Giuseppe Bortolussi, leader degli artigiani veneti
critica gli esperti che raccontano il Veneto
Troppi "professori" sputano
sentenze sul Nord-est
"Noi, in canottiera, abbiamo fatto il
miracolo economico, loro, soloni, giornalisti politici e sindacalisti
vogliono soffocare le piccole imprese"
Gli artigiani restano un'istituzione, dopo la Chiesa, ma nel Nord
est ricco e insoddisfatto cala di 30 punti la percentuale di fiducia
nei confronti della loro categoria. Una batosta, uno schiaffo
non da poco. Quasi un segnale di stanchezza nei confronti dei
rappresentanze di categoria che "spinte dalle insoddisfazioni
della base hanno accentuato i toni delle rivendicazioni e sono
divenute specchio e megafono delle proteste dei loro iscritti".
Questo dice la ricerca dell'istituto Poster commissionata dall'Associazione
industriali di Vicenza. Un'analisi sulle tendenze della locomotiva
economica italiana, che i giornali sintetizzano con i titoli "Veneto,
ricco ed insoddisfatto".
"Se non fosse che l'indagine sul malcontento del Nord est
porta la firma di Ilvo Diamanti, direi che i dati sono viziati
da qualche errore - dice Giuseppe Bortolussi, responsabile della
Confartigianato di Mestre e bastian contrario per vocazione -
No, un cambiamento così radicale, da un anno all'altro
non è giustificabile".
Sindrome da complotto? Valutazioni drogate? Ricerca discutibile?
Niente di tutto questo, Bortolussi è più portato
a mettere in dubbio il campione, troppo euforico lo scorso anno
ed ora più realistico. Palla al centro e fischio d'inizio.
"Il dato resta comunque eclatante, effettivamente si percepisce
che una certa sfiducia attraversa la società veneta - azzarda
Bortolussi - ma bisogna interpretarla con attenzione. Quando mi
si dice che il malcontento porta alla mancanza di solidarietà,
che i veneti sono un po' stupidi e tanto egoisti allora mi cascano
le braccia. E' una balla grande e grossa. Ricchi? Ma vadano a
fare i conti in tasca ai lombardi o agli emiliani; nel Nord est
siamo solo più dinamici. E la panzana della solidarietà.
Ma se il nostro modello è basato sul mutuo sostegno, qui
esiste ancora la famiglia orizzontale con i cugini e i cognati
che ti abitano a 50 metri e che se ti serve una mano corrono.
E che dire del volontariato, delle più alte percentuali
donazioni di organi, del numero di missionari veneti in giro per
il mondo".
Bortolussi prende fiato, punta l'indice verso " i soloni,
gli accademici, gli economisti, i giornalisti, i sociologi, gli
antropologi, i sindacalisti, i governanti, tutti quelli che sul
Nord est filosofeggiano e sputano sentenze".
Li scomunica con una bolla di quattro parole: "Non hanno
capito niente".
Chiama in causa veneti doc come il giornalista del Corriere Gian
Antonio Stella e il suo libro "Schei" ("usa i dati
sbagliati, specie quelli sulla scolarizzazione, siamo 2-3 punti
in più della media nazionale"), evoca l'economista
Michele Salviati, lo definisce un maestro, ma lo punzecchia ricordandogli
che nel '94 aveva pronunciato la sentenza che non dava speranze
di futuro alle piccole imprese. Infine la stoccata a Massimo D'Alema
e al Pds: "il policentrismo veneto, le metropoli diffuse
erano una disgrazia per il territorio diceva la sinistra, intanto
il Veneto in canottiera nei sottoscala ha dimostrato che con niente
si può creare sviluppo. Le debolezze? Ci sono - ammette
il leader degli artigiani veneti - come negare? Ma andiamoci piano
con le analisi di chi proponeva per il Sud grandi investimenti,
grandi opere pubbliche, sovvenzioni a pioggia. Che fastidio essere
sorpassati dalla storia. E allora continuano a dire che la piccola
impresa non fa ricerca, intanto mentre loro parlano dal Nord est
produce più di un terzo del saldo attivo alla bilancia
commerciale italiana.
La sfida? Provino loro a ricostruirlo in qualsiasi parte del mondo
questo modello. Il malcontento? Sì, crescerà ancora
perché la gente si sente presa in giro, perché la
sensazione è che vogliano soffocare lo sviluppo in quest'area
del Paese".
Secondo il leader degli artigiani di Mestre il bisogno di un uomo
forte, quel 60 per cento di cittadini che chiede regole e certezze
e che auspica un nuovo partito non porta necessariamente nelle
braccia di Di Pietro. Ma è sfiducia piena nei confronti
del governo, dei partiti tradizionali e dei rappresentanti istituzionali.
"Promesse, sirene, soloni - ripete Bortolussi - Il Nord est
ha bisogno di hardware (strade, infrastrutture, reti informatiche,
università collegate al mondo produttivo, pubblica amministrazione
animata da una funzionalità che non esiste) e software
(un diverso sistema del credito e più servizi alle aziende).
Al momento non c'è né concretezza, nè reale
convincimento che queste cose si faranno. Troppo comodo allora
affermare che il Veneto è ricco ed egoista...".
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