Index ECONOMIA - Agosto 1997

L’edilizia? Partiamo dalle fondamenta

Il neo presidente della sezione costruttori edili dell’Assindustria vicentina nella sua prima intervista dopo l'elezione che compare sull’ultimo numero di "Ingegneria e Costruttori" fa il punto su presente e futuro del settore. A partire dall’ancora irrisolto problema del blocco dei cantieri. Ma anche ad una selva di normative confuse o inesistenti che complicano il mondo delle costruzioni, dal costo del lavoro all’abusivismo. E chiede al governo di dare il via ad una vera politica di rilancio

"Per far ripartire il lavoro nei cantieri in maniera costante è necessario che il governo prenda provvedimenti strutturali. Dalle buone intenzioni bisogna passare ai fatti. E i fatti non possono fermarsi solo al tanto decantato decreto sblocca cantieri. Questo può essere un buon inizio, ma la complessità dei problemi che attanagliano il settore costruzioni impone al governo scelte più coraggiose. Prendiamo ad esempio il recente provvedimento sul lavoro in affitto: l’idea in sé potrebbe essere interessante, ma la normativa è un caos. Invece di stimolare l’incontro tra domanda e offerta, questo provvedimento è un guazzabuglio di lacci e lacciuoli". Pierandrea Aggujaro, neo presidente della Sezione costruttori edili dell’Associazione Industriali di Vicenza, non ha dubbi: "Se davvero si vuole rimuovere dalle secche l’edilizia, è necessario che il governo vari in tempi rapidi un pacchetto organico di interventi. Il rischio che si profila, altrimenti, è l’inevitabile destrutturazione del settore".

Aggujaro, che da tempo fa parte del comitato Ance per i rapporti sindacali e che nella veste di presidente dell’Ansfer in passato è stato anche membro del Comitato direttivo di Confindustria, arriva al vertice della Sezione costruttori vicentina in un momento delicato per la categoria. "Come nel resto del Paese – afferma – anche nel Vicentino il settore costruzioni deve fare i conti con livelli produttivi depressi. Se consideriamo la continua riduzione delle opere infrastrutturali, il ridimensionamento dei programmi di edilizia residenziale pubblica e il calo dell’edilizia privata, si comprende che lo scenario è sconfortante un po’ su tutti i fronti. Di questo passo, insomma, è difficile andare avanti. Come non bastasse, poi, nel campo dei lavori pubblici ci dobbiamo confrontare con una incertezza normativa a dir poco esasperante. Non è possibile che oggi la legge dica questo, domani dica dell’altro…"

Questi fattori di preoccupazione, voi costruttori vicentini li denunciate da tempo:

"E’ vero. Il mio predecessore, l’ingegner Gildo Vescovi, su tutte queste tematiche ha dimostrato caparbietà e autorevolezza. Ora si tratta di continuare su questa strada, inserendo quegli elementi di novità che appartengono alle caratteristiche professionali e umane del nuovo consiglio della Sezione costruttori. Ecco, come ben sanno i miei colleghi, l’esperienza da me maturata alla guida della Ferro Berica, che opera da oltre vent’anni nel campo della vendita in opera dell’acciaio tondo per cementi armati, mi ha permesso di collaborare con centinaia di imprese e quindi di conoscere bene pregi e difetti del settore costruzioni, sia a livello locale che nazionale e internazionale. Pur riconoscendo grandi meriti ai costruttori, la mia convinzione è che alle soglie del Duemila le imprese edili di casa nostra devono avere il coraggio di sprovincializzarsi. Il mercato sta cambiando, è in evoluzione: saper cogliere nuove opportunità e "modernizzarsi" è indispensabile ed assolutamente necessario".

Ma quali i limiti delle imprese di casa nostra?

"Devono investire di più sul versante organizzativo, della qualità, dell’innovazione. L’edilizia, rispetto all’industria, su questo è in ritardo ed il gap va colmato. Il nostro settore deve avere la precisa consapevolezza che investire in organizzazione, in politica gestionale, significa mettere solide basi per essere più competitivi. Va detto comunque che l’impegno delle singole imprese nell’innovazione non può bastare, se lo Stato non farà fino in fondo la sua parte".

Presidente, quali le linee guida che caratterizzeranno il suo mandato?

"La mia vuole essere una presidenza collegiale, mirata al "fare squadra": in quest’ottica ritengo opportuno coinvolgere direttamente i diversi componenti del Consiglio di sezione sulle varie tematiche che contraddistinguono il settore dell’edilizia. Dall’urbanistica ai lavori pubblici, solo per citarne alcune..

Ciò consentirà, ne sono convinto, un lavoro proficuo rispetto alle tante e complesse tematiche che il settore è chiamato, da qui in avanti, ad affrontare".

Quali i temi da affrontare subito?

"Ne dico solamente quattro, altrimenti l’elenco sarebbe piuttosto lungo. Le priorità riguardano, comunque, il costo del lavoro, l’abusivismo, la preoccupante carenza di manodopera qualificata nei cantieri e la mancanza di una politica del governo mirata al rilancio del settore, in modo da dare certezze sia sul piano del diritto che sul rispetto dei tempi amministrativi per rendere possibile una seria programmazione delle aziende.

Si tratta di quattro fondamentali argomenti a cui si deve dare risposta in tempi rapidi e sui quali la nostra categoria misurerà la credibilità del governo".

m.m.