[LETTURE & SCRITTURE]
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RECENSIONI
  • DAL NORD. Stig Dagerman, I giochi della notte, Iperborea, trad. di Carmen Giorgetti Cima, intr. di Andrea Gibellini, pp. 157, L. 18.000
  • CORPO A CORPO CON LA SCRITTURA. Kohèlet/Ecclesiaste, traduzione e cura di Erri De Luca, Feltrinelli, pp. 83, L. 12.000
  • STORIA DELLA LETTERATURA. Manuale di letteratura italiana: storia per generi e problemi. Volume IV: Dall'unità d'Italia alla fine del Novecento. A cura di Franco Brioschi e Costanzo di Girolamo, Bollati Boringhieri, pp. 1141, L. 80.000
  • POESIA D'OGGI. Roberto Galaverni (curatore), Nuovi poeti italiani contemporanei (antologia), Guaraldi, pp. 285, L. 30.000
  • NARRATIVA D'OGGI. Raffaele Cardone, Franco Galato, Fulvio Panzeri, Altre storie. Inventario della nuova narrativa italiana fra anni '80 e '90, Marcos y Marcos, pp. 216, L. 18.000
  • DA BERLINO. Il vaso di Pandora e La parete, pubblicazioni di cultura italiana dell'Università Tecnica di Berlino

SCHEDE
  • DUE PUNTI SUL JAZZ. Franco Fayenz, La musica jazz, Il Saggiatore/Flammarion, pp. 125, L. 10.000
  • MUSICA VISIONARIA. Gino Dal Soler e Alberto Marchisio, Trance & Drones, Castelvecchi, pp. 170, L. 16.000

NOTIZIE

Recensioni


AVVISO AI NAVIGANTI. Gli editori che volessero proporre volumi o riviste per recensione devono inviarli al seguente indirizzo: Nautilus, Ashmultimedia, via Fra' Paolo Sarpi 16, 36100 Vicenza, all'attenzione di Giulio Mozzi.


Dal Nord. Stig Dagerman, I giochi della notte, Iperborea, trad. di Carmen Giorgetti Cima, intr. di Andrea Gibellini, pp. 157, L. 18.000

E' motivo di grande gioia per tutti che la casa editrice Iperborea (già non più, probabilmente, una piccola casa editrice) insista nella pubblicazione delle opere di Stig Dagerman. Dopo i racconti Il viaggiatore (pp. 136, L. 16.000), il romanzo Bambino bruciato (pp. 292, L. 24.000) e il breve saggio, quasi testamento spirituale, Il nostro bisogno di consolazione (pp. 36, L. 6.000), ora è il momento di Giochi della notte, un volume di racconti pubblicato in Svezia nel 1947. La scrittura di Dagerman è quasi sempre perfetta, ha una sua perentorietà inconfondibile nel mettere la scena davanti agli occhi del lettore. Come l'incipit di "Lo sconosciuto": "E' una sera che precede una notte di temporale. Una sera adatta a guardare fotografie o a scrivere lettere. Lettere serene e tranquille su piccole cose, destinate ad amici non troppo intimi o a parenti lontani. O a guardare fotografie. Una scatola piena, da rovesciare sul tavolo. Nella luce del crepuscolo è come se sul piano di mogano fosse scesa la neve, poiché parte delle fotografie è caduta capovolta. Sono queste fotografie che la donna prende con la punta delle dita e gira con un gesto quasi isterico, come quando si gira una pietra piatta aspettandosi di trovarvi sotto delle bestione brulicanti" (p. 71). Notiamo come venga attirata nostra attenzione sul particolare, e come da questo particolare scaturisca, con un passaggio bruschissimo, quel senso di minaccia che, secondo la lezione di Raymond Carver, dà forza alla narrazione. Dagerman è tutto così, tremendo e bello.

Anche i racconti di Giochi di notte hanno come protagonisti soprattutto bambini e ragazzini. Non sono però racconti dell'"età dell'innocenza". "La nostra inconsapevolezza non era che un mito, perché mai come allora la vita era piena di simboli viscosi, quasi tutto quel che si faceva aveva un doppio senso" (p. 48); e a trasformare in terrore la vita del bambino è, nei racconti di Dagerman, proprio la cautela con cui gli adulti tengono il bambino distante dalle cose pericolose: "La maggior parte delle cose che era importante sapere ci arrivava quasi sempre in sussurri. (...) Per vie insondabili tutto ciò di cui si sarebbe dovuto tacere arrivava alle nostre orecchie" (p. 49).

