Index Cultura - Agosto 1997


L’anima difettosa

Un male di vivere che è una malattia e non un semplice stato d'animo. E che non è nato ieri. Una volta si chiamava esaurimento nervoso, e si curava con pillole, riposo e buffetti sulla guancia. Adesso viene chiamata depressione. Tanti ne parlano ma nessuno sa ancora bene cos’è: una malattia organica o un dolore dell’anima. O tutti e due. L’unica cosa certa è che nessuno può dirsi immune dal male oscuro

Ultimamente la depressione si è spostata dai luoghi chiusi e segreti degli studi specialistici al centro dell'attenzione pubblica. Giornali e televisioni l'hanno lanciata, personaggi e libri l'hanno raccontata. Ha conteso le copertine ai drammi della cellulite, ai battibecchi infantili dei politici, ai grandi misteri. Le pagine colorate delle pubblicazioni femminili hanno collezionato dossier, testimonianze e interventi di esperti più o meno illustri.

Soprattutto i casi di suicidio hanno fatto notizia, meglio se si trattava di giovani, giovanissimi, addirittura bambini.

Si poteva intuire un sottile piacere nelle cronache sommarie e compiaciute di queste esistenze appena sbocciate. Vite di pochi anni, fresche e pulite, senza macchie o guasti o malanni, che sono state gettate nella spazzatura come bottiglie vuote. Cuccioli sani e di buona famiglia che si sono uccisi in compagnia, lasciando poche righe d'addio. Ma ci sono state anche esistenze mature e complete, indipendenti e senza malattie, vergogne o disoccupazione, spezzate da un gesto frettoloso.

Quante morti inspiegabili, che non rientrano negli schemi soliti e li inquinano con dubbi inquietanti. Morti che finalmente hanno trovato una spiegazione. La colpevole è lei: la depressione, la malattia fumosa che colpisce e uccide anche chi avrebbe tutto, ma proprio tutto, per poter vivere bene. Una malattia colorata di rosa e di nero, che non evoca ferite o tumori ma stucchevoli tristezze. Un malessere capriccioso che porta alla morte, e che non a caso colpisce soprattutto le donne.

Come capita spesso, due fazioni si sono contese l'onore di possedere la parola magica per far luce su quello che una volta veniva chiamato il male oscuro. Da una parte psichiatri dalle idee chiare e aguzze affermano di aver risolto una volta per tutte il mistero della natura umana. In poche parole, secondo costoro noi funzioniamo come automobili. Se siamo sani, il nostro motore è in grado di affrontare anche strade in salita. Il motore dei depressi invece è difettoso. In salita non ce la fa, o magari si guasta da solo, viaggiando su una pianura che sembrerebbe facile anche per una bicicletta. Nient'altro che un difetto di fabbricazione: basta questo a risolvere qualsiasi dubbio molesto.

Per fortuna, non è necessario sopprimere le autovetture difettose ("esistenze indegne di essere vissute", secondo la definizione dell'ideologia nazista). Il motore può essere riparato, il guasto è stato individuato nella serotonina. E la serotonina spiegherebbe anche il fatto per cui la depressione colpisce le donne più degli uomini: il cervello femminile la produce più lentamente. Semplice, no? Dall'altra parte, in campo avverso troviamo psicologi, psicoanalisti e altri psico-cosi, oltre ad una vasta fauna di esperti di cose umane (religiosi, stelline e stellone televisive, giornalisti, commercianti di generi alimentari, portinaie...) che sostengono che no, noi non siamo delle automobili. La depressione è un male dell'Anima.

Per curare l'Anima ci vuole la psicoterapia. Costosa, ma senza gli effetti collaterali dei farmaci. Ma quando il male si insinua tra anima, spirito, entità immateriali di vario genere, si prospettano anche altre soluzioni. I religiosi tradizionali parlano di preghiera, solidarietà e carità. In caso di mali estremi consigliano di offrire la propria sofferenza a Dio, senza specificare peraltro in quale modo l'Essere Supremo utilizzerebbe questa singolare offerta.

Le spiritualità alternative presentano un vasto assortimento di rimedi: meditazioni, fiori e cristalli magici, guru e stregoni, religioni esotiche vendute in libercoli da offerta speciale. Un business in piena espansione, proposto soprattutto al pubblico femminile.

Qualcuno sostiene che noi donne siamo costituzionalmente inclini ad avvicinarci a questi cieli a buon prezzo, a questo sovrannaturale di plastica.

