guard SCIENZA - Agosto 1997

Mars Pathfinder

In dicembre l’abbiamo presentata e gli abbiamo dedicato un saluto visto che partiva per terre a dir poco lontane. Ora che è arrivata a destinazione, la riprendiamo. Assieme probabilmente a qualche decina di milioni di persone che vogliono seguire l’avventura su Marte della sonda Mars Pathfinder.

Il 4 luglio, chiusa in un guscio che la fa assomigliare ad una vongola spaziale, ha attraversato l’atmosfera rosea, leggera e rarefatta del pianeta rosso alla esagerata velocità di oltre 22 mila km l’ora. Poi, sfruttando una prima "frenata" dello scudo protettivo ha aperto un paracadute. Ma ancora viaggia a circa 1500/ 2000 km l’ora: a un po’ meno di 10 km da terra ha perso lo scudo, ora cade a 350/400 km l’ora. Il modulo di atterraggio si "allontana" ma resta appeso al paracadute, a 1,5 km dal suolo entra in funzione un altimetro e la velocità scende a 200/250 km l’ora. A 300 metri dal suolo si gonfia l’airbag, cioè i palloni da 5 metri che circondano la sonda. A 50 metri da terra si sono accesi i retrorazzi. Poi, a pochi secondi dall’atterraggio, si è staccato il robot e quello strano tetraedro formato da palloni ha toccato Marte a 60 km l’ora, rimbalzando come la mitica "palla magica" fino a 100 metri di distanza. E, nel silenzio della notte marziana (a dire il vero, vento a parte, c’è silenzio anche di giorno…) Mars Pathfinder ha sgonfiato i palloni e aperto tre grandi petali per mettersi "open air".

Dispiegati i pannelli solari, ha atteso l’alba di Marte per caricare energia. Poi, circa due ore dopo, ha liberato la mini-auto, il Rover o Sojourner: quella specie di scatola da mezzo metro di lato con sei ruote indipendenti che se ne va adesso in giro per il pianeta rosso (o almeno per una decina di metri intorno alla sonda) ad analizzare campioni di roccia e spedire le immagini riprese dalla sua telecamera sulla Terra.

Mars Pathfinder dovrebbe lavorare per almeno 30 giorni, anzi 30 sols (un sol è un giorno marziano che corrisponde a 24,6 ore terrestri). Per il Rover invece sono previsti sette giorni, che la Nasa spera siano rinnovabili. In realtà contano che la sonda trasmetta dati metereologici per quasi un anno, e che il piccolo Sojourner, mosso da un pannello solare, non si fermerà prima di 30 giorni.

Due gli scopi della missione. Il primo è analizzare l’atmosfera di Marte e quella di superficie, la geologia della zona, la forma e la struttura delle rocce marziane e del suolo. Il Rover è dotato di spettrometro a raggi x per studiare il suolo del pianeta. In più due telecamere per l’invio delle immagini. Non sono state programmate analisi per cercare segni di vita, ma comunque parte degli esami aiuteranno a dare, se c’è, una risposta.

L’altro obiettivo, e forse il principale, è sperimentare la tecnologia (sono 25 i nuovi sistemi di cui è dotata Mars Pathfinder) per i lanci futuri. Quelli che in teoria dovrebbero preparare per il 2010 o giù di lì la missione umana su Marte.

Inutile dire che su Internet c’è da sbizzarrirsi. Al numero uno c’è il sito super aggiornato e completo della casa-madre di Mars Pathfinder, la Nasa: www.jpl.nasa.gov/mpfmir

Se incontrate problemi di sovraffollamento, niente paura perché sono previsti numerosi "mirror" (anche se molti negli Usa). Ci sono poi molti altri siti dedicati all’evento, senza contare quelli dei giornali come la Cnn che dedicano pagine speciali alla sonda: www.cnn.com/TECH/9706/pathfinder

Tra l’altro molte delle aziende che hanno partecipato alla missione si stanno facendo belle su Internet. Come la Sun Microsystem, che ha preparato anche un viaggio virtuale, una specie di giochino su base java, dove via Internet si può guidare il mars-rover in giro per la sabbia rossa del pianeta. La rivale Silicon Graphics invece elaborerà delle immagini in 3-d della zona per permettere a chi realmente guida da terra il rover di sentirsi come se fosse a bordo. Insomma siamo o no nell’era della realtà virtuale? Si, ma per ora non sorpassa certo quella "vera". Perché se i metereologi spaziali hanno ragione, Mars Pathfinder vedrà (e ci farà vedere ma dalle telecamere) qualcosa che nessun uomo ha mai visto finora: un incredibile, gelida, inquietante alba di colore blu.