a cura di Giovanna Grossato - gennaio 1997

LE DONNE NELL'ARTE (5) Gabriele Münter

Come era stato annunciato nel precedente numero di "NAUTILUS", allorchè si parlava della mostra "Il giardino delle donne" ad Hannover, si prenderanno in esame alcune delle figure più interessanti di questo gruppo di sette artiste (con Gabriele Münter, Paula Modersoho-Becker, Marianne von Werefkin, Clara Rilke-Westhoff, Käte Lassen, Ottilie Reylaender ed Erma Bossi) le quali hanno in comune, oltre che la volontà di rinnovare il linguaggio pittorico dell'inizio del Novecento e di sostenere tesi artistiche d'avanguardia, anche quello, più sottilmente propria alle donne, di un ruolo di marginalità, rispetto ai movimenti artistici da esse rappresentati.

Nata a Berlino nel 1877, Gabriele Münter ebbe i primi rudimenti a Düsseldorf, alla Scuola d'Arte femminile, (dato che l'Accademia non era a quel tempo aperta alle donne).

Nel 1901 essa si trasferì a Monaco che, nei primi anni del secolo era un centro vivacissimo d'avanguardia artistica. Qui, stanca dell'insegnamento accademico tradizionale, per lo più nella scuola dell'Associazione Donne Artiste, fu tra le prime ad iscriverso a "Phalanx", serie di corsi d'arte istituita da Vasilij Kandinskij nel 1902.

L'incontro con l'arte e l'insegnamento di Kandinskij fu finalmente lo stimolo che la giovane pittrice andava cercando. Essa condivise viaggi di ricerca di Kandinskij a Parigi, esponendo con lui al Salon des Indepéndants e al Salon d'Automne, e nel 1908 si stabilì con lui a Murnau, in Baviera. Condivideva la loro l'abitazione nel villaggio alpino anche un'altra coppia di artisti: Alexei Jawlensky e Marianne von Werefkin, pure loro coinvolti nella ricerca del colore come mezzo espressivo e fondatori a Monaco, nel 1909, della nuova Associazione degli Artisti cui partecipò anche l'istriana Erma Bossi, rappresentata dalla Münter a tavola con Kandinskij (FIG 1). In questo dipinto il pittore è rappresentato con la mano alzata, probabilmente esprimendo le sue idee a Erma che, seduta di fronte, lo ascolta con le braccia poggiate alla tavola.

Gabriele, soprattutto, visse assieme a Kandinskij l'esperienza innovativa del "Blaue Reiter", movimento artistico fondato a Monaco dal pittore russo nel 1911. Questa è la data di due oli della pittrice: "Kandinskij a tavola" (FIG 2), raffigurante il suo compagno di vita e d'arte, e "La casa verde" (FIG.3).

Lo stile è estremamente semplificato, vitale è l'uso dei colori puri, campiti entro una grossa linea scura che avvicina questo procedimento a quello dei "Fauves", gli espressionisti francesi che stavano conducendo a Parigi ricerche simili, sebbene meno astratte, a quelle del gruppo di Monaco. Per la Münter sono anni di grande crescita e di scambio con quelli che saranno i protagonisti tra i più significativi dell'arte europea contemporanea, fino allo scoppio della prima guerra mondiale.

Gabriele e Kandinskij si rifugiano allora in Svizzera e poi a Stoccolma.

Infine Kandinskij decise di tornare in Russia, nel 1917, incontrando nella sua terra d'origine quella che sarà la seconda moglie (dalla prima si era separato nel 1909, allorchè aveva conosciuto Gabriele).

Gabriele prosegue da sola la sua ricerca e continua a dipingere: sia figure che paesaggi, con incredibile freschezza e con spregiudicati accostamenti cromatici di grande intensità.
Nel 1957 dona alla Städtische Galerie di Monaco centoventi dipinti giovanili di Kandinskij e trenta propri appartenenti al periodo prima della guerra che risulteranno utilissimi alla rilettura storica dell'arte di entrambi gli artisti. Muore a Murneau nel 1962 a ottantacinque anni, dopo aver partecipato anche alla XXV Biennale di Venezia.

Giovanna Grossato