Index PRIMOPIANO - Marzo 1997


Sindaci, supertreno e la marcia su Roma

Tra i promotori della guerra santa anti-supertreno c’è Tito Ferretto, sindaco di Grisignano di Zocco, in provincia di Vicenza. Delegato del coordinamento dei sindaci, Ferretto è convinto che il progetto dell’Av per il suo Comune sia una vera jattura. E assieme ai suoi cento colleghi è deciso a opporsi a quei binari. Con una manifestazione davanti alla Camera dei deputati

Sindaco Ferretto, come è nato il grande accordo tra sindaci contro il progetto dell’Alta velocità?

Beh, verso metà settembre dell’anno scorso a Grisignano è nato un comitato sull’argomento. C’era la Fiera, durante alcuni incontri si è parlato dei danni e degli indennizzi conseguenti al passaggio della linea ferroviaria. Da lì è nata la richiesta: "E’ ora che i sindaci si facciano sentire" hanno detto. Così dopo qualche tempo eravamo già 30 sindaci della tratta Milano-Venezia uniti nella protesta. Adesso siamo già a 100 Comuni, compresi quelli interessati dalla linea Torino-Milano e Genova-Milano. Un bel numero, ma abbiamo la netta sensazione che dietro all’Alta velocità ci siano giochi e interessi politici enormi. In fondo stiamo parlando di un progetto da 110 mila miliardi...

Sembra di capire che oggi, sui grandi progetti, un Comune non ha gran voce in capitolo. Ma la Regione non può intervenire?

Già, lei sarebbe il nostro interlocutore diretto. Ma quando come coordinamento dei sindaci ci siano rivolti a Venezia spiegandogli che l’Alta velocità ci porta solo guai e basta, ci siamo sentiti dire "Voi volete fare i protagonisti". Forse ci sono interessi anche lì. Pensare che perfino in Europa stanno rivedendo le scelte sui treni superveloci: Francia e Germania sono partite molto prima di noi, basta pensare al Tgv, e adesso stanno pensando se vale la pena continuare. Quello che colpisce è che nessuno bada agli interessi delle persone, delle comunità. Come per gli espropri: c’è gente che si è vista portare via i terreni nel 1965 e stanno ancora aspettando l’indennizzo. Tanto che adesso al nostro movimento hanno aderito anche le associazioni degli agricoltori (Cia, Coldiretti e Unione agricoltori: ndr). E ci credo: vorrei vedere la reazione di chiunque ha una casa o un terreno e si vede improvvisamente toccare quello che magari è il lavoro di una vita.

Del treno superveloce si contesta quasi tutto: i costi, l’utilità ma anche l’impatto ambientale. Allora facciamo un esempio: cosa succederebbe a Grisignano se domani gli passasse accanto l’Alta velocità?

Succede che il Comune è destinato a scomparire. Abbiamo già l’autostrada, i camion dell’Azienda municipalizzata di Padova, il metanodotto, le fognature intercomunali, una linea Fs dismessa e a 300 metri dal municipio stanno costruendo un sottopasso sulla statale per l’A4. Non sappiamo nemmeno quanto larga è la fascia che verrà indennizzata: il progetto parla di 30 metri dai binari, cioè niente visto che in Francia sono 200. Dicono anche che metteranno le barriere antirumore. Ma la verità è che nessuno vuole affrontare il problema ambientale. Prendiamo l’energia elettrica che serve per un treno ad alta velocità. Si tratta di linee speciali ad alta tensione: se il Pendolino viaggia con 3 mila volt, a un supertreno ne servono 25 mila. Sono campi elettrici enormi, qui si parla della salute dei cittadini. E poi la struttura necessaria è l’ennesima servitù che passa dal paese. Per questo Grisignano potrebbe sparire.

Il ministro dei trasporti Burlando ha detto che sul problema Alta velocità è meglio pensarci sopra un attimo. Un passo avanti? E voi sindaci cosa chiedete al governo?

Burlando ha anche detto che "se un solo sindaco si oppone al progetto, ne terrò conto". Vedremo. Ma il fatto è che giocano sul tempo, sembra che tutto di debba fare presto. Invece noi diciamo che prima di mettere in piedi un progetto così grande ci devono dire quale è il rapporto costi-benefici, insomma ci devono dire perché si fa, l’Alta velocità. E questo, finora, a noi non lo ha mai spiegato nessuno. Insomma quello che chiediamo è di ripensare tutto il progetto: il Nord in realtà non ha bisogno dell’alta velocità, un servizio che servirebbe appena il 3 per cento della popolazione. Ma ha bisogno di collegamenti rapidi tra i piccoli centri.

E se la vostra protesta non servirà a niente come vi opporrete? Farete come i produttori di latte che hanno bloccato le strade, cercherete firme per un referendum?

Non so, cercheremo soluzioni. Un referendum? Non c’è tempo. Purtroppo l’Alta velocità è una iniziativa che ha già i suoi anni. Comunque qualcosa faremo: il 20 marzo ci troveremo tutti e 100 i sindaci con i rappresentanti degli agricoltori a Roma, nella Sala cenacolo della Camera dei deputati con tutti i ministri coinvolti nel progetto. In fondo se è vero che ognuno di noi sindaci ha l’appoggio di qualche migliaio di cittadini, portiamo in Parlamento la voce di mezzo milione di persone...

a.m.