Il più bello di questi racconti è forse il primo, quello che dà il titolo al libro. Racconta di Åke, un bambino che la sera, prima di addormentarsi, mentre la madre è di là che piange o (peggio!) non fa nulla, e mentre il padre è all'osteria a spendere i soldi della paga, si immagina (sono queste immaginazioni i giochi della notte) di diventare invisibile e andare a ricuperare il padre, oppure di uccidere con il coltello tutti gli adulti che stanno con lui a bere e a giocare. Ogni minimo rumore della notte viene interpretato come un segno del ritorno del padre, e segue sempre la delusione; quando il padre effettivamente ritorna è ubriaco, inciampa, fa rumore, attraverso i rumori dà i segni della sua miseria. Quando poi Åke viene effettivamente spedito dalla madre all'osteria, per chiedere al padre i soldi della paga, l'incommensurabilità tra vita di sogno e vita reale produce lo stato di frustrazione. "I giorni sono peggio delle notti. I giochi della notte sono molto meglio di quelli del giorno. Di notte ci si può rendere invisibili e correre passando per i tetti fin dove c'è bisogno di noi. Di giorno non si può essere invisibili. Di giorno non si può fare così in fretta, di giorno non è così bello giocare" (p. 23).

Stig Dagerman, nato nel 1923, suicida a 31 anni nel 1954, scrisse quattro romanzi, molti racconti, quattro drammi, poesie, articoli, sceneggiature per film. Sono tradotti in italiano, oltre ai libri citati, anche: Autunno tedesco, Il Quadrante, e L'isola dei condannati, Guida (esaurito).

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[deluca]CORPO A CORPO CON LA SCRITTURA. Kohèlet/Ecclesiaste, traduzione e cura di Erri De Luca, Feltrinelli, pp. 83, L. 12.000

Erri De Luca, scrittore tra i più notevoli del nostro tempo, continua il suo corpo a corpo con la Bibbia. "Per molti la Bibbia è un testo sacro. Ma mi commuove, più di quel valore in sé, il sacro aggiunto, l'opera degli innumerevoli lettori, commentatori, sapienti che hanno dedicato a quel libro il tempo migliore della loro vita. Il sacro in sé della Bibbia è diventato, attraverso di loro, una civiltà" (Una nuvola come tappeto, p. 9-10). Per Feltrinelli sono già uscite le traduzioni di Esodo/Nomi (1994) e di Giona/Ionà (1995); traduzioni caratterizzate da un'esasperata letteralità, ma rispetto alle quali De Luca, nell'introduzione di questo nuovo libretto, dice: "ho progredito in estremismo della fedeltà, ma so che si può fare di più su questa via di obbedienza" (p. 15). E spiega: "Se l'ebraico usa un solo verbo per dire tutto il fare di Dio, se scrive solo asà, anche la mia traduzione obbedisce. Metto parola italiana sotto parola ebraica e se la frase intera suona storta è certo che almeno in origine è diritta nella sua lingua" (pp. 14-15). Lo scopo di queste che De Luca chiama "traduzioni di servizio" (e che sono apprezzate anche dagli specialisti) non è quello di fornire il testo biblico in lingua facile o elegante, ma di fornirlo scritto nella lingua più simile (più obbediente) all'originale ebraico. Come già nell'introduzione a Esodo/Nomi: "Scopo di questa traduzione è immenso: stabilire un tragitto diretto tra Gerusalemme e Roma, tra la lingua in cui fu creato il mondo e la nostra. Rimuovere la supplenza di Atene." E aggiunge: "I custodi delle ortodossie diffidano delle traduzioni letterali. Sanno che ogni ritorno alle origini esclude la lunga civiltà temporale dei commentari, delle eresie, degli scismi. Attraverso di essi la Scrittura è diventata fiume. L'ortodossia ne è la foce, il punto finale di raccolta, il più largo ma anche il più remoto dalla fonte. I suoi custodi sanno che nell'originale c'è un'integrità che può sviarsi dietro integralismi. Perché i libri sacri non sono letture inerti, non placano, ma aizzano a misurarsi con la perfezione. Le ortodossie sono sagge, ma il loro timore è inattuale perché la Scrittura crepita di senso solo per chi sa disporsi all'ascolto, sa starsene zitto a lungo" (pp. 6-7). E per questo De Luca ha scelto, per il suo quotidiano corpo a corpo con la Bibbia, l'ora del silenzio. "Leggo una pagina ogni mattina tra le cinque e trenta e le sei e trenta, ora in cui esco per cominciare la giornata lavorativa. In quel tempo quieto in cui la maggior parte delle persone sta in silenzio, cerco di approfondire qualche verso..." (Kohèlet, p. 77).

