gennaio 1997

Calendari per tutti i gusti da farte Indovino all'esclusivo Pirelli, passando per Mafalda e i gatti

Sfoglia i dodici mesi e impari quand'è l'ora di piantar fagioli

Una serie dedicata ai balletti classici, altri cult con stupende immagini di barche a vela o campi da golf

"Frate Indovino" è nella categoria dei calendari evergreen. Come i larici canadesi o le sequoie centenarie che resistono ai parassiti, al freddo e al tempo. Il suo artefice, padre Mariangelo da Cerqueto, lo ha ideato nel 1943 e nel 1946 è riuscito a pubblicarlo in 2000 copie, come omaggio natalizio dei cappuccini di Assisi.

Fin dall’inizio il lunario è stato apprezzato per la rubrica che indicava puntualmente le previsioni metereologiche.

In quegli anni per gli agricoltori i consigli di frate Indovino erano l'unico strumento da affiancare alla propria esperienza (non c’erano ancora i satelliti) per conoscere in anticipo e per regolarsi sui lavori dei campi. Così, negli anni, si è propagata la fama di frate Mariangelo. E la sua leggenda. Nessuno infatti sa dove precisamente vive il fraticello che secondo l’anagrafe ha 81 anni. Interviste non ne concede, non esiste una sua foto recente. Anzi, recentemente se l’è presa con i giornalisti che gli chiedevano conto di alcune sue affermazioni circa la "morale domestica" per cui la "donna ideale è colei che non va a lavorare e se ne sta a casa a far da mangiare". In ogni caso, se padre Mariangelo da Cerqueto si trincera nel silenzio, parla per lui il suo calendario. Che non tralascia neppure gli argomenti come la politica. Come quando esamina lo stato di salute dell’Italia che - secondo il frate umbro - è un malato in "convalescenza", un Paese "indebitato fino al collo, un grande padre che spende e noi suoi figli, teneri e smarriti, che pagano sempre".

Meglio cantarci sopra e così frate Indovino ispira il suo calendario alla vecchia canzone "Torna piccina mia". Il tutto nel segno del prezzo contenuto: bastano 6mila per avere a portata di mano la saggezza del frate per i prossimi 12 mesi.

Altri lunari celebre sono il "Pojana", "Lo Strologo" , "Il Barbanera": sono anche questi oggetti il cui sapore di antico è ancora legato ai cicli delle stagioni, della luna, delle maree, della semina e dell’imbottigliamento. Narra una leggenda legata alla cultura contadina veneta che Salvanelo sbagliò la semina e mise in terra in fagioli in luna calante. I baccelli crebbero alti e forti, con legumi grossi come noci, ma immangiabili. Così Salvanelo se la prese con la Luna e salì in cielo per bastonarla: ancora oggi stampata sulla superficie bianca del satellite terrestre, a guardar bene, c’è la sagoma di un uomo. E’ il Salvanelo dei fagioli.

Agli antipodi, ma non meno famoso c’è l’esclusivo calendario Pirelli. L’edizione di quest’anno, stampata in 45 mila copie, tutte già a ruba tra vip e clienti, è firmata dal fotografo Avedon, s’intitola "Donne nel Mondo" ed è dedicata a 19 modelle che appaiono in formato 40 per 60 nei dodici mesi dell’anno: la copertina alla brasiliana Melanie. Insieme a lei le bellezze della terra fotografate senza vestiti. Un nudo che, secondo esteti e cultori dell’immagine, è da considerarsi puro e casto. C’è l’italiana Monica Bellucci (alla quale è stato dedicato il mese di luglio). Con lei Irina Pantaeva, ragazza Pirelli di settembre, una siberiana alta quasi due metri; Marie-Sophie, una francesina appassionata del genere punk o la somala Waris, che appare nel mese di maggio, la cui biografia racconta che è cresciuta nel deserto fino a 13 anni. Particolare comune a quasi tutte le modelle scelte quest'anno da Avendon è l'estrema magrezza, tanto che in Inghilterra un gruppo di medici ha accusato il fotografo di propagare un ideale di donna quasi anoressica. E quindi pericolosa. Pirelli comunque con suo calendario è un mito celebrato in questi giorni a Venezia, a Palazzo Grassi, (dal 2 al 16 febbraio) con una mostra allestita da Gau Aulenti, catalogo di Rizzoli e saggi di Vergani e Zannier. La mostra, dopo Venezia, farà il giro del mondo. Che il calendario Pirelli sia ormai un oggetto di culto lo dimostrano anche le quotazioni raggiunte dalle edizioni precedenti: "cal" (questo il soprannome del famoso almanacco) è sempre più ricercato tra antiquari e collezionisti. Anche l’edizione 1997, per i suoi "nudi puri" è già tra le annate di più valore.

Chi fa concorrenza ad Avedon e alla Pirelli è il fotografo Helmut Newton che per la Wolford ha scelto dodici modelle abbigliate con biancheria intima firmata. La sua opera d’arte diluita in dodici mesi, che si ordina nei negozi col marchio Wolford o al telefono, vale ben 100mila lire. Altri calendari classificati nel genere artistico per la bellezza delle foto celebrano soggetti monografici. Come i dodici mesi dedicati alla Danza, una serie di immagini in bianco e nero sui balletti classici e foto inedite delle ballerine del Teatro nazionale di Hannover (a 35mila lire in cartoleria o libreria). Sempre nei negozi specializzati si trovano altri calendari dedicati ai gatti e al cani. Altri "speciali" per le barche a vela (si chiama Yacht), alle erbe e agli ortaggi (Le gout de nature), alle mappe, ai disegni di puzzle, alle fiabe, ai fiori, ai disegni di Escher, agli adesivi per bambini. Non manca il calendario dell’uva con le foto dell’archivio Gancia.

Per tutti i gusti. Dai più raffinati cultori di Avedon agli amici di frate Indovino, dai consigli di Mafalda alle dodici tavole firmate Lupo Alberto.