Index MUSICA - Aprile 1997


Ripresa di "Les Martyres" al teatro Romolo Valli di Reggio Emilia

Tra l'estate e l'autunno del 1838 Gaetano Donizetti maturò l'idea di lasciare Napoli e trasferirsi a Parigi,avendo firmato un contratto per scrivere un nuovo lavoro per il Theatre de L'Opéra.
Varie furono le cause che lo portarono a questa decisione;prima di tutto la morte del terzo figlio e della moglie Virginia,poi la mancata nomina a Direttore del Conservatorio di Napoli essendogli stato preferito il pugliese Saverio Mercadante ed infine la tenace opposizione della censura alla messa in scena dell'opera " POLIUTO ",tragedia avente come sfondo la persecuzione dei cristiani e che si chiude con la conversione dei protagonisti.
La motivazione della opposizione della censura è quanto mai meschina;un soggetto sacro avrebbe potuto essere tollerato durante la quaresima ma non nella stagione autunnale.
Il libretto di " POLIUTO " fu apprestato da Cammarano traendolo da " POLYEUCTE MARTYR " di Pierre Corneille e l'indicazione del soggetto fu data a Donizetti ed a Cammarano dal tenore Nourrit che si era trasferito in Italia per rivedere la propria impostazione vocale alla luce di quella rivoluzione tecnica instaurata da Gilbert Duprez,il creatore del do di petto.
Donizetti conobbe a Venezia il Nourrit in occasione della sfortunata messa in scena dell'opera " MARIA DI RUDENZ " al Teatro la Fenice;l'influenza del tenore francese sulla composizione del " POLIUTO " fu notevole.
Il musicista bergamasco scrisse questo lavoro come del resto accadde per l" ASSEDIO DI CALAIS " tenendo ben presente la possibilità di una rielaborazione della partitura nella forma del grand - opéra; preziosi furono i consigli e le indicazioni di Nourrit già primo interprete degli " UGONOTTI " e del " GUGLIELMO TELL " e quindi profondo conoscitore del gusto francese.
Dopo il tentativo di aggirare il veto della censura trasportando l'azione in India e trasformando i cristiani in seguaci di Zoroastro e dopo il definitivo diniego alla rappresentazione del " POLIUTO ",Donizetti il 9 ottobre del 1838 partì da Napoli ed il 21 era già a Parigi.
La partenza di Donizetti da Napoli e la mancata rappresentazione dell'opera gettarono Nourrit in un grave stato di prostrazione tanto che si suicidò gettandosi dall'ultimo piano dell'albergo Barbaja.
A Parigi Donizetti si mise in contatto con Eugène Scribe che modificò notevolmente il libretto del Cammarano,lo ampliò e lo portò a quattro atti.
In una lettera a Simone Mayr datata 8 apile 1839 Donizetti scrive : " Darò alla Grand-Opéra francese il mio Poliuto proibito a Napoli per essere troppo sacro,allargato a quattro atti invece di tre com'era,tradotti ed aggiustati pel Teatro Francese da Scribe.
Da ciò ne avvenne che ho dovuto rifare tutti i recitativi di nuovo,far un nuovo finale del primo atto,aggiungere arie,terzetti e ballabili come qui si usa,acciò non si lagni il pubblico che la tessitura è italiana".
" POLIUTO " e " LES MARTYRS " sono quindi sostanzialmente due opere diverse pur essendo le "tela " del libretto la stessa.
Drammaturgicamente nel " POLIUTO " la figura del protagonista ha un carattere forte,pieno di scatti d'ira e di gelosia e solo nel finale appare il carattere mistico ; invece ne " LES MARTYRS " il misticismo del protagonista balza in primo piano.
Musicalmente si nota una notevole diversità tra le due opere.
Per la parte di Paolina Donizetti introduce una tessitura molto acuta ed elabora maggiormente la parte; assai significativa è l'entrata di Pauline preceduta da un assolo del clarinetto e che poi si svolge in modo complesso con un recitativo e un'aria ma con l'interruzione da parte di un coro di donne.
Anche la parte del tenore venne modificata sia perché Scribe tagliò praticamente il sentimento di gelosia di Poliuto e mise in luce il conflitto religioso e mistico, sia perché avendo a disposizione il Duprez rese più acuta la tessitura.
La figura di Sévère diventa più malinconica e sofferta;basti ascoltare la bellissima aria del secondo atto ed il duetto con Paolina.
La parte di Félix padre di Pauline nella versione italiana è breve ed affidata ad una voce di tenore comprimario mentre nell'opera francese assume maggiore importanza e ne è interprete un basso profondo.
" LES MARTYRS " andarono in scena all'Opéra di Parigi il 10 aprile 1840 e l'opera ebbe un clamoroso successo ottenendo consensi per la finissima ed elaborata orchestrazione; Berlioz la giudicò positivamente pur ritenendo il lavoro un noioso " Credo in quattro atti ".
" POLIUTO " andò in scena al Teatro San Carlo di Napoli il 30 novembre del 1848 circa otto mesi dopo la morte di Donizetti.
In Italia nel nostro secolo si ebbero due sole riprese; a Bergamo nel 1975 (prima rappresentazione il 20 settembre) ed al Teatro la Fenice di Venezia nel 1978 (prima rappresentazione il 18 giugno).
Certamente oggi mettere in scena questo lavoro di Donizetti crea dei problemi che al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia sono stati in buona parte risolti.
Alessandra Ruffini era Pauline che ha cantato correttamente e con bello stile; la voce di questo soprano è interessante, bene educata e di timbro gradevole in tutta la gamma della tessitura; giustamente la parte è stata adattata ai suoi mezzi vocali.
Meno bene le cose sono andate per il Polyeucte di Miguel Olano.
La voce di questo tenore è di volume notevole e di timbro che bene si adatta ai ruoli drammatici ma l'intonazione non è sempre a posto ed il personaggio è risultato piuttosto superficiale.
Roberto Servile invece ha bene delineato la figura di Sévère; baritono assai interessante e che emerge nel raro panorama delle voci baritonali.
Bene anche il Félix di Umberto Chiummo; completavano la compagnia Luigi Petroni ( Néarque ) Enzo Capuano ( Callisthène ) ed Alessandro Cosentino.
L'Orchestra Sinfonica dell'Emilia Romagna " Arturo Toscanini " era diretta con vigore e precisione da Daniele Callegari, giovane direttore molto attento e scrupoloso nella concertazione e con un bel gesto direttoriale.
Ottimo il coro diretto da Franco Sebastiani.
A Pierluigi Pizzi era affidata sia la regia che le scene ed i costumi; ha creato uno spettacolo assai interessante con due scalinate fisse contrapposte e con vari elementi mobili assai significativi ed essenziali nel susseguirsi delle varie scene.
Nella seconda replica il pubblico ha decretato un buon successo per tutti gli artisti.

Luciano Maggi