Index Cinema - Settembre 1997


C’è Star Trek, e anche le stelle stanno a guardare…

Con nove film (il decimo e’ in fase di preproduzione) e oltre cinquecento episodi per la televisione, Star Trek e’ la saga più lunga della storia del cinema e di maggior successo. Tra i suoi fedeli spettatori si annoverano personaggi come il Dalai Lama, Rose Kennedy (la madre del presidente ucciso a Dallas), Gerald Ford e molti altri personaggi noti e meno noti in tutto il mondo. E oltre all’attrice nera Woophy Goldberg, sono apparsi sul set nomi come il fisico-genio Stephen Hawking. Così adesso raccontare la storia di questo mega-romanzo stellare a puntate è un po’ come raccontare una leggenda

Quando l'8 settembre 1966 fu messo in onda il primo episodio di Star Trek non erano in molti a pensare che quella sera si sarebbe aperta una nuova era non solo per i viaggi spaziali, ma anche per una lunga serie di generazioni di telespettatori di tutto il mondo, che avrebbero fatto di Star Trek la saga televisiva più amata della galassia fino ai giorni nostri.

E tra coloro i quali ipotizzavano un successo "planetario" di Star Trek non c'era nemmeno Gene Roddenberry, l'ideatore delle avventure dell'Enterprise, morto nel 1991 (proprio nell'anno del venticinquennale!), le cui ceneri sono state disperse in uno degli ultimi viaggi dello Shuttle, rendendo finalmente utile la navicella spaziale americana e consacrando la vita di un uomo, che ha regalato a tutti noi alcune tra le più belle storie di fantascienza, mai scritte.

I settantanove episodi che andarono in onda tra il '66 ed il '69 ebbero un immenso successo, pressoché immediato. Mentre, infatti, da Saigon Walter Kronkite raccontava agli americani le atrocità della guerra del Vietnam; Kirk, Spock, McCoy e gli altri numerosi personaggi proponevano agli stessi telespettatori un modello di vita democratico, tollerante ed antimilitarista, che ben poteva far sperare per un ventiquattresimo secolo migliore.

Il comandante Kirk (l'attore William Shatner) ed il vulcaniano dalle orecchie a punta Spock (l'attore Leonard Nimoy) erano, agli occhi del pubblico, l'incarnazione rispettivamente del sentimento e della ragione, capaci di azioni logiche miranti alla realizzazione della pace universale, sebbene continuamente ossessionati dai nemici dell'Impero Klingon, una sorta di integralisti, barbari e guerrafondai che mettevano in serio pericolo la Federazione Stellare e le basi di uguaglianza che la ispiravano.

Chi ha visto nei Klingon, la subliminale ossessione tutta americana, del comunismo e dell'Unione Sovietica deve essere stato sicuro di avere ragione, quando all'indomani della caduta del muro di Berlino e del golpe di Mosca, uscì al cinema il sesto episodio cinematografico della serie: Rotta verso l'ignoto in cui l'impero Klingon era costretto a firmare la pace con la Federazione a causa di un'esplosione di un satellite minerario che aveva contaminato tutta la Galassia. Tutto questo in una sorta di allegoria "stile Chernobyl" in cui il cancelliere Gorkon non poteva non ricordare per audacia e bonomia, quel Gorbaciov che tanto aveva fatto per abbattere la cortina di ferro.

Star Trek era già entrato nella storia mondiale della Tv per il primo bacio interraziale (tra la nera ufficiale Uhura e il bianco comandante Kirk) mai visto prima sul piccolo schermo. Ma questo non bastò. Una stupida collocazione in una fascia oraria sfortunata fece precipitare gli ascolti della serie e il viaggio quinquennale dell’Enterprise si interruppe abbastanza ingloriosamente.

Quando, però, il passaggio degli episodi - venduti dalla Nbc alle emittenti locali - coagulò di nuovo un enorme numero di fans intorno alla serie, ecco che il viaggio dell’Enterprise poteva avere un nuovo inizio. Stavolta non in Tv, ma sul grande schermo.

