo. E quando nel 1839 vinse all'unanimità il "Grand Prix de Rome" portò con sé il capolavoro goethiano.

Gounod, sempre nella sua autobiografia, dice che durante il soggiorno romano scriveva qualche motivo pensando che forse un giorno questi abbozzi musicali gli sarebbero serviti per comporre l'opera. E l'idea musicale della notte di Valpurga gli venne durante una passeggiata notturna al chiaro di luna sulle scogliere di Capri.

Ulteriori sollecitazioni a musicare il dramma gli vennero nel 1846 dopo la rappresentazione de "La Damnation de Faust" di Hector Berlioz e nel 1850 dopo l'andata in scena di "Faust et Marguerite" del musicista Couder su libretto di Michel Carré. Ma la decisione definitiva di musicare "Faust" venne dall'incontro di Gounoud con il librettista Jules Barbier che preparò una riduzione del dramma di Goethe assieme a Michel Carré. Nel 1857 "Faust" era già quasi pronto per la rappresentazione e l'opera avrebbe dovuto essere data al Theatre Lirique di Parigi. Era però andato in scena in un altro teatro un "Faust" con musiche di Ennery e il direttore del Theatre Lirique, Leon Carvalho, convinse prudentemente Gounoud di rinviare la prima rappresentazione della sua opera. Carvahlo per compensare questo rinvio commissionò a Gounoud l'opera " Le médecin malgré lui " che andò in scena con grande successo il 15 gennaio 1858.

Nel frattempo Gounoud terminò il suo "Faust" ed iniziò le prove tra mille difficoltà. Il ruolo di Margherita era affidato al soprano Delphine Ugalde ma la moglie di Carvahlo, soprano di discrete qualità, volle il ruolo per sè ed inoltre Gounoud dovette lottare con il direttore del teatro per i numerosi tagli che Carvahlo esigeva che fossero fatti data l'eccessiva lunghezza dell'opera. I librettisti Barbier e Carré pur avendo enucleato dal dramma di Goethe il solo episodio di Margherita ( tanto è vero che in Germania l'opera si intitola "Marguarete" ) stesero un libretto di vaste dimensioni e pertanto lo spettacolo avrebbe assunto una lunghezza eccessiva con sei ore di musica. Altro intoppo, non di poco conto, fu quello della censura che voleva togliere la scena della Cattedrale del quarto atto. Qui Gounoud ebbe una fortuna: ad una prova assisteva il Nunzio Apostolico monsignor Ségur che, pur essendo cieco, fu preso da una grandissima commozione e diede immediatamente il benestare per questa scena. Opera nata quindi tra mille difficoltà ma che è risultata un autentico capolavoro.

Andò in scena al Theatre Lirique il 12 marzo 1859 con i recitativi parlati ed ebbe un discreto successo. L'orchestrazione dei recitativi fu approntata per una rappresentazione a Strasburgo nel 1860 ed in Italia venne rappresentata al Teatro alla Scala l'11 novembre 1862.

Solo il 3 marzo del 1869 "Faust" venne rappresentato all'Opéra di Parigi con l'aggiunta del balletto della seconda parte della Notte di Valpurga.

L'edizione ascoltata allo Sferisterio di Macerata è stata di un ottimo livello. Faust era Pietro Ballo in perfetta forma che ha disegnato molto bene il personaggio con una voce perfettamente intonata in tutti i registri e con una penetrazione notevole nel suo ruolo. La Margherita di Luciana Serra è stata di notevole spessore, dolce e suadente nello splendido duetto del secondo atto, piena di spirito e di vitalità nella lunga aria dei gioielli e dolente nella scena della Cattedrale: una prestazione di grande qualità e di notevole impegno. David Pittsinger ha degnamente sostituito l'indisposto Colombara: voce potente, molto bene impostata ed una presenza scenica di grande effetto grazie alla capacità di muoversi con grande scioltezza. Apprezzabile il Siebel di Francesca Provvisionato e corretto il Valentino di Roberto Servile.

Donato Renzetti a capo dell'Orchestra Internazionale d'Italia ha particolarmente convinto con una lettura precisa, curando molto bene l'equilibrio tra orchestra e palcoscenico. Ottimo il Coro Lirico Marchigiano istruito da Stefano Colò. Schematiche ma perfettamente intonate le scene, completate dalle proiezioni sul muro che chiude l'immenso palcoscenico dello Sferisterio,

ideate da William Orlandi che ha pure creato i costumi. Interessante la regia di Gilbert Deflo con soluzioni originali specialmente nella presentazione di Margherita e nella scena di Valpurga: peccato che il balletto sia stato tagliato non per ragioni artistiche ma per altre ragioni facilmente intuibili. Successo franco e pieno da parte del pubblico che esauriva tutti i posti dello Sferisterio

l.m.