Diamo un saggio della traduzione di De Luca: la sequenza del cap. 3, forse il luogo più popolare di tutto il libro dopo l'incipit; quella che De Luca definisce "la più grandiosa sequenza di verbi all'infinito di tutte le letterature": "Per il tutto una data: e un punto per ogni intento sotto i cieli. Punto per nascere e punto per morire. Punto per piantare e punto per sradicare una pianta. Punto per uccidere e punto per sanare. Punto per rompere e punto per costruire. Punto per piangere e punto per ridere. Punto per far lutto e punto per ballare. Punto per gettare pietre e punto per ammassare pietre. Punto per abbracciare e punto per allontanarsi dall'abbracciare. Punto per cercare e punto per perdere. Punto per custodire e punto per gettare. Punto per stracciare e punto per cucire. Punto per tacere e punto per parlare. Punto di guerra e punto di pace" (pp. 33-35). Confrontare con la traduzione ufficiale della Conferenza episcopale italiana: "Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per danzare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace." Quello che salta all'occhio è l'aumento dovunque della concretezza e dell'azione precisa, da "gemere" a "far lutto", da "astenersi dagli abbracci" (che è un non-agire) a "allontanarsi dall'abbracciare" (che è azione). La parola che tradizionalmente è resa con "vanità" ("vanità delle vanità, tutto è vanità..."), De Luca la traduce "spreco": parola (al di là delle questioni di fedeltà e letteralità) molto più concreta e più carica di senso etico.

Erri De Luca è nato a Napoli nel 1950. Ha pubblicato da Feltrinelli: Non ora, non qui (1989), Una nuvola come tappeto (1991), Aceto, arcobaleno (1993), e In alto a sinistra (1994), tutti disponibili nell'Universale economica. Ha pubblicato inoltre I colpi dei sensi (Fahrenheit 451, 1993), Prove di risposta (Edizioni Nuova Cultura, 1994) e Pianoterra (Quodlibet, 1995).

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STORIA DELLA LETTERATURA. Manuale di letteratura italiana: storia per generi e problemi. Volume IV: Dall'unità d'Italia alla fine del Novecento. A cura di Franco Brioschi e Costanzo di Girolamo, Bollati Boringhieri, pp. 1141, L. 80.000

Finalmente è in libreria l'ultimo volume di questa grande opera (tra l'altro, a conti fatti, anche abbastanza economico). Destinato al pubblico universitario, questo manuale riceve evidentemente la lezione strutturale della Letteratura italiana di Einaudi (diretta da Asor Rosa) ma evita accuratamente il pericolo dell'onnivoricità e del gigantismo. Saltando a piè pari le discussioni rituali su assenti e presenti così amate dalla stampa, e così pure la discussione se oggi il concetto di "genere" sia ancora adoperabile (ci pare di sì, comunque, almeno in senso pratico: e comunque mai s'era vista come oggi, 1996, tanta "prosa di genere" in circolazione), ci limitiamo a dire che questo manuale ha l'aria di essere uno strumento utilissimo, di ammirevole completezza, con sostanzialmente il giusto spazio riservato ad ogni cosa; dispiace forse che tre paginette in tutto siano dedicate alla scrittura scientifica, che d'altra parte è un campo di ricerca sostanzialmente inesplorato. Molto opportuno il capitolo (di Giovanni Falaschi) dedicato alle cosiddette scritture intime: autobiografie, memorie, epistolari, diari ecc.; così come il lungo saggio di Alfonso Berardinelli dedicato appunto alla saggistica. Magistrali e forse definitive sono le settanta pagine di Vittorio Spinazzola intitolate "Dal romanzo popolare alla narrativa di intrattenimento".

