Index MUSICA - Marzo 1997

I dischi del mese

PAVEMENT "Brighten the corners" (Domino)

Si sa come vanno a finire queste cose. Gruppi a bassa fedeltà, abituati a ciangottare suoni nella cantina di casa loro, vengono spediti a far dischi veri e propri in studi veri e propri. Alcuni tirano dritto per la loro strada, continuando a confezionare a profusione raccolte di canzoni sghembe e stranamente fascinose (Sebadoh, tanto per dire i maestri), altri se la fanno sotto e stemperano l'originaria arroganza in una tiepida goliardia (Ween, tanto per farmi qualche nemico). I Pavement direi che stanno un po' a metà strada tra i due estremi: non hanno ancora deciso cosa fare da grandi, se pervertire fino in fondo la canzone del dopo-Velvet oppure coltivarsi nel vicinato una reputazione di originali riparatori di pop caotico e dissonante. Da Slanted and Enchanted, giudicato il loro album più rappresentativo, in poi, nessuna delle discografiche della banda californiana è esente da questa ambiguità. Neppure questo "Brighten the corners", che pare anzi far gioco proprio sui due binari dello stile Pavement. Melodie sepolte sotto i rifiuti, insomma, o viceversa. Titoli come "Transport is arranged", "Date with IKEA" e "We are underused" sono di per sè garanzia che una loro piena riabilitazione all'ordine non è quantomeno dietro l'angolo.

THE OFFSPRING "Ixnay on the hombre" (Epitaph)

ixnay on the hombreSulla scia di Green Day e compagnia bella, con il disco precedente gli Offspring avevano fatto uno dei botti più colossali della storia del punk-pop: parecchi milioni di dischi venduti e una reputazione live tale da superare quella dei loro stessi caposcuola. Ixnay on the hombre spinge ulteriormente sul pedale dell'hard-rock ma il suono resta compatto, le rasoiate di chitarra micidiali e la velocità d'esecuzione ai limiti delle possibilità umane. Forse un po' monotoni a lungo andare, ma perfettamente padroni del mestiere.

RUN ON "No Way" (Matador)

Poco so dirvi di questi Run On, se non che si prodigano in una piacevole rivisitazione dei Velvet Underground in chiave più dinamica e ottimistica. La voce femminile per certi versi li accomuna ai My Bloody Valentine anche se qui più che la distorsione è la depravazione ritmico-melodica e farla da protagonista. Li aspettiamo alla prossima prova.

Massimiano Bucchi