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Un computer per chirurgo


Unico in Italia, a Schio è attivo un nuovo strumento per la diagnosi di neoplasie e noduli alla mammella: una macchina che scova lesioni millimetriche e le asporta con estrema precisione. Tutto in ambulatorio e con la sola anestesia locale.

La diagnosi tempestiva costituisce l'arma più importante per sconfiggere il carcinoma mammario: a questo scopo sono oggi disponibili nuovi strumenti. Il tumore della mammella è la neoplasia più frequente dell'organismo femminile. In Italia rappresenta la prima causa di morte nella donna, con circa 11 mila decessi annui, (la quarta sul totale della popolazione). L'obiettivo della medicina moderna è quello di giungere alla scoperta del tumore in una fase molto precoce, prima ancora che abbia dato sintomi o segni. Una lesione tumorale infatti, quando comincia a presentare sintomi, è di solito arrivata ad un livello di evoluzione piuttosto avanzato perchè, tanto più aumentano le dimensioni del tumore, tanto maggiore è il rischio che questo abbia dato metastasi.

Il carcinoma della mammella non dà sintomi importanti ma si presenta generalmente con segni che necessitano di ulteriori accertamenti quali, ad esempio:

  • la presenza di un nodulo
  • la retrazione cutanea
  • la secrezione ematica o colorata dal capezzolo
  • la retrazione del capezzolo

I moderni programmi di screening fanno ricorso ad apparecchi mammografici che utilizzano dosi di raggi ridotte quasi del 50% rispetto a quelli tradizionali (con minor rischio quindi per la paziente) e permettono di individuare lesioni impalpabili di dimensioni a volte "insignificanti" (pochi millimetri).

Ai tradizionali strumenti diagnostici si sono aggiunti in questi ultimi anni anche nuovi strumenti per lo studio dei potenziali elettrici. Una lesione tumorale può manifestarsi infatti con una alterazione dei potenziali elettrici registrati sulla cute mammaria o all'interno del tessuto ghiandolare: elettricità che viene captata da elettrodi sensibilissimi. Si tratta di una procedura assolutamente indolore, simile ad un elettrocardiogramma che presenta tuttavia una notevole sensibilità, indipendentemente dalle dimensioni del tumore.

La diffusione dei programmi di screeening di massa, se da un lato ha consentito di individuare un gran numero di lesioni, alcune molto piccole, dall'altro ha posto problemi riguardanti la tipizzazione delle stesse (cioè capire di che tipo di lesioni si tratta: benigne o maligne): queste incertezze possono essere risolte solo mediante una biopsia.

La biopsia consiste nel prelievo parziale o totale della lesione per l'effettuazione di un esame al microscopio. Questo è il metodo più sicuro per identificare la lesione (capire se è benigna, maligna oppure si tratta di una lesione a rischio).

La biopsia può essere effettuata chirurgicamente oppure mediante ago (agobiopsia). La biopsia chirurgica richiede una procedura in due tempi: il posizionamento all'interno della mammella di un piccolo filo-guida (viene posto dal radiologo sotto guida mammografica). La paziente viene quindi trasferita in sala operatoria dove il chirurgo, seguendo il filo, raggiunge la lesione e la asporta. Questa procedura richiede tuttavia un vero e proprio intervento chirurgico spesso in anestesia generale ed al fine di evitare errori, e richiede l'asportazione di una porzione relativamente ampia di tessuto. La biopsia chirurgica presenta tuttavia il vantaggio di consentire l'asportazione della lesione.

La metodica più seguita in questi ultimi anni è l'agobiopsia con ago sottile. Sotto controllo ecografico o mammografico, si inserisce un piccolo ago nel nodulo e si esegue il prelievo. Questa metodica è però soggetta ad errori che possono dipendere dall'abilità dell'operatore oppure dal caso perché il prelievo può essere effettuato per esempio in una zona della lesione dove non vi sono cellule francamente neoplastiche risultando quindi dubbio o negativo pur in presenza di un tumore oppure ancora il materiale asportato, estremamente esiguo, può alterarsi perchè non adeguatamente trattato immediatamente dopo il prelievo. Anche nella migliore delle ipotesi tuttavia, eseguito il prelievo e risultato negativo l'esame istologico, la lesione rimasta in sede generalmente deve essere ricontrollata a distanza di tempo.

La moderna chirurgia sta evolvendo in senso mini-invasivo ed in quest'ottica è stato messo a punto un nuovo strumento che consente di abbinare i vantaggi della biopsia chirurgica alla precisione dell'agobiopsia. Si tratta dell'ABBI (Advanced Breast Biopsy Instrumentation): un'apparecchiatura che consente di effettuare una biopsia con metodica mini-invasiva, estremamente precisa, in una sola fase, in anestesia locale e in regime ambulatoriale.

L'ABBI differisce dagli altri sistemi di biopsia per due caratteristiche peculiari:

  • lo strumento è guidato sulla lesione da un computer che utlizza un metodo stereotassico (un particolare sistema di puntamento estremamente preciso: ± 1mm di accuratezza)
  • consente di asportare completamente lesioni sino a 2 centimetri di diametro (se l'esame istologico risulta negativo non vi è necessità di ulteriori controlli) lasciando un margine significativo di tessuto sano attorno alla lesione.

L'esame è semplice: la paziente viene fatta sdraiare su di un apposito lettino dove la mammella viene compressa per migliorare la qualità dell'immagine ottenuta: si esegue una mammografia di puntamento e successivamente si eseguono due proiezioni mammografiche a +15° e -15°: un computer calcola, in base ad un sistema di assi cartesiani, la localizzazione della lesione e trasmette i dati ad un sistema di puntamento.

Si posiziona delicatamente, sulla base dei dati così ricavati, un ago al centro della lesione con precisione millimetrica. Si esegue una piccola incisione sulla cute della mammella (al massimo 20mm) e si introduce una cannula dotata di bisturi circolare che, sulla guida dell'ago precedentemente posizionato giunge sino alla lesione.

La macchina consente di asportare con certezza gran parte o tutta la lesione, fornendo un campione più rappresentativo per il patologo che dovrà analizzare il materiale.



Questo dispositivo presenta numerosi vantaggi:

  • Rimuove l'intera lesione attraverso una piccola incisione
  • Utilizza l'anestesia locale invece della generale
  • Riduce le cicatrici e migliora il risultato estetico
  • Consente un rapido ritorno alla normale attività lavorativa
  • Riduce il tempo di intervento
  • Riduce i costi operativi
  • Riduce il trauma fisico ed emotivo

Va tenuto presente che il dispositivo non modifica la strategia chirurgica del tumore della mammella. Infatti se l'esame istologico dimostra trattarsi di una neoplasia, si procede all'intervento chirurgico tradizionale; se invece si tratta di una lesione benigna il problema può considerarsi definitivamente chiuso senza bisogno di ulteriori procedure o controlli. Un vantaggio, questo, non indifferente.

Gianantonio Farello, primario divisione chirurgia generale ospedale di Schio;

Angelo Cerofolini, aiuto divisione chirurgia generale