L'ambizione del titolo, di arrivare fino alla fine del Novecento, è certamente soddisfatta per la prosa (l'aggiornamento è al 1996!), mentre purtroppo la trattazione della poesia si ferma a quelli che sono i grandi vecchi del nostro presente: Bertolucci, Luzi, Giudici. D'altra parte è vero che manca, e se ne sente la mancanza, uno sguardo capace di sintesi su ciò che è avvenuto nella poesia italiana dagli anni Settanta in poi [vedi la recensione successiva]. E' dal 1979, anno nel quale uscì la Poesia degli anni Settanta a cura di Antonio Porta (Feltrinelli; esauritissimo: ci vorrebbe una ristampa, magari nell'universale economica...) che non esce nemmeno un'antologia degna di questo nome (e un'antologia è una semplice ricognizione, non ancora uno sguardo d'assieme). Al potenziale compratore che intenda recarsi in libreria a sfogliare questo grosso volume, valutando se acquistarlo o no, segnaliamo che il breve capitolo "I generi", alle pp. 305-309, ha praticamente il valore e il significato di una prefazione (elegantemente semioccultata) con dichiarazioni d'intenti e indicazione di prospettive future.

Quanto al capitolo di Filippo La Porta ("Gli ultimi vent'anni: nuovi romanzi per nuovi lettori", pp. 616-634), che tante polemiche ha scatenato sui quotidiani, esso è sostanzialmente una riscrittura "più saggistica" del volumetto La nuova narrativa italiana: travestimenti e stili di fine secolo (Bollati Boringhieri, pp. 230, L. 24.000) che La Porta ha pubblicato a marzo 1995, e ne riusa le inventive (e discutibili) categorie, come quella del kitsch d'autore. Forse l'errore è stato appunto quello di scegliere, per un capitolo di manuale, una scrittura più saggistica che manualistica, più attenta allo scarto che alla norma. In ogni caso le "dimenticanze" di La Porta (ad es. Antonio Tabucchi viene citato solo di striscio, quasi per caso) sono assai meno rilevanti che l'assenza (di cui si è appena detto) di un'intera generazione di scrittori in versi...

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[poeti]POESIA D'OGGI. Roberto Galaverni (curatore), Nuovi poeti italiani contemporanei (antologia), Guaraldi, pp. 285, L. 30.000

"Il criterio che ha giustificato e guidato la composizione di questo lavoro non andrà ricercato in una dichiaratamente ed esattamente definita idea della poesia", scrive Galaverni nell'introduzione, poiché l'intenzione è soprattutto quella di "testimoniare la presenza di un bene di poesia che si è dato in questi ultimi anni", cioè dal 1980 in poi: anno d'uscita di Sul porto di Ferruccio Benzoni, Non per chi va di Gianni D'Elia e Ora serrata retinae di Valerio Magrelli [vedi su quest'ultimo, in Nautilus di agosto 1996, la segnalazione di Poesie (1980-1992) e altre poesie, Einaudi, pp. 308, L. 28.000]. Galaverni considera questi tre libri come libri-spartiacque tra il decennio (anni Settanta) del "decentramento dell'io" (formula inventata da Cesare Viviani) e il decennio (anni Ottanta) nel quale molti tenterebbero di fondare "una nuova centralità dell'io": "che è sì, almeno fino a un certo limite, libertà di essere, ma anzitutto (...) sentimento etico e quindi impegno individuale del linguaggio poetico come possibilità e insieme volontà di significare qualcosa che ha a che vedere con la determinazione diretta del senso della nostra esistenza" (pp. 7-10). Quindi la scelta di Galaverni (scelta rispettabilissima, perché trasparente nei criteri) va verso quei testi che si distaccano (tentiamo una definizione in negativo) sia dalla tradizione (per quanto recente) che eredita la lezione delle neoavanguardie (i poeti appunto del "decentramento dell'io", del lapsus ecc. da una parte; e dall'altra i nipotini di Sanguineti del Gruppo 93), e sia dalla poco meno recente tradizione cosiddetta orfica, ossia quella che si rifà (semplificando) a Milo De Angelis.

