Index CULTURA/FOTO - Aprile 1997

Volti di donne in Mozambico

Il Mozambico è un paese situato nella parte sud-orientale dell’Africa australe, bagnato dalle acque dell’oceano Indiano per più di millecinquecento chilometri. Si può chiamare il fratello povero dei vicini Sud Africa e Zimbabwe. Dopo 17 anni di guerra civile che ha messo in ginocchio l’intero paese, dal ’92 ( anno dell’accordo di pace) il Mozambico cerca un possibile sviluppo.

Il mio viaggio di fotografa nelle province di Manica e Sofala è stato possibile grazie ad una amica medica impegnata in un progetto di cooperazione sanitaria e ad altre cooperanti di varie nazionalità grazie alle quali sono state possibili gran parte delle relazioni con la popolazione locale.

Il turismo, nonostante sia potenzialmente una risorsa enorme tutta da sfruttare, è ancora poco sviluppato. Viaggiare senza appoggi logistici diventa difficile e richiede molto tempo. Alcuni amanti dell’avventura e del viaggio non organizzato si aggirano già tra splendide spiagge, foreste pluviali ancora intatte ed estese savane ricche di flora e fauna tipiche dei climi tropicali. Si pensi che su un territorio grande tre volte l’Italia ci sono solo 16 milioni di abitanti!

Nonostante le bellezze naturali la mia scelta del soggetto fotografico è andata alle protagoniste che abitano questi luoghi. Donne e bambine, i loro sguardi, la loro vita, il loro lavoro che, sia in tempo di guerra che in pace, manda avanti "l’economia prima" del paese.

Ho cercato, in questa terra, una delle più povere del mondo, di non mostrare la sofferenza, il disagio, la morte, quindi di rappresentare una realtà già pensata, ma di mediare tra me, la mia storia di donna bianca/occidentale con la differenza di donne di un’altra cultura. La scommessa è stata quella di dare un altro senso al mio lavoro. Quello che ho visto e che ho cercato di mostrare con le mie foto è un’altra economia. Le mie foto parlano di donne forti, sorrident, che lavorano con agio, che fanno sì una vita dura, a volte terribile, ma che riescono a governarla da signore.

Ho visto bambine che accompagnano le loro madri nei "soliti gesti quotidiani" con attrezzi fatti su misura per loro. In queste storie leggo il sapere che si tramanda di madre in figlia. Mi sono riconosciuta negli occhi di donne e bambine, ho visto le mie stesse speranze e i miei desideri. Dai loro sguardi, forse trattenuti da qualcosa di interiore, nascono degli interrogativi.

Le donne che io ho visto sono le creatrici di ritmi che sicuramente metterebbero in difficoltà me per prima, ma credo uno qualsiasi di noi. Queste donne, aiutate dalle loro figlie e dalle loro madri, lavorano i campi, procurano l’acqua e la legna per cucinare -facendo spesso molti chilometri- preparano il cibo e se c’è sovrapproduzione nelle loro machambas (orti familiari) vanno a vendere nei mercati delle città. Si preoccupano dell’istruzione di figli/e e si prendono cura di famiglie molto numerose.

Alessandra Carenza

La personale di Sandra Carenza con il titolo "As Capulanas" che vedrà esposte 27 delle opere in bianco e nero dell’autrice si terrà:

- 8 - 15 marzo Trieste, nei locali della "Bottega del Mondo" (info. tel. 040-3728230)
-18 - 30 marzo, Vicenza, nei locali dell’"Ex tavernetta" Basilica Palladiana (info. ass. cultura Comune di Vicenza tel. 0444-222101)
-15 aprile - 30 maggio, Padova, Caffé Pedrocchi (info. Gabinetto de Sindaco tel. 049-8205557)