
gennaio 1997
Caccia
alla piovra gigante ultimo "mostro" degli
abissi
Due
equipe di ricercatori Usa per conto del National
Geographic Institute andranno in Nuova Zelanda a cercare
il "calamaro gigante". Animale mitico lungo 20
metri che vive a oltre 3 mila metri di profondità e
ricordato anche nelle leggende dei Maori, non è mai
stato visto vivo da nessuno. Di lui si trovano solo le
carcasse sulle spiagge e i resti nella pancia dei
capodogli, le grandi balene-predatrici che gli scienziati
armati di sommergibile e telecamere speciali vogliono
seguire per svelare un mistero che ha resistito per
secoli.
Visti i
nomi, non andranno a fare turismo le due equipe di
ricercatori dello Smithsonian National Museum di
Washington, con la collaborazione del National Geographic
magazine e tv e del Massachusetts Institute of
Technology, che tra pochi giorni partiranno per la Nuova
Zelanda. Obiettivo: vedere (e possibilmente filmare se
non catturare) per la prima volta il mitico "Calamaro
gigante", quello che nei racconti pieni di rhum dei
marinai di un tempo usciva dalle acque e avvolgeva nei
suoi spaventosi tentacoli vascelli interi. Invece, nata
dalle antiche tradizioni dei Maori che dal X secolo si
tramandano la storia di una caccia ad un calamaro-mostro,
la leggenda non è una leggenda. Visto che di questi
giganteschi animali gli scienziati hanno trovato
centinaia di carcasse finite sulle spiagge, oltre a
quelle ritrovate nello stomaco dei capodogli o impigliate
nelle reti per la pesca di profondità. L'unico problema
è che nessuno ne ha mai visto uno vivo. Eppure le
dimensioni della mega-piovra sono veramente incredibili:
lunga fino a 20 metri, secondo Clyde Roper, uno degli
scienziati responsabili della spedizione, "i
calamari giganti hanno enormi teste, e di sicuro gli
occhi più grandi dell'intero regno animale, diciamo come
la testa di un uomo. Senza contare il grande rostro che
gli serve per afferrare le prede. Purtroppo di loro non
sappiamo niente: dove e come vivono, se solitari o a
coppie o in branco, come si muovono, cosa mangiano".
(http://seawifs.gsfc.nasa.gov/OCEAN_PLANET/HTML/
quid_expedition.html)
Per scoprire
finalmente come è fatto il mostro degli abissi che nelle
"20 mila leghe sotto i mari" di Verne attacca
il sottomarino Nautilus del capitano Nemo, i ricercatori
useranno appunto sommergibili e video camere sofisticate.
Anche perchè il "calamarone" sembra vivere tra
i 3 e i 5mila metri di profondità. Per scovare la super-piovra tra la
Kaikoura coast e la Mernoo Bank (quasi 200 chilometri di
mare) con le telecamere di profondità, le equipe
scientifiche useranno anche dei "cani da
caccia" speciali: i capodogli. Queste grandi balene
sono infatti i maggiori predatori dei calamari giganti e
sanno dove trovarli. Una preda comunque pericolosa: gli
unici animali in grado di combattere alla pari con i
capodogli sono proprio i calamari giganti, tanto che sul
dorso di molte balene spesso si trovano i segni delle
battaglie marine. Roper spera così di poter attaccare ad
un capodoglio una telecamera speciale per filmare il
"mostro" degli abissi. Che, povero lui, non sa
che la sua pace secolare di mito dei marinai è forse
finita per sempre.
Alessandro Mognon
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