L'idea di poesia della quale Galaverni sembra andare in cerca (pur negandolo, ma per onestà: questa antologia pare più un libro di ricerca che un libro conclusivo) sembra sostanzialmente questa: una poesia capace di portare un sentimento etico, o fondata nel sentimento etico, e che "aggira" il rischio del silenzio facendo un uso tra il neutro e lo spudorato della tradizione. Il riaffiorare di forme metriche chiuse, spudorato appunto in Patrizia Valduga, minimale in Gianni D'Elia, appena percepibile in Remo Pagnanelli, avrebbe secondo Galaverni lo scopo di superare lo stato d'afasia indotto dall'esperienza neoavanguardista (quando si teorizzava la poesia come atto di non-comunicazione), tenendosi però distanti dalla "poesia come sapere specifico", del tutto separata dal mondo, che taluni teorizzano oggidì.

Il lavoro di Galaverni è sostanzialmente ben fatto, e le sue scelte sono ben argomentate; soprattutto se, come detto, si prende questo libro più come momento di una ricerca che come conclusione, "interpretazione" degli ultimi quindici anni di poesia. In particolare fa piacere che ormai trovino posto in simili pubblicazioni, normalmente destinate a un pubblico sempre ristretto ma più ampio di quello delle plaquette, poeti di grande valore come Claudio Damiani [vedi Nautilus di agosto 1996, sezione LETTURE], Remo Pagnanelli e Beppe Salvia.

Sono antologizzati: Ferruccio Benzoni, Gianni D'Elia, Valerio Magrelli, Roberto Mussapi, Remo Pagnanelli, Alessandro Ceni, Francesco Scarabicchi, Patrizia Valduga, Beppe Salvia, Fabio Pusterla, Davide Ronzoni, Umberto Fiori, Claudio Damiani, Gian Mario Villalta, Edoardo Albinati, Antonella Anedda, andrea Gibellini, Antonio Riccardi.

Roberto Galaverni è nato a Modena nel 1964, si è laureato in lettere a Bologna e sta finendo il dottorato di ricerca a Torino.

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[storie]NARRATIVA D'OGGI. Raffaele Cardone, Franco Galato, Fulvio Panzeri, Altre storie. Inventario della nuova narrativa italiana fra anni '80 e '90, Marcos y Marcos, pp. 216, L. 18.000

Questo è un libro per bibliotecari ed è un ottimo e utilissimo libro per bibliotecari (soprattutto per i bibliotecari delle scuole), ma è anche un libro per insegnanti (di lettere) e per ragazzi vivaci. La parte più interessante (pp. 63-153) consiste in dieci "itinerari di lettura", inventati da Panzeri e Galato, attraverso la nuova narrativa italiana. Questi i titoli: 1. Generazioni tra anni Settanta e anni Ottanta; 2. Under 25, un progetto di Pier Vittorio Tondelli; 3. Gianni Celati e i narratori delle riserve; 4. In classifica: best seller della nuova narrativa; 5. Rock, pulp, trash: etichette per gli anni Novanta; 6. Realismi dell'interiore; 7. Nuove periferie multietniche; 8. Reale, surreale, forse anche comico; 9. Universi femminili; 10. Nero italiano. Ogni percorso consiste in quattro o cinque pagine di "guida" (a metà tra critica e sociologia letteraria), più uno schedario di libri (una dozzina per itinerario) ciascuno descritto in una decina di righe. Il libro è completato da un saggio (abbastanza ricco di numeri, ma non di dati di vendita, che sarebbero i numeri più interessanti) su nuova narrativa e editoria (di Raffaele Cardone); un ottimo scenario degli anni Ottanta e Novanta compilato da Fulvio Panzeri (dal titolo curioso di "Variazioni da un'anticamera postmoderna"); e un intervento di Franco Galato su "i nuovi narratori in biblioteca", che non è quel che sembrerebbe dal titolo, ossia una ricerca sulla presenza (e sulle frequenze di lettura) dei nuovi narratori nelle biblioteche pubbliche, ed è la parte più debole del libro.

