Febbraio 1997

Che bello sguardo, ha lo zoom

Un gruppo di ricercatori usa ha inventato una mini-telecamera incastrata sopra gli occhiali che mette a fuoco le lenti automaticamente. La "Ocutech" permetterà così a milioni di persone parzialmente cieche di riconoscere il volto delle persone, leggere alla lavagna, guidare la macchina. E vedere finalmente come è fatto il mondo che li circonda

A vederli sembrano dei maniaci della realtà virtuale. Così maniaci da portarsi sempre dietro lo speciale visore con tanto di occhiali. In realtà per molte persone affette da semi-cecità, l’invenzione di alcuni ricercatori della Carolina del Nord può significare il ritorno alla normalità. Grazie ad un’idea, come spesso succede, più semplice di quanto non si creda: se l’occhio malato non riesce a mettere a fuoco gli oggetti, è il principio, allora mettiamo a fuoco gli occhiali.

Per riuscire nell’impresa Henry Greene, professore di oftalmologia all’University of North Carolina della Chapel Hill School of Medicine, ha lavorato per anni con l’ingegnere Robert Beadles e con un inventore, Russ Pekar. Risultato: una specie di mini-telecamera hi-tech con l’oculare azionato dal più piccolo micro-motore esistente al mondo, incastrata sopra dei normali occhiali. I benefici, per milioni di ipo-vedenti, sono notevoli: invece di usare telescopi per vedere la lavagna a scuola o guardare la tv da 20 centimetri di distanza come oggi sono costretti a fare, potranno finalmente osservare il mondo che li circonda come tutti gli altri.

Qualche esempio: Jenna Meck, 21 anni, è nata con un distacco di retina all’occhio sinistro e una fissurazione anomala nel destro. Insomma è quasi cieca: a scuola per seguire le lezioni deve usare un telescopio (da lontano) e una lente d’ingrandimento (da vicino), e solo con l’occhio destro. Il viso delle persone non sapeva neanche cosa fosse, così come molti altri oggetti. Poi ha provato l’Ocutech Ves Autofocus Telescope di Greene e soci, e sembra rinata: "E’ un grande aiuto - dice - Sta cambiando la mia vita". Ora legge la lavagna, sa che volto hanno suo padre e sua madre e riconosce i compagni di scuola. Stesso entusiasmo da "rinascita" per Tom Vernasco, 29 anni, semi-cieco dalla nascita: "Con la mini-telecamera sugli occhiali ora posso guidare e vado a fare la spesa da solo". Thomas Aldridge, 72 anni, è diventato cieco negli ultimi dieci anni a causa di una degenerazione maculare progressiva. Per guardare la tv Aldridge doveva sedersi a non più di 60 centimetri dallo schermo. E non poteva nemmeno divertirsi quando dava da mangiare a uccellini e scoiattoli fuori dalla finestra perché non li vedeva. "Ora poterli finalmente guardare è diventata la gioia della mia vita. Non saranno gli occhiali risolutivi per tutti, ma per alcuni come me sono un vero miracolo".

In sintesi l’Ocutech funziona in base al riflesso di un raggio infrarosso inviato sugli oggetti o persone che ha davanti (quelli cioè che guarda chi indossa gli occhiali). Il raggio comanda poi il movimento del micro-motore che mette a fuoco le lenti quasi in tempo reale grazie ad un microchip. Per ovviare al problema del ridotto campo visivo, l’oculare del telescopio è dotato di una lente d’ingrandimento. In questo modo non c’è più bisogno di cercare sempre la giusta distanza dagli oggetti, o magari tenerli appiccicati al naso. Il tutto pesa circa 75 grammi.

Per ora si può usare solo con un occhio, ma i ricercatori stanno lavorando alla versione binoculare. Prezzo della telecamera-occhiale: 3 mila dollari (circa 4 milioni e mezzo), lo sviluppo del progetto finanziato dal National Institute of Health e dal ministero della Sanità del Canada è costato finora 1 miliardo e 600 milioni di lire. Greene comunque è già soddisfatto: "Sappiamo che non serve per risolvere tutti i casi di cecità parziale. Ma siamo anche sicuri che migliorerà la vita a moltissime persone".

Alessandro Mognon