Febbraio 1997

Nord est, nasce il partito che " spiazza" Bossi e Prodi

Nord est, prima era sulla bocca di tutti per il modello imprenditoriale, adesso diventa un partito: un salto di qualità che spiazza Bossi da un lato e dall’altro lo stesso presidente del Consiglio, Romano Prodi. Comprensibili le ragioni del senatur che oltre a Roma Ulivo e Roma Polo adesso deve vedersela anche con Venezia, con un nuovo partito (per ora resta movimento, ma preannuncia operatività nel giro di due mesi) che va a pescare nel bacino di chi vuole il federalismo, ma non condivide l’ipotesi secessione. Non a caso Bossi anche su questo piano, al recente congresso della Lega ha spostato il tiro, rinviando a data da destinarsi la guerra d’indipendenza del Nord. D’altra parte non dev’essere bello voltarsi indietro e accorgersi che il partito del Nord est nel Veneto e Friuli Venezia Giulia sembra fatto apposta per rosicchiare consensi sul fronte moderato. Ma nemmeno Romano Prodi ci sta a leggere la nascita di questo nuovo soggetto politico a cuor leggero, anzi lo boccia in 70 righe con un articolo pubblicato in prima pagina dal "Gazzettino" in cui rimprovera alla nuova formazione politica di aver fatto un autogol. Non conta che tra gli ispiratori ci sia gente come Giorgio Lago, che dopo aver "palpato" (per trasformarli in copie di giornale) gli umori dei veneti ora tenta l’alchimia, forse convito che basta una vocale per trasformare i lettori in voti, le copie in preferenze. Prodi scomunica anche Massimo Cacciari, accusandolo di rompere le tasche all’Ulivo e di non aver capito "la positività di movimenti politici organizzati che esprimono una strategia federalista radicale, sì, ma coerente e fondata su proposte e programmi definiti". Discolo d’un sindaco. Ma a chi si riferisce Prodi: alla Lega? All’Ulivo? Al Pds? Quali sono effettivamente i movimenti che "cercano di rappresentare in modo razionale, senza ideologismi, settarismi, demagogie, distinte eppure inseparabili, verso la compiuta autonomia degli Enti locali"? Quale partito interpreta questo campionario di certezze?

Anche il ministro ai Lavori Pubblici, Paolo Costa, che di Veneto se ne intende e che sa cosa si muove tra la laguna di Venezia e le sponde del Garda , più realista del suo premier conviene: "se il governo non riuscirà a soddisfare le esigenze di fondo sostenute dal partito del Nord est è bene insistere, organizzarsi, saper scegliere, fare progetti, dire a chiare lettere cosa vuole la gente che abita tra Venezia e Trento, tra Udine e Rovigo".

Cacciari non si è perso d’animo per i complimenti di Prodi tanto che dopo 24 ore gli ha risposto "attento Romano, questa è una cosa seria, un movimento che tenta di dar rappresentanza in modo razionale, senza ideologismi, settarismi, demagogie, le spinte distinte eppure inseparabili verso la compiuta autonomia degli Enti locali e insieme vesro una riforma del sistema fiscale, previdenziale, che sostenga davvero l’imprenditorialità autentica, che ne promuova la formazione, che ne incentivi la capacità di competizione internazionale". In altri termini "più cautela a sminuire il Nord est e arrivederci alle elezioni".

Alla presentazione ufficiale del nuovo partito anche l’imprenditore padovano Mario Carraro, ex presidente degli industriali veneti, uscito dalla giunta dell’Assindustria perché non allineato con Fossa e sempre più convinto della possibilità esista un capitalismo avanzato in grado di coniugare progresso, utili e riforme sociali. A sostegno del nuovo partito ci sono anche i numeri: a un elettore veneto su quattro il partito del Nord est convince sul serio, ad un altro 30 per cento l’idea affascina, solo il 15 lo considera con diffidenza, mentre il 30 per cento lo esclude senza incertezze.

In queste percentuali, dice no davanti alle telecamere anche il ministro Tiziano Treu , poi s’informa sulla prossima convention. Mario Rigo, coordinatore del nuovo movimento insieme a Franco Conte per il Veneto, Luciano del Fre per il Friuli, Marco Battisti (nipote dello storico Cesare) per il Trentino sono le punte di diamante di una forza che può sfoderare adesioni a grappoli. Come quella dei 52 sindaci presenti al battesimo del nuovo partito, dei 17 consiglieri provinciali (più il presidente della provincia di Padova Renzo Sacco e l’ex vicesindaco di Treviso Giorgio Bonet, dei 283 rappresentanti delle categorie tra i quali spicca Giuseppe Bortolussi, leader degli artigiani veneti.

Mauro Carrer