La parte più interessante, e veramente notevole, è appunto quella dei percorsi di lettura. Si tratta, dicono gli autori, di "una sorta di scaffale tematico organizzato per progetti culturali indicativi dell'innovazione e della crescita letteraria avvenuta in questi anni. Non si tratta di trovare nuove etichette per gli scrittori (...) ma di offrire una guida per ambientarsi in questo paesaggio complesso. (...) Ogni percorso di lettura, quindi, non intende operare una scelta di merito o codificare ciò che dal punto di vista letterario può sembrare ragguardevole... Nemmeno vuole essere solo un itinerario di natura sociologica, teso a documentare gli sviluppi più conosciuti o le realtà narrative consolidate. Si è voluto semplicemente offrire delle rotte, costruendo una mappa immaginaria (...) per offrire al lettore una possibilità (...): raccogliere, lungo le piste esplorate, anche le storie dimenticate sugli scaffali, quelle meno eminenti o clamorose, magari lasciati alla mercé di un oblio che solo nuovi cercatori di storie possono recuperare" (pp. 63-64). Non si tratta quindi di un'opera di critica o di cronaca letteraria, ma di uno strumento di lavoro, utile tanto ad orientare il bibliotecario negli acquisti (quante sono le biblioteche scolastiche che, sull'onda del successo di Tamaro e Brizzi, hanno deciso improvvisamente di aggiornarsi?) quanto ad orientare il ragazzo nelle sue scelte (o l'insegnante nelle proposte).

Questo libro è una delle iniziative che compongono il progetto Altre storie, promosso dalla Provincia di Milano e dalla casa editrice Marcos y Marcos. Per informazioni sul progetto: Provincia di Milano, Servizio Biblioteche, 02-7740.2903 o 02-7740.2489.

[laparete]DA BERLINO. Il vaso di Pandora e La parete, pubblicazioni di cultura italiana dell'Università Tecnica di Berlino

L'Istituto di lingua e letteratura italiana dell'Università tecnica di Berlino (Institut für Italienische Sprache und Literatur der Technische Universität, Berlin) produce ben due pubblicazioni periodiche bilingui italo-tedesche. Il vaso di Pandora (Die Büchse der Pandora) è un periodico d'informazione culturale italo-tedesca, mentre La parete esce in numeri monografici organizzati attorno a temi definiti (di solito) mediante una contrapposizione: "speranza / non speranza", "follia & pazzia", "senza inizio e senza fine" (quest'ultimo è il tema del numero in lavorazione). L'iniziativa è senz'altro interessante, anche per il modo assolutamente non accademico con cui le due riviste (dovute all'iniziativa della prof. Marina Beelke e dei suoi collaboratori e studenti) sono confezionate. La parete raccoglie, attorno al tema volta per volta scelto, scritture d'ogni genere: narrative, poetiche, saggistiche - e indefinibili: la cosa intrigante è proprio l'attrito che si crea tra testi di così diversa natura. Notevole, pur nell'economia dei mezzi, l'uso delle illustrazioni. Il vaso di Pandora, pur essendo prodotto a Berlino, è una rivista d'informazione culturale interessante anche per il lettore italiano, perché è attenta ad attività e produzioni di ricerca (in particolare in ambito teatrale) che difficilmente trovano spazio nelle pagine cosiddette culturali dei quotidiani e dei periodici nazionali. Per informazioni: prof. Marina Beelke, TU Berlin, Ernst-Reuter-Platz 7, D-10587 Berlin.

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Schede

DUE PUNTI SUL JAZZ. Franco Fayenz, La musica jazz, Il Saggiatore/Flammarion, pp. 125, L. 10.000

E' bello e gradevole questo volume della collana "Due punti" (edita da Flammarion in Francia, in evidente concorrenza con i celebri "Que sais-je?", e ripresa dal Saggiatore in Italia sia con traduzioni sia con opere originale) scritto da quello che può essere considerato il massimo jazzologo italiano: Franco Fayenz, già autore di un ormai antico volume su I grandi del jazz (1964) e più recentemente di Jazz domani (Einaudi 1990, sul jazz d'avanguardia) nonché d'altri saggi. Il libretto contiene una brevissima storia del jazz (giustamente puntata più sul presente che sul passato) e un saggio sull'"identità del jazz" centrato sulle opposizioni improvvisazione/composizione, musica jazz/altre musiche, musica "nera"/musica di tutti. In tutto il libro (illustrato con foto molto belle di Roberto Masotti, Roberto Polillo, Pino Ninfa e altri) c'è, con discrezione e com'è naturale, un occhio di riguardo per il jazz europeo ed italiano. Buone (non troppa roba, non troppo poca) bibliografia e discografia. In somma, un piccolo gioiellino di divulgazione.

