[CINEMA]

E' morto a 72 anni uno degli ultimi divi, da tempo era malato

Addio, Marcello


Marcello Mastroianni è morto la mattina del 19 dicembre, nella sua casa di Parigi. Aveva 72 anni e da tempo era malato. Al capezzale c'erano l'attrice Catherine Deneuve, sua ex-compagna, la loro figlia Chiara e l'attore Michel Piccoli.

"Sì, forse era l'ultimo dei grandi divi, ma non aveva nulla dell'attore: era soprattutto un grande uomo".

Enzo Biagi ricorda così l'amico Marcello, che recentemente in un viaggio a Cesena, all'improvviso gli aveva confidato di avere il cancro ed "era terrorizzato che si sapesse della sua malattia e che questa gli impedisse di recitare ancora".

Nato a Fontana Liri (Frosinone) il 28 settembre del 1924, figlio di un carpentiere che, a 14 anni, lo obbligò a lasciare la scuola ed andare a lavorare. Alla fine degli anni '30 fece i lavori più diversi anche come comparsa. Durante la seconda guerra mondiale fu catturato dai tedeschi e mandato in un campo di lavoro nell'Italia del nord. Campo da cui scappò per vivere di espedienti, a Venezia, fino alla fine della guerra. Tornato a Roma negli anni seguenti di giorno era impiegato in una casa di distribuzione cinematografica inglese, la sera studiava recitazione.

L'esordio cinematografico di Marcello Mastroianni risale al 1948 con i "Miserabili" di Riccardo Freda. Nel 1952 fu tra i protagonisti di "Le ragazze di Piazza di Spagna" di Luciano Emmer, ebbe anche ruoli drammatici in "Cronache di poveri amanti" di Lizzani.

Blasetti lo fece incontrare sul set con la Loren, "Peccato che sia una canaglia" del 1955. Da allora la coppia si è riunita almeno 12 volte, tre delle quali sotto la regia di Vittorio De Sica: in "Ieri, oggi e domani", Matrimonio all'italiana", "I girasoli". Assieme anche con Scola, in tutt'altra chiave, fu con la Loren in "Una giornata particolare".

Nella sua lunghissima carriera, (oltre 120 film) Marcello Mastroianni ha lavorato con i più grandi registi italiani. Ebbe una nomination per l'Oscar per la sua interpretazione di un omosessuale durante il periodo fascista in "Una giornata particolare" con Sofia Loren e vinse il premio come miglior attore protagonista a Cannes, nell' 87 e nel 1970.

Memorabile il suo sodalizio con Federico Fellini, da "La dolce vita" (1960) a "Intervista" (1987).Tra questi due estremi "8 e mezzo", "La città delle donne" e "Ginger e Fred".

In una intervista Mastroianni confidò che Fellini lo aveva scelto per "La Dolce vita" per la "faccia assolutamente normale".

Inseguito da sempre dal marchio di seduttore, ancora di recente considerato dalle donne, non solo italiane, uno degli uomini maturi più affascinanti del mondo, Mastroianni guardò sempre con mediterraneo disincantato alla sua fama di conquistatore.

Una fama avvalorata dalle sue frequentazioni con le donne. Da Assia Noris a Greta Garbo, da Silvana Mangano a Giulietta Masina, da Sofia Loren a Catherine Deneuve, da Faye Dunaway a Flora Clarabella, la moglie, da Anita Ekberg a Shirley Mac Layne.

Marcello Mastroianni cominciò la sua carriera di attore in teatro con Luchino Visconti in "Un tram che si chiama desiderio".

A proporgli, recentemente, di ritornare a recitare a teatro fu Giulio Bosetti, nelle vesti di direttore artistico del "Goldoni" di Venezia che, in lacrime per la morte dell'amico, racconta dell'ultimo colloquio avuto con lui 6 giorni fa, in cui l'attore si scusava per l'interruzione delle repliche, dovuta al suo male, ma contava di riprendere lo spettacolo.

Con Mastroianni se ne va un "pezzo della storia d'Italia", dice Dino Risi. Mario Monicelli (che lo diresse ne "I soliti ignoti") e Gillo Pontecorvo rammentano quella sua immagine" senza vezzi divistici", "di garbata autoironia". E se per Roberto Faenza "era straordinario attore anche da vecchio", per Maurizio Costanzo "ora si ricongiungerà a Federico Fellini".

"Voglio morire a Natale". E' la sua ultima battuta recitata sulla scena teatrale, a chiusura della commedia "Le ultime lune", le cui repliche erano state sospese per la malattia.

Un drammatico, ma intenso testamento spirituale. Che ha commosso per l'ennesima volta quel suo pubblico che da tempo lo aveva consacrato tra i grandi divi del cinema mondiale.