Noi donne siamo più romantiche, più sentimentali, più portate a "guardarci dentro". La nostra insicurezza ci spinge a cercare le paroline dolci degli oroscopi, le rassicurazioni di maghe e cartomanti. Basta considerare la quantità di pubblicazioni che illustrano misteri e astri al femminile, i giri di affari dei laureati in magia bianca che offrono i loro servigi a fragili donnine depresse. Insomma, in sintesi si sostiene che siamo costituzionalmente più cretine.

In realtà quando non ci si sente bene, quando il mondo non solo non ci sorride, ma sembra anzi covare l'intenzione maligna di crollarci addosso, allora è facile credere a chi promette soluzioni magiche. Inoltre il desiderio di sovrannaturale è sempre esistito, fa parte della nostra natura. Del resto, non siamo automobili, no?

Ma se abbiamo tutti, uomini e donne, una tendenza innata ad oltrepassare i limiti del visibile, la società ci divide con le sue aspettative. Queste non contemplano un uomo che parli liberamente del suo desiderio di avvicinarsi al cielo, che confessi di frequentare regolarmente un veggente e di non uscire di casa senza aver letto l'oroscopo

Ammesso che un uomo del genere esista, verrebbe sicuramente preso per i fondelli dai suoi simili. Allora, meglio tenere accuratamente segreti certi bisogni eccentrici, certe pratiche da femminucce insicure. Ancora meglio nasconderli anche a se stessi, relegarli in qualche nascondiglio in fondo alla coscienza. Oppure cercare soluzioni più virili di fronte alla "sofferenza dell'anima": ad esempio immergersi in un lavoro che non lasci spazio ad emozioni e dolore, o cercare sollievo nell'alcool o in qualche altra sostanza chimica.

Probabilmente non sarà possibile trovare una parola magica che ci spieghi l'enigma contorto, multiforme e assurdo della depressione. Il suicidio di uomini come Primo Levi o Bruno Bettelheim, che avevano avuto la forza di superare e raccontare l'esperienza estrema dei campi di sterminio, dovrebbe far riflettere chi banalizza questa sofferenza intricata, riducendola a "debolezza" o "tristezza" o simili. Ci sono molte forme di depressione: alcune sono acute e improvvise, altre durano a lungo. Alcune sono legate a vissuti esistenziali drammatici, altre esplodono quando tutto sembra calmo e tranquillo. Alcune forme gravi colpiscono le donne dopo il parto. Altre sono strettamente legate ai guasti dell'età avanzata. Ma la depressione non risparmia nemmeno i bambini, alla faccia dei luoghi comuni che impongono l'immagine caramellosa di una stagione sciocca e felice.

La depressione non è soltanto un male dell'anima, e non è soltanto uno squilibrio chimico legato alla serotonina. Nel suo bel libro Vivre avec une dépression (Editions du Rocher, 1992) lo psichiatra parigino Quentin Debray dà una limpida esposizione della complessità del fenomeno che chiamiamo depressione: "La depressione è una sindrome di natura multipla... In effetti è molto difficile dare una descrizione puramente materialista della depressione. Tanto per cominciare, l'uomo non è isolato; vive costantemente in relazione con il suo ambiente, e la sindrome si inscrive in questa relazione dinamica.

Inoltre, le informazioni ricevute e il modo in cui esse sono trattate giocano un ruolo considerevole.

Si tratta senza dubbio ancora di materia e di reazioni, ma questi elementi sono significativi ad un livello superiore, più nella loro organizzazione che nella loro presenza in quanto elementi. Si tratta di materia intricata e ramificata, in cui la forma conta più della sostanza."

Antonella di Martino

Per saperne di più

Cos'è la depressione

Italiano:

http://quasar.novanet.it/ad/cps/dep.asp

http://sinet.sgol.it/psiche/depressi.asp

http://sinet.sgol.it/psiche/glossari.asp#Serotonina

Terapia della depressione

italiano:

http://sinet.sgol.it/psiche/terapia.asp

francese:

http://ww.total.net/~hdv35warbf/D.html

Adolescenti e suicidio

italiano:

http://www.zen.it/~m.biancalani/suicidi.asp

http://www.zen.it/~m.biancalani/suicam.asp

inglese:

http://www.aacap.org/web/aacap/factsFam/suicide.asp

Alcuni siti di interesse psicologico

italiano:

http://www.caen.it/psicologia/app_psy.asp

http://www.cityscape.co.uk/users/ad88/ital.asp

http://sinet.sgol.it/psiche/index.html

http://www-psicologia.psibo.unibo.it/interita.asp

inglese:

http://www.aacap.org/web/aacap/

http://www.yahoo.com/Science/Psychology/Disciplines/Health_Psychology/