guard SCIENZA - Agosto 1997

Il re è morto, viva la regina

 

Oramai è un’evidenza scientifica che la donna vive più dell’uomo: fino agli anni ’50 eravamo pari, ora ci sono quasi 8 anni di differenza. Ma nessuno sa dire perché. Ora un libro di una gerontologa americana prova a dare una risposta al problema. E dice che l’uomo muore prima perché è troppo macho, rigido, aggressivo e amante del potere. Mentre la donna, discriminata fin dalla nascita, ha imparato ad essere flessibile, tollerante, comunicativa, non vive di solo lavoro e sa chiedere aiuto agli altri

 

Che è così lo sanno tutti, il perché non lo sa nessuno. L’unica risposta, forse perché è la differenza più grande tra i due sessi, è che "la donna deve fare figli e l’uomo no". Il problema? La maggior longevità delle donne rispetto agli uomini, un argomento che a tutt’oggi non ha una spiegazione scientifica. Così il fatto che la gravidanza e la cura dei figli abbiano fatto la femmina più resistente del maschio resta per ora solo una chiacchiera da bar. Così la domanda resta: perché la donna vive più a lungo dell’uomo?

I dati parlano chiaro: oggi l’aspettativa di vita per un uomo è in media di 72 anni, mentre per la donna è di 78,8. Una differenza che ha iniziato a farsi sentire a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, a riprova che di genetico non c’è nulla. Così, forte di queste osservazioni, Royda Crose, direttrice del Centro di gerontologia della Ball State University di Muncie nell’Indiana (Usa), ha scritto un libro. Per dire che la donna, forse, campa di più solo grazie al suo carattere più flessibile, tollerante e comunicativo. Mentre l’uomo, schiavo del potere, si consuma nella sua rigidità, aggressività e mancanza di sentimenti.

"Se l’uomo non fosse così ‘virile’ vivrebbe di più" dice la dottoressa. Così avanti con l’elenco: i maschi intanto fumano più sigarette delle femmine e bevono molto di più, nel senso di alcolici. Non basta: hanno tre volte più probabilità di morire in incidenti (e già, di che sesso sono i rappresentanti da 500 km al giorno in auto e i muratori dei cantieri edili?), e sono quattro volte più a rischio di essere vittime di omicidi. Dopo i 65 anni poi gli uomini si suicidano molto più frequentemente delle donne.

Ma le cose sono anche più sottili, secondo lo studio della Crose: molti uomini in età di pensione sono abituati ad avere privilegi e potere (anche solo in famiglia), e non hanno mai conosciuto la discriminazione. Spesso non hanno mai sofferto per differenze sessuali o per questioni razziali. Insomma non si sono mai posti il problema di cosa significhi essere vulnerabili e dipendenti. Tutte cose, ovviamente, che le donne vivono da quando vengono messe al mondo. Così al momento del pensionamento il maschio si sente "out" e non sa come reagire.

Uno dei motivi che avrebbe spinto la specialista in neurologia a scrivere il libro ("Perché le donne vivono più degli uomini… e cosa gli uomini possono imparare da loro"), è la paura per l’educazione che ricevono i suoi figli e nipoti. "L’ideale da macho che gli uomini trasmettono impedisce ai bambini di chiedere aiuto in caso di bisogno e li guida invece verso comportamenti estremi come la violenza, l’abuso di droghe e alcool e abitudini forzate come la guida pericolosa. Cose che accorciano la loro vita e li prepara ad una precoce vecchiaia di malattie.

Guarda caso la forbice della mortalità maschio-femmina si è allargata a partire dagli anni ’50, quando la donna ha iniziato ad acquisire maggiore coscienza di sé. Con il lavoro, la maggior salute ma anche con la conquista di maggiore equilibrio tra la parte maschile e quella femminile che c’è all’interno di ognuno. Tant’è che fino al 1950 l’aspettativa di vita maschile media era di 49, 7 anni contro il 50,9 femminile. Poi il gap si è fatto abissale. "Al mondo nascono circa metà donne e metà uomini, ma ad andarsene sono prima i maschi. Questo perché l’uomo è ancora compreso nel suo vecchio ruolo di macho". Le donne, ancora, a differenza dei maschi soffrono già da giovani di malattie e depressioni. Cosa che se le sfavorisce subito le costringe però a costruirsi delle difese interne per aiutarle a evitare ricadute. "Una donna che perde il lavoro o va in pensione ha altri ruoli da coprire. Un uomo invece si identifica totalmente nel suo lavoro, così poi non sa cos’altro fare". Ed è nata così la mostruosa creatura del pensionato che guarda per ore gli operai al lavoro nei cantieri stradali. Certo anche la donna va incontro allo stress, dice sempre Royda Crose, dovendo destreggiarsi ogni giorno tra mille responsabilità. Ma ha almeno quattro armi vincenti che le regalano alla fine una vita più lunga. Vediamole.

La Resistenza: gli uomini sono "duri", ma non esattamente resistenti. Cioè tu puoi resistere ad una malattia, ma una volta che l’hai presa, devi imparare ad adattarti, conviverci, recuperare, fartene una ragione. Le donne sono molto più abili in questo: imparano a vivere con la sfortuna e le difficoltà e crescono nonostante questa.

La Flessibilità: le donne sono più tolleranti, più flessibili psicologicamente ed emotivamente. Sono flessibili perché devono rivestire ruoli diversi nella vita (madre, moglie, amante, amica, consigliera, seduttrice, compagna, educatrice oltre che lavoratrice, ecc.). Molti uomini spesso conoscono solo due emozioni: o "sto bene" o "sono incazzato".

La Comunicatività: le donne hanno maggiori capacità nell’accettare e cercare aiuto. Sviluppano spesso una rete di interessi e risorse con le altre persone. Riescono a sopravvivere ai dolori della vita affidandosi agli altri quando non possono contare solo su sè stesse. L’uomo è molto più solo.

L’Impegno sociale: molte donne sono fortemente coinvolte anche al di fuori della famiglia o di sé stesse. Sono volontarie in qualche associazione, aiutano anziani e malati, lavorano in parrocchia o altro. Tutto meno che restare a guardare la televisione a bere birra e divorare patatine. Questa vita di relazioni e impegno dà un ulteriore vantaggio "vitale" sull’uomo.

Per tornare alle cose semplici, gli uomini sono anche sfavoriti dalla conformazione fisica e dalle abitudini "sportive". "E’ il principio della mela e della pera – spiega miss Crose – La distribuzione del grasso nel corpo è importante. L’uomo tende ad accumularlo vicino al cuore, la donna nelle anche e nelle gambe. Cioè ha una forma "a pera", che è meno pericolosa per la loro salute". Tra l’altro le donne, quando invecchiano, sono più propense a fare esercizio fisico degli uomini (questo forse vale di più per le donne americane: ndr), magari in compagnia. Gli uomini (ma siamo proprio così ritardati?) da giovani vanno in palestra a fare pesi e da vecchi vanno al bar a bere bianchetti e giocare a carte.

"Si dice che l’uomo con l’età diventa un distinto signore mentre la donna diventa vecchia e basta – dice la gerontologa – Beh, neanche questo è vero. La vita della donna invecchiando migliora: diventa più indipendente, più libera e più determinata". Conclusione? Per campare di più, cari signori, fate meno gli uomini-Denim-che-non-devono-chiedere-mai e versate magari qualche lacrima in più. Per l’uso dei ferri da calze, ci stiamo attrezzando.

a.m.