gennaio 1997
Inedito
ritratto di una suora... nel pallone
Sister
Lazio: tutta preghiere, stadio, carcere e tivù
La
francescana divenuta famosa con la trasmissione
"Quelli che il calcio" si "confessa"
e spiega come attraverso lo sport raggiunge i giovani in
difficoltà e i carcerati
"Forza Lazio" si sente
dalla platea quando suor Paola inizia a parlare. Il
calcio, dice lei, è solo un pretesto per far capire come
anche lo sport possa diventare espressione divina. Lo
dice con una convinzione proprio da tifosa. E ricorda i
suoi "esordi". Allinizio la vita
scolastica a Roma, in un istituto di suore, il grande
amore per il calcio e la musica, la sua decisione -
pesantemente contrastata dai genitori - di farsi suora.
"Mia madre non ne
voleva sapere - ricorda sister Lazio - e mandò i
poliziotti a prendermi in convento. Io resistetti".
Davanti al giudice che
doveva pronunciarsi sullo strano caso la giovane novizia
incontrò, imputati di piccoli reati, dei minorenni e da
allora nacque nel suo cuore il desiderio di aiutare la
gioventù in difficoltà.
"Il saggio giudice -
prosegue il racconto della religiosa- appoggio la mia
determinazione nei riguardi delle mie scelte e nella
posizione assunta con la mia famiglia, mi incoraggio a
proseguire e mi consigliò di essere forte":
E da allora fu suor Paola,
francescana.
"Ho fatto
linsegnante per qualche tempo - prosegue - e ho
cercato con forza la serenità e il sorriso che sono
stati pieni da quando mi sono completamente rappacificata
con mia madre":
Il suo terreno di
apostolato divengono le periferie di Roma, tra i tuguri
dei baraccati, tra il degrado e il disadattamento, in
mezzo a situazioni difficili e scabrose. Dove ci vuol
niente per accendere liti furiose e dove la vita è fatta
anche di tanti espedienti, più o meno legali.
"Ricordo di aver
portato i ragazzi delle periferie in una piazza, erano
tanti e non sapevo cosa inventare per farli giocare -
dice suor Paola - avevo solo un pallone in mano, uno di
quelli cuciti a mano":
La monaca fischiò il
calcio dinizio e scopre una nuova vocazione. Da
quel giorno la sua missione consiste nel mettere insieme
il mondo dei giovani che hanno problemi di adattamento
con un altro mondo, quello del calcio:
laccostamento funziona, anche perché quando si
mette in testa qualcosa sister Lazio è difficile farle
cambiare idea.
"Mi adoperai cercando
aiuti dappertutto - racconta la francescana - e,
inaspettatamente vi furono molte risposte positive. Ora
passo parte della mia giornata nel carcere romano di
Regina Coeli per essere di aiuto e portare sollievo e
solidarietà a chi la vita lha solo subita e non ha
così gustato quella dignità che ogni uomo
desidera":
Il ricordo va a quei
giovani incontrati in tribunale, in attesa di essere
giudicati. Sguardi indimenticabili, che ancor oggi fanno
scattare la molla dellimpegno, il desiderio di
essere a fianco di chi, anche in questo modo, soffre
comunque delle ingiustizie.
Questi i motivi che
spingono suor Paola ad entrare nelle celle a dar
conforto, queste le ragioni del suo impegno in carcere. E
il calcio? La francescana sorride. E il successo in
televisione con la banda di Fabio Fazio? "Strumenti
per ringraziare Dio". Quando poi segna la Lazio la
lode supera di colpo ia diecimila metri
daltezza".
P.G.B.
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