Index PRIMOPIANO - Marzo 1997


Quelli che seguono sono alcuni degli interventi che il Coordinamento Nazionale Sindaci ha presentato in questi mesi. Si tratta della relazione del sindaco di Soave (Verona) al Convegno sull’Alta velocità "Ferrovie : continuità o svolta" tenuto nella Sala del Cenacolo Camera dei deputati a Roma il 17 gennaio 1997 davanti al ministro dei Trasporti Burlando; e della lettera spedita il 10 febbraio scorso dai sindaci e dalle associazioni degli agricoltori del Veneto a Consiglio, Giunta e capigruppo della Regione Veneto. Il linguaggio (abitudine dura a morire) è quello un po’ troppo burocratico tipico delle amministrazioni pubbliche. Sono comunque documenti che possono dare un’ulteriore idea dell’argomento e della battaglia in atto sul progetto Tav

Relazione del rappresentante del Coordinamento nazionale sindaci nell’incontro tenuto nella Sala Cenacolo della Camera dei deputati:

Il tema scelta dalla presente conferenza riscontra interesse ed apprezzamento perché interpreta e riassume il comune sentire dei cittadini e delle comunità locali.

Il Coordinamento nazionale dei sindaci con questo intervento intende dare un contributo ad un dibattito che dischiuda nuovi spazi di approfondimento e di ricerca ed essere anche una testimonianza di un'esperienza politica drammatica e straordinaria. Drammatica perché l'alta velocità ha messo in evidenza quanto il sistema politico italiano operi lontano dalla vita reale dei cittadini e dei loro bisogni. Straordinaria, perché l'alta velocità ha fatto emergere nelle comunità locali potenzialità di partecipazione, ma ha soprattutto consentito la verifica "sul campo" anche se in modo non esplicito dell'antico dilemma che segna il dibattito sulle autonomie. Dilemma tra quanti nei procedimenti decisionali di fatto operano concependo un sistema regionale di autonomie locali, e introducendo così una gerarchia dì valori tra diversi livelli istituzionali che declassa i Comuni ad Enti subalterni, e chi come il Coordinamento dei sindaci ritiene di far propria la riflessione neo-comunitaria sui diritti del cittadini a partire dalla propria Comunità di appartenenza e affermando un concezione politico-istituzionale che riconosce l'anteriorità allo Stato e a maggior ragione alle Regioni, delle Comunità Locali ordinate in Comuni.

1 Sindaci denunciano la compressione e l'angustia in cui si è trovata l’amministrazione locale, stretta fra le istituzioni sovraordinate che impongono scelte compiuta altrove senza lasciare spazio alla valutazione e al confronto e la legittima pretesa dei cittadini che rivendicano il riconoscimento del ruolo di interlocutori nelle scelte destinate ad incidere sull'assetto sociale della collettività, sulla salute e sul patrimonio ambientale.

 

I numerosi documenti inviati ai responsabili del governo centrale e locale per la ricerca di momenti di confronto e mediazione hanno incontrato solo indifferenza e in alcuni casi anche palesi tentativi di delegittimazione politica.

In questa sede, il Coordinamento nazionale desidera portare l'esperienza che vede, nei territori interessati al passaggio della linea ad alta velocità, 75 sindaci decisi ad intraprendere un’azione comune. Azione finalizzata non solo e non tanto a contrastare il progetto alta velocità ma soprattutto ad affermare un nuovo modo di fare politica fondato sulla trasparenza, sul confronto dialettico tra le parti e sulla mediazione degli interessi in gioco.

I Sindaci non intendono sottostare a intimazioni a pressioni di tipo politico, nell’aderire a sollecitazioni e istanze di patentati economici in nulla e per nulla interessati al benessere collettivo. Il Coordinamento nazionale dei sindaci che qui oggi ho l'onore di rappresentare intende smascherare l'inganno sotteso alle motivazioni formalmente addotte a sostegno del progetto Alta velocità (av). La giustificazione formale si fonda sulla presunzione che la linea ad av sia essenziale per l'ingresso dell'Italia in Europa. Senza dubbio è un argomento di forte attualità e non privo di impatto emozionale. Ad esso è associato un argomento forte: il progresso. Opporsi al progresso è segno di arretratezza culturale. I sindaci considerano tali argomenti pretestuosi e ricattatori. E anche i cittadini da parte loro esprimono critiche e perplessità.

Le esigenze di governo delle comunità locali richiedono risorse adeguate per far fronte ai numerosi e differenziati bisogni, che una società moderna ed in continua evoluzione esprime e sollecita: sistema dei trasporti efficiente, strutture scolastiche sufficienti: condizioni idonee al lavoro e all’esercizio dell'attività di impresa; investimenti per la tutela dell'ambiente. Gli enormi investimenti surrettiziamente attribuiti all'intervento di imprese private, in realtà sottraggono risorse pubbliche che potrebbero essere opportunamente e doverosamente destinate alla soluzione dei problemi sopra citati. In definitiva i sindaci non intendono accettare il progetto alta velocità perché non intravedono nello stesso un funzionale collegamento con i bisogni dei propri cittadini.