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[trance]MUSICA VISIONARIA. Gino Dal Soler e Alberto Marchisio, Trance & Drones, Castelvecchi, pp. 170, L. 16.000

Le pagine più interessanti di questo libretto, che vorrebbe essere una "mappa delle musiche più visionarie degli anni Novanta" (così lo strillo in copertina), sono senza dubbio le ultime (da 160 in poi): un piccolo repertorio di indirizzi di negozi, vendite per corrispondenza, etichette discografiche e riviste. (in Italia e nel mondo). Gli autori (Dal Soler, classe 1957, bolognese, è collaboratore di Radio Città del Capo e di Radio K Centrale; Marchisio, classe 1964, milanese, cura sonorizzazioni per installazioni e mostre) dimostrano una competenza abbastanza impressionante; tuttavia il lavoro è guastato a) da un incongruo spirito per così dire messianico; b) dall'assurdità di citare titoli di dischi senza citare l'etichetta; c) da una lingua ossessivamente metaforeggiante e, pertanto, del tutto non descrittiva; ad esempio, questa è la descrizione di Monstrous Soul di Brian Williams: "Le proprietà psicoacustiche dei suoni vengono utilizzate al meglio per trascinare l'ascoltare in un ultramondo spaventoso. Cicli di voci gutturali, drones di basse frequenze, vento e nebbia, riverberi, rumori, canti rituali, tonfi spessi, loops di canti monastici" (p. 115). Un testo che si dichiara fatto "a uso e consumo più dei neofiti che delle poche centinaia di veterani iperesperti" (p. 6) dovrebbe forse puntare ad essere un po' meno tribale (nel senso di non usare solo il linguaggio della tribù composta dai veterani iperesperti) e un po' più comunicativo.

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Notizie

CONCORSO: UNA STORIA PER IL NATALE (1997). Estratto dal bando di concorso: "La fondazione Marazza e Interlinea Edizioni di Novara (...) organizzano il premio Cercasi storia di Natale per un racconto ispirato al Natale. Il concorso si articola in due sezioni. una (...) aperta a tutti, senza limiti d'età; una (...) riservata agli alunni della scuola dell'obbligo. (...) Le opere dovranno essere originali, frutto di elaborazione personale. La lunghezza dei testi non dovrà superare le 15 pagine dattiloscritte (ogni pagina di circa 30 righe, per un totale non superiore alle 30.000 battute). (...) La partecipazione è gratuita. Gli elaborati andranno consegnati o spediti a Segreteria Premio Cercasi storia di Natale, via Pietro Micca 24, 28100 Novara, indicando le generalità, con indirizzo e data di nascita. (...) Il termine ultimo per l'invio delle opere è il 15 giugno 1997. (...) I risultati saranno comunicati durante la manifestazione Parole nel tempo (castello di Belgioioso), nel mese di settembre 1997, salvo imprevisti. Il premio consisterà nella pubblicazione dei testi vincitori. La pubblicazione delle opere vincenti avverrà entro il Natale 1997 a cura di Interlinea edizioni". Informazioni: 0321-612.571. E' possibile la partecipazione via Internet. E-mail: www.interlinea{Sostituisci con chiocciola}msoft.it.

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LIBRI INTROVABILI PER CORRISPONDENZA. Il libro ritrovato è un catalogo di libri per corrispondenza abbastanza particolare: infatti presenta esclusivamente libri fuori commercio, venduti a prezzo fortemente scontato. L'assortimento corrisponde, grosso modo, a quello che si può trovare nelle migliori librerie di libri a metà prezzo. Il catalogo è interessante innanzitutto perché, in questo paese dove la durata in libreria di un libro si sta riducendo a pochi mesi, consente anche a chi non abiti nei grossi centri di approfittare delle opportunità del circuito di vendita a metà prezzo; e poi perché le schede di presentazione dei libri, delle collane e delle case editrici trattate sono fatte veramente bene. Il catalogo attualmente in distribuzione offre un'interessante sezione ispanoamericana e due offerte speciali per gli appassionati d'arte (Picasso e Van Gogh). Per avere il catalogo: rivolgersi alle edizioni Unopiùuno, 039-99.099.61.

