[CDROM]


I DISCHI DA REGALARE A NATALE


FRANCO BATTIATO - "L'imboscata" (Polygram)

Dite quello che volete, le due cicatrici indelebili sulla musica italiana di questa fine secolo si devono a Battisti e Battiato. E se Battisti ha rifondato per almeno due volte la forma canzone'dall'interno', Battiato l'ha aperta a una serie di influenze esternesia musicali (dall'avanguardia alla musica da camera) che liriche producendo una memorabile deflagrazione, soprattutto tra "L'era del cinghiale bianco" e "La voce del padrone" (oltre un milione di copie, a lungo l'album più venduto del pop italiano). Mostrando che i testi non dovevano necessariamente raccontare una storia ma potevano mescolare frammenti e suggestioni 'alte' e 'basse' (lo slogan pubblicitario e l'aforisma mistico) e che non era neppure necessario cantarle nel senso tradizionale della parola, Battiato è riuscito nel miracolo di far canticchiare in coro a un pubblico composito una canzone tutt'altro che frivola come la memorabile "Centro di gravità permanente". Senza il suo esempio non sarebbero esistiti gruppi come iCCCP (né più tardi, i CSI, tanto che Ferretti lo riconosce tuttoracome una grande fonte d'ispirazione) o i Litfiba. "L'imboscata" combina l'anima più turbolenta e provocatoria che Battiato esibì a cavallo tra '70 e '80 con quella più riflessiva ed esoterica che ha prodotto i suoi classici più recenti, da "Fisiognomica" al recente e intricato "L'ombrello e la macchina da cucire". Dal punto di vista sonoro, la novità principale è che il musicista catanese ha ripreso la chitarra in mano dopo oltre dieci anni; per i testi, invece, si consolida il sodalizio con il filosofo Manlio Sgalambrio. Di Passaggio potrebbe essere la nuova Bandiera bianca quanto a immediatezza ma anche qui si avverte una grande profondità, una grande maturazione spirituale e compositiva. La Cura e Amata solitudine sono invece forsei due classici destinati a restare a lungo nel suo repertorio accanto a brani come E ti vengo a cercare o L'ombra della luce. Un gran disco.


XTC "Fossil Fuel - The XTC Singles 1977-92" (Virgin)

"La cosa peggiore che può capitare a un genio è di essere compreso" scriveva il grande Ennio Flaiano. Non vorrei che fosse questo ildestino degli XTC. Per anni erano rimasti nella penombra della lorobottega di artigiani a distillare estratti degni della migliore tradizione pop britannica di Beatles e Kinks per la gioia di pochi ma affezionatissimi fedeli. Fin dal 1982 avevano deciso di abbandonare i concerti dal vivo, sentendo di sviluppare di fronte preoccupanti sinromi ansiogene. Oggi il trio di Swindon è sempre più spesso citato da gruppi e solisti (dai Guided By Voices a Dave Matthews) come modello di scrittura e fonte di ispirazione. L'album Skylarking figura ormai regolarmente (e giustamente) nelle liste dei dischi più importanti e perfetti del pop di ogni tempo. Proprio dalle parti di Skylarking, peraltro, il loro nome era fugacemente transitato dalle classifiche di vendita prefigurando una felice quanto rara dimensione di "successo a misura d'uomo" lontano dagli stadi e dai clichès del mercato musicale contemporaneo. Da allora, tuttavia, forse sentendo la responsabilità di rispondere alle aspettative generate, Partridge &co. sembrano aver almeno in parte smarrito il bandolo della loro personalissima esplorazione estetica/estatica. Due album più che dignitosi ma forse leggermente meno compatti che in passato (Oranges and Lemons e Nonesuch), l'ennesimo attrito con il produttore (l'ultimo era addirittura Gus Dudgeon, quello del primo Elton John), infine un silenzio discografico che dura ormai da più di quattro anni e ha fatto circolare voci di rottura del sodalizio ormai ventennale con la Virgin. Partridge inganna l'attesa con le partecipazioni più disparate (un disco con Harold Budd su Ma.so.) ed estemporanee uscite solisti che (una serie di singoli negli States su Hello! Records). Difficile direquindi se questo doppio CD che raccoglie 31 brani distribuiti lungo tutta l'attività del gruppo (aggiornando in pratica i vecchi Beeswax e The Compact XTC) rappresenti una celebrazione postuma o un semplice riassunto delle puntate precedenti. In ogni caso è difficile non raccomandarlo, soprattutto ai neofiti del verbo-XTC: due ore di musica e una scelta complessivamente equilibrata che prevede tutti i singoli sinora pubblicati dal gruppo più altri tre brani pescati dagli album. Il tutto è arricchito da un booklet con i testi e con le riproduzioni delle storiche copertine che sono parte integrante dell'artigianato musicale del trio.


IN BREVE



  • The Kelley Deal 6000 "Go to the sugar altar" (Nice Records)Kelley Deal, la sorellina di Kim Deal (ex bassista dei Pixies) che con lei militava nelle disciolte Breeders, ha sfornato a sorpresa un dischetto mica da ridere. Pop frizzante, chitarre robuste, ritmi imprevedibili. Per l'amico/a voluttuoso.
  • Vinicio Capossela " Il ballo di S. Vito" (CGD) Un altra bella raccolta di canzoni firmata da quella che ormai non può essere considerata solo una promessa del cantautorato italiano. Accanto a Vinicio, tanto per gradire, Marc Ribot, Luciano Titi, Ellade Bandini e Ares Tavolazzi. Per l'amico/a tiratardi.
  • Redhouse Painters "Songs for a blue guitar" (Island) Tenui acquarelli disegnati dalla splendida voce di Mark Kozelek affiancati da una serie di cover bizzarre e personalissime (Cars, Yes,Paul McCartney). Quinto disco, quinto classico della band californiana. Per l'amico/a solitario/a.
  • Pere Ubu "Data panik in the year zero" (Geffen - Box di 5 Cd) Musica di quasi vent'anni fa, ma tuttora venti anni avanti al grosso della truppa. Basta piazzare il lettore sul sibilo iniziale di "Non alignment pact" e perfino il punk sembra una barzelletta. Un pezzo di storia della cultura, più che della musica, da tenere in casa come una reliquia. Per l'amico/a genialoide.


Massimiano Bucchi