Index Cinema - Settembre 1997


Noi siamo i Borg, figli del Golem

Nell’ultimo film per il cinema della serie di Star Trek tornano i terribili alieni metà uomo e metà robot che vogliono assimilare tutto e tutti. Un’idea che ricorda in qualche modo la creatura del mito ebraico, senza coscienza e nata dall’argilla. Ma che trova, nelle vicende dell’astronave più famosa del mondo, il suo anti-Golem: l’androide intelligente Data, che anche se perfetto vuole a tutti i costi diventare umano. Errori compresi

La mitica figura del Golem, personaggio mitico della Kabbalah ebraica, reso celebre dal film di Mornau e dal libro di Meyernick trova un cyber adattamento nell’ultimo film di Star Trek, ottavo capitolo di una serie che è destinata a non finire. In questa pellicola, infatti, temibili avversari che vogliono "assimilare" la Terra e di fronte ai quali "ogni resistenza è futile", sono i Borg. Sebbene questo nome possa avere qualche reminiscenza tennistico-svedese, in realtà questi alieni, provenienti da un distante angolo della Galassia, sono degli esseri mezzi organismo vivente e mezzi macchina.

Nati come esseri vivi, sacrificano la loro organicità ad un innesto di materiale cibernetico, che serve a migliorarli, eliminando le debolezze e le impurità umane. Oltre a questo essi sono guidati da una coscienza collettiva. "Noi siamo Borg, ogni resistenza è futile." è il loro motto dinanzi al quale nessuna razza di nessun pianeta può opporsi. La loro spaventosa tecnologia è talmente superiore a quella degli altri che impedisce qualsiasi dialogo e qualsiasi negoziato, loro sono i più forti, sempre e comunque, e lo sanno.

Il destino degli esseri umani in Star Trek 8 è quello di "venire assimilati" ed il tocco del Borg, così come quello dello zombie, come il morso del vampiro, come la "mano del morto" nelle fiabe medievali napoletane tocca "rendendo uguali", "rendendo simili", rendendo Borg, esseri con una coscienza e con un’individualità collettiva. Nella serie televisiva Star Trek : The Next Generation, avevamo visto, è vero, che un Borg recuperato dall’Enterprise di Jean Luc Picard, poteva conquistare una coscienza individuale, assumere un’ identità, fino addirittura ad accettare un nome e dire "Io sono Borg". Ma si sa: l’individualità in un collettivo schiacciante come quello dei Borg non paga ed ecco che se non ci mettesse lo zampino l’Enterprise NCC1701-E di Jean Luc Picard , l’umanità farebbe una brutta fine, "borghizzata" ed asservita ad una regina Borg che, di certo, non è né Elle MacPherson, né Naomi Campbell.

Come in ogni tragedia che si rispetti, anche in Star Trek 8 c’è un antagonista designato per i Borg : l’androide Data. Così, infatti, come i Borg auspicano di migliorare le loro imperfezioni umane tramite impianti cibernetici, così il programma di perfezionamento interno al cervello positronico di Data impone all’androide una spasmodica ricerca della propria umanità. Data, in questo senso è l’anti-Golem, per eccellenza.  Lui che è già perfetto e che non vuole esserlo più, visto che, ad onta delle proposte oscene della Regina Borg, vuole diventare un essere umano. Il "più possibile" umano. Data, dunque, rappresenta l’alterità per eccellenza. Metafora di un’umanità intesa come valore e conquista, la sua simpatia ed il suo umorismo costituiscono la base dello stridente contrasto tra la sua "solarità" individuale ed il tristemente metallico grigiore collettivo dei Borg.

Oltre a tutto questo, la regina Borg come il diavolo tentatore del deserto, offre a Data la possibilità di un'umanità "impiantata" tramite la tecnologia Borg e raggiunta senza alcuna fatica, o quasi. Il prezzo di questo miracolo è quello di tradire gli amici umani e consegnare l’intera astronave ai Borg. Una piccola cosa in confronto alla realizzazione del sogno di una vita cibernetica, eppure senza appeal, senza fascino, perché ricevuta e non conquistata : l’umanità non è un giocattolo. Come diceva il tragico greco Eschilo "il dolore giova a saggezza" e non è possibile, dunque, essere né saggi, né umani senza il dolore della conquista e dell’assimilazione quotidiana dell’esperienza.

Data, che queste cose le saprebbe anche se sul piatto non ci fosse la vita dei suoi amici, come ovvio nella logica trekkiana non cederà alla cyber-tentatrice. Eppure, come confesserà poi al capitano Picard, per 0.8 secondi avrà avuto un’esitazione. Pochi attimi, si penserà: una minuscola inezia, un peccato veniale per un umano. Già, ma come ricorderà lo stesso Data "un’eternità per un androide".

m.s.