Index PRIMOPIANO - agosto 1997

Professore, ho bisogno di input

Il futuro della scuola secondo il governo ha due nomi: autonomia e innovazione tecnologica. In altre parole meno burocrazia e via libera a computer e Internet in classe. Con tutti gli istituti collegati in rete fra loro e aule multimediali. Una rivoluzione per la didattica in Italia appena uscita dal concetto di "penna e calamaio". E ancora frenata da centralismi e poteri difficili da superare

Facilitare l’accesso ad Internet e anticipare le innovazioni telematiche in una strategia di rete nel sistema di comunicazione: questi gli obiettivi prioritari per la formazione del personale della scuola proposti dal Ministero della Pubblica Istruzione a partire dal prossimo anno scolastico. L’ambizioso progetto è stato presentato e discusso nel recente seminario nazionale interdirezionale "La comunicazione nella formazione" riservato ai referenti provinciali del settore aggiornamento. La partecipazione di direttori generali, sottosegretari e di tutto lo staff del ministro Berlinguer ha dimostrato l’attenzione del ministero della Pubblica istruzione verso la centralità dell’uso degli strumenti multimediali per migliorare l’organizzazione scolastica e la didattica.

Contestualmente al quadro di autonomia e di riforma dei cicli è necessario, infatti, che si connetta una capacità di indirizzo nazionale e una forte innovazione tecnologica. Per questo il ministero della P.I. sta operando lungo due grandi linee strategiche. Da un lato, in applicazione della legge "Bassanini", sta costruendo un modello di organizzazione scolastica che rafforzi una progettualità unitaria a tutti i livelli e che integri le risorse professionali e finanziarie per superare la frammentazione degli interventi in tema di aggiornamento, educazione alla salute, promozione del successo formativo e attività integrative e complementari rivolte agli studenti. Dall’altro sia con investimenti specifici rivolti alla formazione dell’uso della multimedialità, sia mediante accordi con la Telecom e con la Rai Educational, viene data centralità ai collegamenti telematici per raccordare in rete le scuole e attrezzare aule multimediali.

Per quest’ultimo aspetto va ricordato l’imminente intesa con la Telecom che prevede la facilitazione delle scuole con l’accesso gratuito ad Internet, la riduzione del 50% delle spese telefoniche dopo i primi quindici minuti di collegamento e l’avvio a settembre di un canale satellitare europeo riservato ai programmi educativi programmati d’intesa con la Rai. Accanto a questo intervento generale è stato suggerito dal direttore generale Martinez, che è incaricato dal ministro Berlinguer a seguire questo settore, di attivare a livello di singoli provveditorati specifiche intese con le piccole e medie imprese che svolgono attività rivolte all’educational per l’organizzazione e la progettazione di comunicazioni interattive locali, piuttosto che per la fornitura di provider di collegamento.

E’ stato ribadito da tutti gli interventi che la struttura irrimediabilmente non gerarchica delle reti e l’impossibilità pratica del controllo gerarchico, se non in limitati contesti, ha fatto saltare la vecchia organizzazione piramidale dell’istruzione e quindi va pensato, in tempi molto rapidi, un nuovo modello organizzativo: il sistema sta assieme perché ci sono regole generali minime e i controlli avvengono in funzione di ciò che accade in un determinato contesto. Anche la vecchia metodologia della lezione in aula dovrà andare in soffitta. Se la comunicazione interattiva è il "medium" attraverso cui noi apprendiamo, l’elaborazione della conoscenza e la selezione delle informazioni divengono le azioni educative più significative per interagire con i ragazzi d’oggi che ora apprendono prevalentemente con le immagini e non trattengono più l’attenzione con la lettura.

Per dare concreta attuazione a queste linee strategiche il ministero della P.I. ha aperto delle pagine Web all’interno del sito internet (http://www.bdp.fi.it) presso la Biblioteca Pedagogica di Firenze con la funzione di facilitare la circolazione delle informazioni scuole-ministero-scuole; scuole-scuole; scuole-enti locali; società-scuola. Il sito fornisce informazioni su provvedimenti e iniziative del ministero, su eventi e attività delle scuole. Anche gli studenti, che sono organizzati in consulte degli studenti a livello provinciale con il supporto tecnico degli uffici educazione alla salute, hanno un loro sito nazionale (http://www.bdp.fi.it/studenti) per favorire il loro coinvolgimento e la loro partecipazione attiva con un rapporto più informale, diretto e interessante con le istituzioni.