Così alla fine degli anni settanta il modello di tolleranza proposto da Star Trek continuava a riscuotere consensi tanto che, nel 1979, Roddenberry decise di far reindossare a tutti i membri dell'equipaggio le divise della Federazione e farli partire alla volta di un nuovo viaggio interstellare, questa volta, però, riservato solo alle sale cinematografiche... Star Trek, il film sulla scia dell’enorme successo di Guerre Stellari fu un nuovo inizio non solo per la saga di Kirk & Co., ma anche per un nuovo tipo di fantascienza.

Nacquero così delle vere e proprie "perle" con prospettive e ideali adatti alla nuova epoca, senza rinnegare il passato, costruendo, anzi, su esso le basi per la versione anni Ottanta della serie. Tra questi film vanno segnalati: Star Trek 2: l'ira di Khan, in cui Spock muore per risorgere, poi, nel film successivo Star Trek 3: alla ricerca di Spock, in cui va distrutta la vecchia astronave Enterprise e Star Trek 4: viaggio verso la terra, metafora dell'ambientalismo più sfegatato che aggiunge, di peso, l'ecologia tra i problemi più urgenti del nostro mondo, rivisti e corretti nell’ottica fantascientifico-trekkiana.

La voglia di Star Trek non si smorzava, però. Poco, a poco sorgeva la convinzione di dover girare nuovi episodi televisivi incentrati sull'Enterprise. Roddenberry, nel 1987, decise così di dar vita alla nuova serie Tv dal titolo Star Trek: the Next Generation, ambientata su una nuova Enterprise dello stesso secolo della prima Enterprise di Kirk & Co., ma successiva di settantotto anni.

Un nuovo equipaggio (tra cui un Klingon - Udite ! Udite ! - addetto alla sicurezza) al comando di un nuovo comandante Jean-Luc Picard (il navigato attore shakespeariano inglese Patrick Stewart) ed una serie di avventure più adatte agli anni Novanta, che non tradivano, però, lo spirito originario e che riscossero subito vasti consensi da parte della critica e del pubblico.

E tale e tanto fu il successo che l'ultima decisione di Rodenberry prima di morire fu quella di creare uno Spin-off, ovvero una serie derivata da The Next Generation (la cui ultima puntata nel 1994 ha avuto circa 54 milioni di telespettatori nei soli Stati Uniti), che si chiama Deep Space Nine e che oggi è arrivata al suo quinto anno di vita, dove il comandante della stazione spaziale Benjamin Sisko è per la prima volta un attore di colore.

Il 1995 è, però, l'anno della consacrazione e del caos all'interno dell'universo di Star Trek. Se da un lato, infatti, esce il film Generazioni, in cui i due capitani Picard e Kirk si incontrano, a causa della trama incentrata sul rapporto Kirk-Picard gli attori che danno il volto a McCoy, Uhura, Sulu e lo stesso Spock, se ne vanno via sbattendo la porta, non apparendo, dunque, nel film.

Se fin qui ce n'era abbastanza per scioccare i fans, quando dopo la prima ci si accorse che nel film Kirk muore, la notizia fece d'un balzo il giro d'America scatenando la rivolta popolare dei Fan club, che passarono subito al contrattacco. Togliendo a Kirk e Picard la tessera onoraria di soci del club ed indicendo un sondaggio tra gli iscritti che proponeva loro il seguente quesito: "Se foste imbarcati sull'Enterprise e la nave fosse in pericolo, da chi vorreste essere comandati?" Quasi l'unanimità delle persone ha scelto Kirk, come comandante ideale, creando così grande imbarazzo tra la produzione, che, sebbene stia già mettendo in cantiere un nuovo film con Picard & Co., si trova ora di fronte al dilemma se risuscitare o meno il comandante più amato dell'universo.

Non sappiamo come andrà a finire. Quello che è certo è che quando un paio di anni fa è andata in onda la prima puntata del quarto serial televisivo ispirato dalle gesta degli uomini della Federazione: Star Trek : Voyager, stavolta con il comandante donna Kate Janeaway, non erano in molti a girare per le strade di New York. Come dire: pace, tolleranza, democrazia ed ecologia continuano ad affascinare i telespettatori dell'intero globo terracqueo e fanno pensare che la storia dell'Enterprise debba continuare nonostante i piccoli screzi ed i piccoli drammi all’interno dell’universo dei trekker. "Là fuori", dunque, da trent’anni ci sono molte navi stellari e molti capitani ed eroi. Almeno uno per ogni generazione di telespettatori.

Marco Spagnoli