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Un colpo al Cuore


Precipitato a sole 22 mila copie, il settimanale satirico fondato nell’89 da Michele Serra ha chiuso improvvisamente i battenti. Colpa dell’Ulivo al governo? Serra nega: "E’ una morte fisiologica per mancanza di entusiasmo"


Per chi ha riso di gusto delle sue prime pagine (la regina: "Scatta l’ora legale, panico fra i socialisti") e delle sue vignette fulminanti, è un vero colpo al Cuore. Però è anche vero che "Cuore", appunto, il settimanale satirico fondato nell’89 da Michele Serra, era precipitato oramai a 22 mila copie dalle 160 mila dei tempi d’oro. Così lunedì 4 novembre l’editore Giampaolo Grandi ha staccato telefoni e computer della redazione e ha decretato la fine di un’epoca, oltre che di un giornale. Sorpresi i redattori che sapevano della crisi ma si aspettavano almeno la possibilità di salutare i lettori con un ultimo numero degno della tradizione di Cuore. Adesso c’è chi parla di satira "paralizzata" dall’avvento del governo dell’Ulivo, ma lo stesso Michele Serra (direttore fino al’94) nega e la mette sul piano pratico: "La morte di Cuore è fisiologica, i giornali di satira vivono poco e ad un certo punto si va avanti senza entusiasmo. L’editore? Non ha colpe, ha fatto il possibile. L’unico neo è il modo in cui ha chiuso: Cuore aveva diritto ad un funerale con canti e balli".

Alessandro Mognon