fiera ARTE - a cura di Giovanna Grossato - Giugno 1997



APPUNTAMENTI D’ARTE IN EUROPA

VENEZIA

Lo splendido spazio espositivo della Querini Stampalia ospita dal 12 aprile "Dipinti e Collages" di Arturo Carmassi. Le cinquantatrè opere, organizzate in modo molto suggestivo dai curatori della mostra Luca Baldin e Chiara Bertola che sono anche autori di testi del catalogo, insieme a Busetto, Manciet e Alibrandi, sono in gran parte costituite da elementi materici che si compongono in forme indeterminate. Tuttavia i titoli ne definiscono e circoscrivono le circostanze e li trasformano in brani di storie intensamente vissute o sognate, tappe un viaggio esistenziale da ripercorrere a ritroso. Corde, legni abbandonati dalla marea, brandelli di juta, sabbia, segni del tempo . I colori, pochissimi, sembrano, invece, molti perché anche il bianco e il nero esplodono in mille sfumature generate da avvallamenti, pieghe e rugosità, producendosi in virtuosismi inaspettati. L’impressione generale, appassionante, gioiosa, cruenta, pacata, selvaggia e sapiente insieme, che le opere lasciano nello spettatore, a visita conclusa, può essere rivissuta sfogliando il catalogo (ed. Il Ponte) in cui le ottime riproduzoni sono corredate da interessanti articoli. Ne sono autori, assieme a Baldin e Bertola, anche Busetto, Alibrandi e Bernard Manciet, quel "poete occitan" cui Carmassi dedica una sua opera .

TORINO

A Palazzo Bricherasio, sede della omonima Fondazione, un ricco percorso tematico testimonia il legame profondo che ha legato l’opera di parecchi importanti artisti al Mediterraneo, inteso non solo come luogo, ma anche e soprattutto come mito passato e presente. "Luci del Mediterraneo" raccoglie opere di pittori soprattutto italiani, francesi e spagnoli o che, pur di diversa nazionalità come Ernst o De Staël, nel Mito Mediterraneo si sono naturalizzati. La rassegna ospita più di centotrenta opere (di artisti quali Balla, Bernard, Bonnard, Braque, Carrà, Casorati, Courbet, De Chirico, De Pisis, Delacrix, Denis, Dufy, Fontana, Guttuso, Klee, Martini, Matisse, Mirò, Monet, Picasso, Savinio, Sironi, Soutine, Tàpies) che si susseguono affascinanti come sorprese di sala in sala. Se i soggetti dei dipinti sono riferibili all’unico grande spazio che è il Mediterraneo, alcune delle opere giungono relativamente da lontano nel tempo. Una sezione della mostra è infatti dedicata ai "Precursori", artisti a cavallo tra Ottocento e Novecento. Tuttavia il filo che li tiene uniti alla contemporaneità è quello di sempre, lo stesso che lega Fidia alle ultime esperienze di oggi. Il filo dell’arte che, in questo caso, è anche più tenace, intessuto com’è di simboli e di metafore.

MILANO

La provincia di Milano con la Fondazione Mazzotta presentano, alla sede della Fondazione a Foro Buonaparte, la più ampia retrospettiva dedicata al pittore Otto Dix che sia mai stata allestita in Italia. Il pittore, protagonista con M.Beckmann e G.Grosz di quella frangia espressionista detta Neue Sachlichkeit, è famoso per le sue descrizioni lucide e spietate dei disastri, delle miserie della guerra. Nella esposizione milanese, e che è stata curata da Johann-Karl Schmidt, direttore della Galerie der Stadt Stuttgart, tra più di cento sono presenti anche opere di Dix che illustrano, con la stessa acutezza spesso impietosa e comunque mai condiscendente, scene di vita quotidiana e straordinari intensi ritratti.

MESTRE-WIEN- KRAKOW

Sono i luoghi dell’itinerario della mostra personale di Laura Stocco "Muri". Una sorta di delicate tele che ricordano le trasparenze giapponiste dei kakemono e, in ugual misura, l’assoluto rigore formale ad una dimensione della figuratività bizantina.

Fresca, rasserenante, nitida la testura pittorica di queste tele della Stocco offre un rifugio senza pretesti al frastuono vociferante del mondo, con la sua geometria tenue e luminosa di una semplicità primigenia.

RADOM (Polonia)

Al Museo d’Arte Contemporanea di Radom si inaugura il 13 giugno la mostra di opere grafiche di Vladimiro Elvieri, "Graffiti per Gombrowicz", nell’ambito delle celebrazioni del 3° Festival Internazionale che la città dedica al grande maestro polacco. Lo scrittore, Witold Gombrowicz nato a Masloszyce nel 1904, fu al centro della vita intellettuale polacca negli Anni Trenta e ottenne riconoscimenti mondiali nel campo della narrativa e della produzione teatrale. Il romanzo "Cosmos", infatti, con cui vinse nel 1967 il premio internazionale di letteratura, porta alle estreme conseguenze il caratteristico linguaggio dello scrittore, incisivo e selvaggio, accentuando ed esasperando il suo individualismo aspro e beffardo. La ricerca linguistica di Witold Gombrowicz trova nell’opera di Elvieri una singolare e straordinaria rispondenza, un "parallelismo trans-figurale". Benchè i due artisti siano lontani tra loro sia nel tempo sia nello spazio, l’incisore individua e riconosce nell’opera dello scrittore un puntuale riferimento. Lo testimoniano, ad esempio, i disegni luminosi e graffiti su cibachrome "BERG" e "CONNESSIONI" , tratti dalla serie Cosmo, del 1996. Ma, come ben evidenzia il critico e filosofo dell’arte Dino Formaggio nell’introduzione al catalogo, non si tratta di una "interpretazione passiva...anche quando segnano un riferimento preciso ad un’opera o ad una pagina, ad un volto, ma dell’incontro delle forme di ciascuno dei due nelle forme spirituali ed espressive dell’altro". Quando, nel tormentato1968, un anno prima della morte, Gombrowicz proclamava la consunzione e il deterioramento della forma, Elvieri diciottenne, nella sua entusiastica ed inesausta ricerca (che ancor oggi è la cifra riconoscibile del suo fare artistico), lottava "contro la fossilizzazione e la morte delle forme". Si comprende come, a distanza di anni, Elvieri possa definire come proprio "autoritratto" la realizzazione di questi 28 fogli nati dal dialogo con l’opera letteraria di Witold Gombrowicz e a lui oggi dedicate.

Giovanna Grossato