Index MUSICA - Luglio 1997


Maria Stuarda lacrime d’autore

Maria Stuarda è una delle varie opere che Gaetano Donizetti scrisse ispirandosi alla storia d' Inghilterra. ed avrebbe dovuto essere rappresentata a Napoli nella stagione del 1834. Donizetti incaricò Felice Romani per la stesura del libretto ma a seguito di alcuni screzi nati tra compositore e librettista il Romani non rispose nemmeno all'invito rivoltogli da Donizetti. Il compostore diede allora l'incarico al giovane studente calabrese Giuseppe Bardari che si ispirò per la stesura della trama al dramma di Federico Schiller,rappresentato a Milano con grande successo nel 1812.

Le vicissitudini e le difficoltà per la messa in scena furono molteplici;la censura napoletana impose in varie riprese cambiamenti e ritocchi al libretto e quando parve che le cose si appianassero il re di Napoli in persona intervenne per annullare la rappresentazione in quanto,essendo discendente degli Stuart, ritenne oltremodo oltraggioso il libretto nei confronti della sua casata. Il titolo fu allora mutato in " Buondelmonte " e furono cambiati i nomi dei personaggi e fu mutata l'ambientazione ed in tale veste l'opera andò in scena al Teatro San Carlo di Napoli il 18 ottobre 1834 ottenendo un vivo successo. Maria Malibran,ascoltata l'opera e letta la partitura originale,si invaghì della parte e volle cantarla al Teatro alla Scala di Milano con il titolo originale di "Maria Stuarda ".

La prima milanese avvenne il 30 dicembre 1835 ma a causa delle cattive condizioni vocali della protagonista l'opera non incontrò il favore del pubblico e dopo alcune recite fu tolta dal cartellone. Tuttavia " Maria Stuarda" fu ripresa con successo nei teatri dell'Emilia-Romagna e fu accolta poi in molti teatri italiani ed europei per approdare a Napoli solo nel 1865. Cadde poi un lungo silenzio su questo lavoro che fu rivalutato solo nel 1958,artefice il Maestro Gianandrea Gavazzeni, ed ora rappresenta uno dei punti di forza della cosidetta "Donizetti renessaince ". L'opera contiene delle pagine di grande valore e di grande intensità drammatica;i momenti centrali sono almeno due e si individuano nell'incontro-scontro tra la Stuarda e la regina Elisabetta alla fine del secondo atto e la grande e sublime preghiera della Stuarda quando,alla fine dell'opera,sale al patibolo condannata dalla cugina Elisabetta.

Certamente il testo del Bardari nel momento cruciale dell'incontro delle due rivali è incandescente e Donizetti ha colto in pieno la drammaticità del momento con una musica che mette in risalto la tensione spasmodica della scena. Nel finale la figura della Stuarda trova una dimensione sublime con quel suo dialogare con il coro e con quel suo canto solistico rivolto ora al suo perduto amore per Leicester,ora alla sua amata Inghilterra ed infine alla pietosa Divinità. Donizetti raggiunge in questa scena delle vette altissime nella sua arte compositiva e la presa sul pubblico è di grande immediatezza e commozione. Le cronache narrano che alla prova generale dell'opera,prima che arrivasse il veto definitivo per la messa in scena,assistesse la regina di Napoli e che,udito questo finale,fu presa da così grande commozione che svenne.

Intorno a quste due donne ruotano i personaggi maschili che,pur essendo essenziali nell'opera,sono trattati con minor cura;il tenore ( Leicester ) ha una linea melodica intensa ma deve essere anche vibrante ed impetuoso mentre figure meno caratterizzate sono quella del baritono ( Lord Cecil ) e quella del basso (Talbot ) se si eccettua la grande scena della confessione del secondo atto. I due personaggi femminili che avrebbero dovuto cantare alla prima napoletana erano le Ronzi de Begnis e la Dal Sere tra le quali non correva buon sangue. Alla prima prova d'orchestra la Ronzi De Begnis fu così veemente nell'invettiva " figlia impura di Bolena,parli tu di disonore..." che fece supporre alla Dal Sere che quelle parole fossero rivolte direttamente a lei e le due artiste si azzuffarono violentemente con somma ira di Donizetti.

Nella edizione ascoltata al teatro dell'Opera di Roma Tiziana Fabbricini impersonava Maria Stuarda;dopo una prima rappresentazione assai burrascosa si è ampiamente riscattata delineando la figura della protagonista con precisione stilistica e notevole immedesimazione nel difficile personaggio ed il suo canto ha sempre trovato il giusto accento in ogni passo della difficile partitura. Di rilievo la Elisabetta di Gloria Scalchi, reduce da una fastidiosa indisposizione che non le ha permesso di partecipare alla prima rappresentazione; ha superato agevolmente le difficoltà della sua parte dando forza e credibilità al personaggio. Jeffrey Francis è stato un Leicester sicuro e svettante ed ottime le prestazioni di Roberto Servile e di Giorgio Giuseppini. Davide Callegari ha diretto l'Orchestra del teatro dell'Opera di Roma con sicurezza e ben controllando il rapporto tra palcoscenico e orchestra;ha così ribadito i recenti successi al regio di Parma con "Arlesiana " ed al Valli di Reggio Emila con " Les Martyrs ". Bello lo spettacolo firmato per la regia da Italo Nunziata e per le scene ed i costumi da Carlo Sala. Molto ben preparato il coro diretto dal Marcel Seminara. Alla seconda rappresentazione,dopo le contestazioni della prima,il successo è stato franco e meritato.

Luciano Maggi