OPZIONI IN VALUTA L'operazione più semplice che l'imprenditore possa fare per coprirsi dal rischio di cambio è l'acquisto o la vendita, rispettivamente se parliamo di un importatore o di un esportatore, di valuta a termine. Ma le caratteristiche di questi contratti, che sono ricordiamo quelle di acquisto o vendita di valuta estera da eseguire ad una scadenza futura ma con il cambio fissato al momento della stipulazione del contratto stesso, sono molto rigide e consentono solo una neutralizzazione del rischio stesso mentre con le opzioni questo rischio può essere gestito e anche trasformato in una ulteriore fonte di profitto. Vediamo come. Le opzioni devono essere considerate una sorta di assicurazione che dietro il pagamento di un premio, generalmente più elevato della semplice differenza tra cambio a termine e cambio a pronti, dà il diritto, ma non l'obbligo (come nel caso delle operazioni a termine) di acquistare o vendere la valuta al cambio prefissato. Possono dunque non essere esercitate da chi le ha prenotate; si può anzi dire che coloro che le prenotano si mettono al sicuro dal rischio di variazione negativa del cambio ma, poichè sperano in una variazione per loro positiva, si augurano di non esercitare mai le opzioni prenotate. Nell'arco di tempo che intercorre tra la prenotazione dell'opzione e la sua scadenza, la convenienza a esercitare l'opzione può mutare con le variazioni del cambio a termine.
Un esempio chiarirà meglio di tutto
il concetto. Esaminiamo il caso di un importatore che dovrà pagare al suio fornitore estero la somma di 1.000.000 di marchi fra tre mesi a fronte della merce ricevuta dal suo fornitore tedesco.
Egli , per cautelarsi contro un rialzo eccessivo
del marco, senza per contro rinunciare ai vantaggi che gli deriverebbero
da una diminuzione del valore del marco, può acquistare
una opzione denominata "call", scadente fra tre
mesi. Supponendo che il premio pagato sia di 25 lire contro una
quotazione del cambio al momento della stipula di 1.000 lire e
pari al prezzo di esercizio dell'opzione, due sono le ipotesi
possibili nei tre mesi di vita dell'opzione:
ipotesi A:
se alla scadenza il cambio del marco fosse superiore al prezzo
di 1.000 + 25 cioè 1.025 lire, il nostro importatore avrebbe
convenienza ad esercitare la sua opzione e perciò acquistare
i marchi a 1.025 lire come stabilito dal contratto di opzione,
limitando così i "danni" derivanti dalla svalutazione
della lira.
ipotesi B:
se alla scadenza il cambio fosse inferiore al prezzo di 1.000
lire, l'imprenditore non eserciterà la sua opzione, come
si augurava fin dall'inizio dell'operazione, abbandonando l'opzione
stessa e acquistando direttamente i marchi al valore di mercato.
Viceversa esaminiamo il caso di un esportatore
che dovrà incassare la somma di 1.000.000 di marchi, fra
tre mesi, a fronte di merci vendute ad un suo cliente tedesco.
Egli, per cautelarsi contro una diminuzione eccessiva del valore
del marco, che penalizzerebbe i profitti derivanti dalla merce
venduta quando il cambio si trovava ad un livello più elevato,
può acquistare una opzione denominata "put",
scadente fra tre mesi. Supponendo che il premio pagato sia di
di 21 lire contro una quotazione del cambio al momento della stipula
di 1.000 lire e pari al prezzo di esercizio dell'opzione, due
sono le ipotesi possibili nei tre mesi che intercorrono fino alla
scadenza dell'opzione:
ipotesi A:
se alla scadenza il cambio del marco fosse minore al prezzo di
1.000 - 21 cioè 979 lire, il nostro esportatore avrebbe
convenienza ad esercitare la sua opzione e perciò vendere
i marchi a 979 lire come stabilito dal contratto stesso limitando
le perdite derivanti dalla rivalutazione della lira.
ipotesi B:
se alla scadenza il cambio del marco fosse superiore alle 1.000
lire, l'imprenditore non eserciterà la sua opzione, come
si augurava fin dall'inizio dell'operazione, abbandonando l'opzione
stessa e vendendo direttamente i marchi al valore del mercato.
Come si evince da questi esempi, l'opzione difende l'imprenditore nel caso che le oscillazioni della valuta seguano un andamento diverso da quello auspicato prima della stipula dell'opzione.
La settimana prossima tratteremo lo strumento
degli Domestic Currency Swaps (DCS).
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