Non esiste, per esempio, in riferimento alle tratte, MI-VE e GE-MI, un calcolo di redditività economico, finanziario, sociale. La progettazione economica non è mai combinata alla progettazione ingegneristica. E' inaccettabile la logica politica sottesa a un progetto che movimenta migliaia di miliardi della collettività, che apre buchi nelle montagne, che sconquassa interi paesi, costruisce viadotti di due piani e nel contempo non consente ai cittadini di fare ragionamenti logici basati su dati verificabili. I sindaci vorrebbero discute di av come di un problema ordinario in cui si tratta di stabilire, in qualità di Enti pubblici coinvolti, se conviene o no realizzare il progetto ragionando in termini ordinari: quanto costa? Quali vantaggi ci sono? Quali effetti ci sono?

La dissociazione tra analisi economica e progetto di ingegneria rappresenta sostanzialmente il non interesse nel processo di scelta degli investimenti per la valutazione degli effetti degli investimenti stessi. Questo nella realtà italiana avviene perchè: 1) si considerano gli investimenti pubblici come investimenti sociali quindi difficilmente valutabili col metro del rendimenti economico; 2) il prevalere nell'azione politica di logiche di breve periodo.

L'assenza di domanda per la valutazione economica dei progetti porta alla enfatizzazione dell'approccio puramente ingegneristico. Il progetto di ingegneria fornisce maggiori certezze e l'elevato contenuto disciplinare ne limita l'accesso ai soli addetti ai lavori e lo rende oggettivamente meno discutibile. La complessità tecnica garantisce della sua validità e ne accredita un'immagine di serietà. La scelta però è un compito politico e deve avvenire in un contesto di razionalità che deve configurarsi come processo che permette ad un operatore orientato alla realizzazione di determinati obiettivi di scegliere tra più alternative, in modo da realizzare nella maniera ottimale gli obiettivi prefissati.

L'analisi dei costi e benefici è fondamentale per una consapevole e responsabile scelta e l'assenza di questa strumento trasforma una possibilità di pianificazione a favore di tutti in una acquisizione di ricchezza a favore di pochi. L'occasione della presente conferenza è propizia per rinnovare un pressante appello al governo e parlamento anche in vista delle risposte agli interrogativi posti nell' art. 29 del collegato alla finanziaria sui quali il governo dovrà riferire alla Commissione trasporti.

Le grandi scelte, quelle destinate a durare nel tempo ma che portano con sé una forte incidenza nella vita sociale devono essere pensate ed operate con il solo criterio dell'interesse generale, fondato sui diritti e sui bisogni dei cittadini e delle comunità. Nel merito del progetto av si rileva che lo stesso non è collocato in una visione globale e sistemica dei trasporti e che le soluzioni tecniche operate hanno trascurato le notevoli negative influenze sociali e ambientali, i cui effetti si dilatano nella prospettiva temporale del lungo periodo. I sindaci ritengono che esigenze di rinnovamento della mobilità di persone e merci riguardano non la velocità estrema ma le risposte alla domanda drammaticamente prioritaria che concerne il trasporto pubblico regionale, locale ed il trasporto merci. L'assenza di soluzioni a tali problematiche mette in discussione i livelli di accessibilità nelle numerose aree metropolitane e regionali, danneggiano pesantemente la competitività e l'efficienza complessiva del sistema produttivo e infine insidiano la qualità della vita e la salute dei cittadini.

I sindaci chiedono che sia il tempo la variabile indipendente dei progetti legati al trasporto e alla mobilità urbana, al fine di trasformare l'insieme disordinato dei trasporti in un sistema ordinato nel quale va cambiato il peso relativo delle varie componenti. E che tale modifica di riparto non deve essere il mezzo con cui si risana la situazione ma solo il fine ultimo di tutta una serie di politiche convergenti. La presenza del ministro Burlando mi induce a chiedere, in qualità di rappresentante del Coordinamento nazionale dei sindaci, un parere sulla circolare del ministero dell'Ambiente, afferente la esplicazione della Via. Nella circolare viene affermato che risponde al suo significato la Via se viene espressa sull'intero progetto di massima. Da ciò discende la poca utilità di una Via espressa per segmenti di linee ad Alta velocità come attualmente sta avvenendo per le tratte TO-MI; GE-MI; MI-VE. L'assurdo si raggiunge quando vengono enucleati i nodi dalle tratte e su quest’ultima viene espressa la Via.