Anche 12 provveditorati (fra cui Milano, Vicenza, Venezia, Padova, Treviso) hanno aperto siti provinciali spesso in raccordo con gli enti locali e numerosi istituti scolastici hanno attivato siti particolari. Questa attività sperimentale pone il problema dell’organizzazione e il trattamento dell’informazione. Ad esempio si è discusso su come individuare standard di catalogazione oppure come strutturare i "magazzini" di materiali da trasferire, il raccordo fra informazioni provinciali, di singola scuola, nazionale e degli enti istituzionali(comune, provincia, regione ecc.). Infine, anche sulla sollecitazione del professor Sebastiano Bagnara, direttore dell’istituto nuove tecnologie del Cnr di Genova, si è posto il problema dell’esperienza di utilizzo di forum di discussione, e quindi utilizzare la posta elettronica in funzione dello scambio di esperienze e di ricerca pedagogica.

Un recente provvedimento ha stanziato finanziamenti per un primo intervento a favore delle scuole che, secondo i provveditorati, sono già pronte per attivare delle stazioni multimediali per la didattica. L’assegnazione di materiale hardware è accompagnato da finanziamenti (circa 3 milioni per scuola) per la formazione dell’uso in aula delle nuove tecnologie. Tutto questo avrà esiti positivi se vi sarà necessariamente un raccordo fra le scuole interessate e interventi formativi con personale professionalmente competente.

Ma questi interventi potranno risultare efficaci e trovare consenso a patto che la vecchia concezione centralistica della scuola sappia rinnovarsi in fretta e soprattutto favorisca le molte e interessanti innovazioni sperimentali che sono già in atto ma che vengono poco valorizzate. Ciò che è emerso nel seminario è l’arretratezza organizzativa e culturale delle amministrazioni periferiche della scuola che, in momento delicato di passaggio dalla logica burocratica e formale a quella progettuale per obiettivi con il monitoraggio e la valutazione dei progetti, preferisce arrestare il processo di cambiamento per dimostrare che nulla è cambiato. Non comprendendo appieno che l’autonomia non è un dato statico ma dinamico che richiede corresponsabilità, gestione collegiale e integrata dei servizi, utilizzando metodologie organizzative fortemente innovative (ad esempio il "groupware", o l’ "empowerment" che prevede strategie di sviluppo organizzative centrate sulla persona).

Se da un lato gli indirizzi nazionali stanno rafforzando una politica dell’autonomia promuovendo "scuole forti" che sappiano essere soggetti collettivi di promozione della formazione in collegamento a rete con il territorio locale e con gli altri istituti, dall’altro si assiste a un’assenza di iniziativa territoriale che sappia fornire servizi e supporti, richiesti dalle stesse scuole, per la costruzione del processo di autonomia, di cui la multimedialità è uno degli strumenti più rilevanti. Per quasi tutte le strutture periferiche dell’amministrazione scolastica l’autonomia della scuola è intesa come trasferimento e o decentramento di competenze e responsabilità alle singole scuole, senza assumere quel necessario ruolo di indirizzo e di coordinamento che qualsiasi organizzazione deve darsi, anche perché questo richiedono i capi d’istituto e gli utenti. L’art. 21 della legge 59/97 (comunemente detta "Bassanini 2") prevede l’autonomia della scuola nel rispetto degli obiettivi del sistema nazionale di istruzione e degli standard di livello nazionale. Quindi il ruolo di indirizzo, non di gestione né di amministrazione, sarà assunto a livello nazionale e territoriale.

Si tratta di una rivoluzione culturale e professionale che trova nella telematica e nel sistema di comunicazione a rete lo strumento operativo. Per questo a tutti i livelli la formazione è comunicazione e la comunicazione è formazione. Una sfida che costringe tutti dai direttori generali ai provveditori, dagli esperti e ispettori ai presidi, dagli insegnanti al personale tecnico a rivedere i loro modi di lavorare e le loro sicurezze burocratiche o formali. Il cambiamento della scuola passa attraverso e non contro questa logica innovativa.

Marco Appoggi