Index PRIMOPIANO - Maggio 1997

Deep Blue? E' solo un bravo ragioniere

Il computer dell'IBM ha sconfitto per 2 a 1 il campione del mondo Garry Kasparov. Ma l'umanità non deve temere: le macchine sono sempre state più veloci dell'uomo. L'intelligenza è un'altra cosa

E il computer ha vinto l’uomo. Sembra proprio così. Possiamo cercare attenuanti, elaborare ogni tipo di scusa ma agli occhi della storia c’è poco da fare. Lunedì 12 maggio 1997 è avvenuto il sorpasso, per la prima volta un calcolatore costruito dall’uomo ha vinto in un gioco dell’uomo il massimo rappresentante stesso dell’umanità, il suo "campione".

Io penso, a differenza di C.J. Tan il "padre" di Deep Blue il calcolatore scacchista che ha battuto Kasparov, che questa data non sia quella in cui inizia l’era informatica. Questa affermazione ha più il sapore di una dichiarazione da uomo di pubbliche relazioni che da scienziato. Certamente è vero che per la prima volta in uno scontro diretto tra uomo e macchina si è riscontrato che la macchina vince in strategia, velocità, potenza l’uomo stesso Mi sembra però che ci si stia meravigliando di qualche cosa che ormai è successo da parecchi anni. Se proviamo a mettere di fronte una calcolatrice capace di fare le quattro operazioni ed un velocissimo ragioniere in grado di eseguire calcoli " a raffica" penso non ci sia dubbi su chi vincerà questa sfida. Sono convinto che, per esempio, con moltiplicazioni a poche cifre si potrebbe vedere anche la prevalenza dell’uomo ma che, quando le cifre diventano molte di più, non ci sarebbero dubbi sulla capacità della macchina di surclassare lo sfidante in carne ed ossa.

Quindi se si vuole stabilire una data per il superamento dell’uomo da parte della macchina questa è ben anteriore a quella attuale. I primi calcolatori sono stati costruiti proprio per essere più veloci e potenti dell’uomo sia nell’eseguire i calcoli che nel memorizzare informazioni, mi sembra quindi che sia assurdo meravigliarci di un fatto già altamente assodato e che è alla base dell’uso del computer stesso visto che un calcolatore incapace di fare i calcoli più velocemente di un uomo sarebbe servito ben poco. Questa vittoria certifica invece un’altra cosa. Ci mostra apertamente come il nostro cervello, che sembra una macchina così straordinariamente potente e perfetta, possa, almeno in un gioco di strategia, dalle regole limitate ma dalle immense possibilità di sviluppo e di variabilità, essere superato da una macchina che è capace, non importa se sia solo "brutale" potenza di calcolo e di memorizzazione, di predisporre più mosse, di avere una visione strategica del gioco più approfondita, di effettuare scelte vincenti a seconda dell’avversario che ha di fronte. Per nostra fortuna il cervello non è solo calcolo e non siamo tutti scacchisti, se tutti lo fossimo, allora sì, sarebbe la sconfitta dell’umanità. In un ambito molto limitato dell’esistenza e della realtà, quello della scacchiera, posso incontrare chi è più forte di me. Posso solo però, non sempre mi succederà, e se questa è una macchina non mi sento così surclassato visto che, in fin dei conti, essa è stata costruita dall’uomo stesso.

I dubbi dei filosofi restano però ancora irrisolti e le macchine invece di risolverli ne creano altri e quindi mi posso tranquillamente consolare. Mi consola anche il fatto di pensare che, anche se esistono calcolatori assai più potenti di Deep Blue in grado di calcolare e prevedere per giorni il tempo sul nostro pianeta, per sapere se domani, sul mio orto cadrà la pioggia, posso ancora basarmi sul tipico dolore che sento alla spalla sinistra e che mi annuncia, puntualmente, il cambio del tempo. Fosse solo perché i computer una spalla, almeno per il momento, non ce l’hanno.

Matteo Salin