A nome del Coordinamento viene quindi richiesto formalmente al ministro un incontro quale esito conseguente della Conferenza Tecnica insediata il 17.09.1996 e le cui determinazioni da parte dei tecnici dei coordinamenti sono state trasmesse al ministro nella seconda decade di dicembre. Il Coordinamento infine gradirebbe conoscere il contenuto della relazione di Italferr e Tav.

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Al presidente del Consiglio regionale, al presidente della Giunta regionale e ai capigruppo consiliari.

I sindaci di Altavilla, Arcugnano, Brendola, Caldiero, Castelnovo del Garda, Gambellara, Grisignano di Zocco, Grumolo delle Abbadesse, Longare, Montebello, Monteforte d'Alpone, Mestrino, Peschiera del Garda, San Martino Buon Albergo, Soave, Sommacampagna, S.Giovanni Lupatoto, Torri di Quartesolo e Vicenza, unitamente e d'intesa con le associazioni degli agricoltori Cia, Coldiretti e Unione agricoltori, registrano con soddisfazione la decisione del consiglio regionale Veneto di discutere la mozione concernente la verifica per la tratta Peschiera-Mestre dell' Alta velocità negli aspetti richiamati dall’art. 29 del ddl collegato alla finanziaria.

I sindaci e le associazioni degli agricoltori ritengono che il progetto è il risultato di determinazioni maturate in ambiti istituzionali lontani dalla vita dei cittadini, mentre le stesso produce effetti fortemente incidenti sulla vivibilità della comunità stesse. L'inesistenza di calcoli di redditività economico-finanziaria e sociale, rende impossibile l’esercizio di ragionamenti logici che si fondino su dati verificabili e non consente ai cittadini di stabilire la convenienza alla realizzazione del progetto. La mancata valutazione economica del progetto porta all'enfatizzazione dell’approccio ingegneristico e l’elevato contenuto disciplinare limita l'accesso ai soli addetti ai lavori, rendendolo oggettivamente poco discutibile. A fronte di tali constatazioni, è emersa l'esigenza di attivare un percorso di concertazione che coinvolga sinergicamente Regione, Provincia e Comuni, fondato sui seguenti presupposti:

 

1) Riconoscimento dei diritti del cittadino, a partire dalla propria comunità di appartenenza.

2) Considerazione del territorio come parte integrante del patrimonio delle collettività, essenziale per la vita e lo sviluppo delle stesse.

3) Razionalità nelle scelte, che devono configurarsi come percorsi atti a consentire a chi è chiamato a realizzare determinati obbiettivi di scegliere tra più alternative l'intervento in grado di assicurargli la realizzazione dell'obbiettivo prefissato. Nella fattispecie, la produzione della mobilità deve avvenire a un più alto livello qualitativo ma a costi globali - tempo, denaro, ambiente - più sopportabili.

4) Determinazione della capacità di sopportazione del territorio a fronte di tutti gli impatti cumulativi e sinergici che su di esso si vengono a implementare. Il saldo costi-benefici sociali in rapporto ai costi ambientali deve essere ragionevolmente sopportabile.

5) Principio della "internalizzazione" nei costi di costruzione delle opere sociali e ambientali a fronte di opere di interesse generale.

 

Nel merito del progetto si rileva che la condivisibile ricerca e apertura di nuovi e promettenti mercati, situati in regioni lontane, non può comportare la devastazione del territorio e lo stravolgimento, tra l'altro esiziale per alcune, delle comunità interessate. L’assenza di funzionali connessioni con i valichi e i porti rende interlocutorio e poco credibile l’obbiettivo. Nella struttura insediativa veneta inoltre l'assenza di poli "dominanti" conduce a interrogarsi sulla necessità di ricercare un modello di esercizio maggiormente idoneo a risolvere i problemi di un territorio policentrico.

 

Si constata, infine, che l'attuale insieme dei trasporti cronofago e anarchico per assurgere alla dignità di sistema deve puntare sulla riduzione dei tempi di spostamento, complessivi della persona e delle merci, piuttosto che sulla velocizzazione di un solo mezzo di trasporto. Alla luce di tali considerazioni si invita il consiglio a riflettere sulla necessità e utilità dell'interazione dialettica con i Comuni che costituiscono l'avamposto del sistema democratico e l'istituzione territoriale in grado di innescare quei circuiti virtuosi che contrastano la cultura, oggi dominante , del disprezzo istituzionale, politico e amministrativo. Tale cultura, esiziale per la democrazia, trova supporto e legittimazione quando si attivano percorsi decisionali afferenti scelte di infrastrutturazione territoriale i cui effetti si dilatano in un ampio arco temporale, che relegano di fatto le istituzioni più vicine ai cittadini a strutture periferiche, subalterne agli enti superiori.

 

Il sindaco di Grisignano Tito Ferretto (per delega dei sindaci e delle associazioni degli agricoltori)