[CINEMA]

INDIPENDENCE DAY di Roland Emmerich

Come se non più degli anni ë50 gli alieni tornano a far paura. Con buona pace di Spielberg e di E.T. Uníastronave di inaudite proporzioni oscura il cielo di New York e tra la gente esplodono panico e gioia, paura e desiderio. Tra ragione e sentimento sarà la prima a spuntarla. Perchè gli extraterrestri stavolta non vengono in pace. Contro le loro armi bisognerà combattere fino allíultimo uomo. Fosse anche il presidente degli Stati Uniti. Più che un film un supercollage di quanto di meglio e di peggio la fantascienza ha seminato da quarantíanni in qua. Da Ultimatum alla Terra a Guerre stellari, pasando per Stranamore e Incontri ravvicinati, Indipendence Day vola basso e gioca pesante. Solo gli effetti sono da brivido. Non però come la sceneggiatura, che nella seconda metà cade rovinosamente. Peccato, perchè la prima parte, con quel fondo oscuro dellíastronave a tutto schermo che visualizza il senso dellíincubo e del mistero opprimente, rischia di diventare un cult della paura per gli anni a venire. (5/6)

MISSION: IMPOSSIBLE dI Brian De Palma

Cíera del marcio in Danimarca, ma ce níè anche dentro al quartier generale della Cia. Se qualcuno vuol far soldi mettendo in vendita i nomi degli agenti più segreti díAmerica. Costi quel che costi. Anche una spietata carneficina in quel di Praga. Dalla quale esce vivo solo lui, Tom Cruise, su cui potete pensare di tutto, tranne che mollerà. Film costruito programmaticamente intorno a tre memorabili sequenze (inizio, metà, fine) più dei fulminei titoli di testa che restano forse la cosa più bella delle due ore. Gran mano e gran mestiere di De Palma. Ma gran vuoto di scrittura. Personaggi scialbi, e mal disegnati. A partire da Emmanuelle Béart, poco più che una bella statuina, per finire con Jean Réno, traditore senza ragione. Ma la sequenza del furto al Pentagono vale da sola il biglietto (6+)

RITRATTO DI SIGNORA di Jane Campion

Della vita e degli amori di Isabel Archer, donna dellí800 bella e sdegnosa, corteggiata e ribelle, libera e sola. La sua sete di gustare la vita senza posarsi sul primo fiore che le si apre davanti, la porta a rifiutare amori onesti e sinceri e a fuggirsene via da quellíInghilterra verde ma fredda in cerca di fremiti nuovi e nuove emozioni. Finirà in Italia, nel caldo opprimente di Roma, tra le braccia avide di John Malkovich, marito carceriere pronto a metterla in gabbia e allíinferno. Apologo dichiaratamente al femminile, sulla violenza interna al rapporto uomo-donna, denso di rimandi e messaggi cifrati (lo splendido inizio in bianco e nero sullíoggi che si chiude con il titolo del film stampato su una mano di donna, líatmosfera da tragedia greca che vi si respira), volutamente stravolto nel finale rispetto al romanzo. Diversamente da James, alla sua straordinaria Nicole Kidman la Campion lascia una possibilità di salvezza e di redenzione «fermata» sullíultimo fotogramma. Per dirci che in fondo a decidere del nostro destino siamo ancora noi. (8)

TRAINSPOTTING di Danny Boyle

Nel tunnel della droga. Solo andata. Quattro giovanotti eroinomani trascinano la loro vita tra un buco, uno sballo, uno spaccio e «líinane missione» di registrare líora di passaggio dei treni per ammazzare il tempo. Sullo sfondo líEdimburgo perbene dellíera Thatcher dove si muore di normalità almeno quanto si crepa di droga o di Aids nei miserabili quartieri di periferia. Come uscire dallíinferno? Per qualcuno (ma non per tutti) la salvezza passa per uno spaccio da 16.000 sterline. Dopo di che è fuga allíestero in cerca di uníaltra vita. Film fisico ai confini del disgustoso, assordante e iperreale, sudicio e percorso da un furore distruttivo, Trainspotting assume il punto di vista dei suoi personaggi. Non moraleggia sulla droga, la racconta calandosi nellíabisso della sua quotidianità. Un genitore ha di che storcere il naso, ma un cinefilo di che restare ad occhi aperti. (7)

LE ONDE DEL DESTINO di Lars Von Trier

Quelle che agitano imprevedibili la piccola esistenza di ciascuno d noi. Quelle che per Jan e Bess, giovani sposi felici e con una vita davanti, tengono in serbo un tragico regalo di nozze: dopo poche settimane di matrimonio lui resta paralizzato dalla testa ai piedi per un incidente sul lavoro. Rassegnato ad un destino di morte, Jan non sopravviverebbe se Bess non accettasse per amor suo di prostituirsi, raccontargli le sue avventure erotiche e fargli provare per un istante il fremito della vita. Film di amor folle e santo insieme (Bess parla con Dio che le risponde attraverso la sua stessa bocca), Le onde del destino ha una forza di immagini e di racconto che non ha eguali. Per Trier un «canto al bene e allíamore assoluto», sublimato dal sacrificio estremo. Per noi una straordinaria lezione di cinema prima ancora che di vita. (9)

LA CANZONE DI CARLA di Ken Loach

Amori in corso a Glasgow. Su un autobus delle linee urbane si incrociano i destini di Robert Carlyle, autista proletario e dallo spirito libero, e Oyanka Cabezas, profuga del Nicaragua, ballerina sola e impaurita, in fuga dalla guerra e da un passato di morte. Una storia di amore improvviso e totale destinata a chiudersi oltre oceano, tra spari di contras e sandinisti, imboscate e colpi di bazooka di una guerra civile che non guarda in faccia a nessuno. Alla fine i due protagonisti scopriranno di appartenere a due mondi e due destini diversi. Film intenso nella prima parte, didascalico e a tesi nella seconda. Ma con squarci di poesia e immagini che arrivano davvero al cuore. Anche se alla fine líocchio resta asciutto e il sentimentalismo fuori dalla porta. (7)

Chiodi Luciano