gennaio 1997

Parla il ministro del Commercio Estero, Augusto Fantozzi

"L’Eurotassa? E’ necessaria"

"Le mie previsioni per il 1997? Il futuro è nelle mani di Dio, ma per quanto riguarda il governo è ora di avviare le riforme. E di sostenere in tutti i modi le imprese italiane che esportano"

Prima, con le riforme aveva dovuto districarsi con un incarico che non è invidiabile. Ora, col Governo Prodi, deve sbrigare un’altra matassa non da poco: le problematiche connesse all’esportazione ed in particolare il forte sentimento di disagio e il malcontento delle imprese italiane nel confronti dello Stato, accusato di non fornire - tanto per cambiare - assistenza ed incentivi adeguati in materia di esportazione. Però le tasse continuano a fioccare, come la cosidetta Eurotassa, tanto contestata. Ed il ministro Fantozzi di imposte se ne intende...

E’ un sacrificio necessario per poter entrare in Europa: Come si è potuto constatare, il Governo è intervenuta con forza per modificare alcuni aspetti della prima impostazione che risultavano particolarmente sfavorevoli ai lavoratori autonomi: Però le entrate derivanti da questa imposizione fiscale sono indispensabili se vogliamo entrare in Europa.

Il rientro dell’Italia nello Sme è risultato sofferto

Rientro sofferto, ma molto importante perché possiamo stare in un grande mercato. Mi riferisco naturalmente all’Unione monetaria, perché lo Sme è la premessa per l’unione monetaria dalla quale noi saremmo esclusi se non riusciamo ad agganciare l’Europa. Entrare nello Sme significa soprattutto stabilità. Stabilità dei cambi che per le imprese significa possibilità di programmare, di fare progetti, di vincere la sfida della concorrenza.

Ci sono state però polemiche e perplessità sul famoso tetto delle 990 lire nel confronto col marco...

A mio avviso si è ottenuto un buon risultato. La quota 990 lire contro il marco è quanto di meglio si potesse raggiungere. E non va dimenticato, in ogni caso, che la banda di oscillazione all’interno del Sistema monetario europeo è cambiata da tempo e attualmente spazia sino al 15 per cento. Si tratta indubbiamente di una possibilità di oscillazione delle monete che consente di operare con maggiore tranquillità. Basti ricordare che per anni (sino al 1993) la banda di oscillazione era ristretta sul 2,25 per cento. Quindi non sono le dieci lire - tra quota mille e quota 990 - che cambiano le cose.

Molti imprenditori paventano un futuro nero nelle esportazioni...

No, io professo ottimismo ed invito gli imprenditori italiani a considerare il rientro nello Sme come un ponte stabile aperto verso l’Europa. Un collegamento indispensabile che garantisce sicurezza ed affidabilità. E sino ad oggi, dalla famosa svalutazione della lira del ’92, gli imprenditori hanno potuto fare la parte del leone, incrementando a livelli molto elevati la loro competitività strutturale. Hanno insomma fatto il pieno in questi ultimi tre anni e possono vedere il futuro con più ottimismo.

Restano le carenze dello Stato. Ministro, sinceramente, a che serve l’Istituto per il Commercio con l’Estero. Che cosa ha prodotto, quali aiuti concreti ha dato alle imprese. Gli industriali sostengono che l’Icie altro non è che un carrozzone inutile...

L’Ice è oggetto privilegiato delle nostre attenzioni. E’ allo studio una riforma decisiva che conto di approvare entro fine febbraio. Se sarà così, l’Ice uscirà finalmente dal commissariamento ed entrarà nella gestione ordinaria. Naturalmente il nuovo Ice dovrà avere una fisionomia diversa, volta unicamente a svolgere al meglio la sua funzione di assistenza agli esportatori. Le linee portanti della riforma sono individuabili nella territorializzazione e coordinamento al centro, mentre all’estero ci sarà appoggio organico alle Ambasciate e ai Consolati. Va però ricordato che a fianco dell’Ice vi sono istituti altrettanto importanti e altrettanto bisognosi di essere riformati. Come la Sace, nel comparto assicurativo, e il Mediocredito centrale per quanto riguarda i finanziamenti per le imprese che esportano.

Bilancia commerciale e bilancia dei pagamenti. Qual è la situazione?

Attualmente posso dire che la situazione è ottima. Più precisamente abbiamo azzerato l’indebitamento estero e abbiamo un surplus commerciale record. E a questo proposito devo sottolineare che il ruolo svolto dalle imprese italiane, tra cui le piccole e medie aziende, è stato ed è di rilevanza eccezionale. Il modello delle piccole imprese italiane è davvero invidiato per la sua flessibilità, capacità ed inventiva.

Ministro Fantozzi, gli industriali non si fanno più tanto incantare dalle sirene. Guardi Fossa cosa ha detto, senza tanti peli sulla lingua, al governo Prodi di cui lei fa parte

Noi stiamo lavorando intensamente e riusciremo a tempo brevissimo a realizzare una riforma dell’Ice, quindi quella dei sistemi finanziari ed assicurativi. Questo è il nostro impegno concreto per sostenere per quanto ci compete, il mondo delle piccole e medie imprese.

Il suo pronostico per il 1997? Che cosa c’è nel futuro degli italiani?

Sono ottimista. Certo il futuro è nelle mani di Dio, ma se riusciremo ad affrontare le riforme previste sarà bene per tutti.

L.Z. (in collaborazione con il mensile "il Basso Vicentino")