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LA RIVISTA DEL GIALLO, DA NOVEMBRE. Sarà edita da Il Minotauro, diretta da Fulvia Serra e curata da Tecla Dozio (della Libreria del giallo) e Giorgio Ferrari G - la rivista del giallo, il cui primo numero è previsto a novembre. A chi si abboni da subito si offrono particolari condizioni: socio ordinario (6 numeri, 60.000 lire); socio sostenitore (6 numeri, più il volume Mosaico Giallo, più il 20% di sconto su tutte le pubblicazioni del Minotauro, 100.000 lire); socio emerito (tutto questo, più un numero monografico speciale della rivista che uscirà annualmente: 200.000 lire). Versamenti su c/c postale 30696207 (indicando la causale) intestato a Il Minotauro srl, viale Bligny 47, 20136 Milano. Per informazioni tel. 02-58.300.527.

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Libri nel Tempo.
Mostra mercato dei piccoli editori

L'alfabeto di Belgioioso

di Giulio Mozzi

AVVERTIMENTO. Guido Spaini è un uomo longilineo più che alto, faccia triangolare, d'aspetto semplice e simpatico, scattante, che sta rintanato (fumando MS, litigando col telefono, affrontando i problemi altrui) nelle due stanze che sono la segreteria di Libri nel Tempo, la mostra-mercato di Belgioioso (vicino Pavia) dove da otto anni si ritrovano i cosiddetti piccoli editori. Domandiamo: lei che ormai, questi piccoli editori, li conosce come le sue tasche; a uno che volesse cominciare, oggi, a far l'editore, che cosa consiglierebbe? La risposta è: un salto sulla sedia, un gesto con la mano sinistra a spazzare il tavolo, una battuta: "Gli direi di lasciar perdere!"

BRUME. Alle sette di domenica mattina la campagna intorno a Belgioioso è piena di nebbia. Incontrati in una passeggiata di circa 4 km: tre trattori dei quali uno con rimorchio carico di materiali edilizi; una corriera della Sgea; tre ciclisti in linea, tute multicolori, età media stimata sessantacinque; tre passeggiatori con bandoliere tipo ANAS, uno con la pipa, età media stimata settantacinque; un cagnolino color pane biscotto. L'umido entra dappertutto. Le file di alberi tra campo e campo che si intravedono appena nella nebbia sono bellissime.

CASTELLO. Il castello di Belgioioso è un vero castello: con la cinta muraria, il parco eccetera. Nel parco in mezzo all'erba una rana di pietra, piccola, perfetta; e poco più in là un budda, gigantesco, incongruo. Si accede al castello per il ponte levatoio. Dentro, dopo pochi minuti, l'illusione si disperde: una mostra mercato è una mostra mercato è una mostra mercato; nonostante i corridoi labirintico-cunicolari, le stanze decorate, le belle finestre e lo scalone. Ma perché proprio qui?, chiediamo ingenuamente a Spaini. "Perché il castello è nostro." E perché non ci fate un residence vip, un agriturismo super, una multimedial disco? "Ci piace fare quello che facciamo."

DEDIZIONE. Anna Grazia D'Oria e Piero Manni trasudano affetto per il loro lavoro. "Abbiamo cominciato nel 1984 con la rivista L'immaginazione. Avevamo sperimentato l'attività politica nel '68, e prima ancora; allora, sa, non pensavamo alla letteratura, pensavamo che la saggistica importasse, l'esigenza era cambiare lo stato delle cose. Poi con la rivista abbiamo osato, e abbiamo trovato subito amici: Romano Luperini, ad esempio, che ha insegnato tre anni da noi a Lecce, e ancora oggi dirige la collana La Scrittura e la Storia" (dove, tra parentesi, è pubblicato il fior fiore della ricerca letteraria italiana: Balestrini, Frixione, Giuliani, Loi, Pagliarani, Sanguineti...). "Poi Maria Corti, che attingendo al suo prezioso fondo manoscritti ci ha permesso di pubblicare importanti inediti di Comisso, Flaiano, Svevo..."

EMIGRAZIONE? E che cos'è oggi la letteratura? E' la continuazione dell'attività politica con altri mezzi? "A noi interessa la crescita culturale della gioventù. Anche per questo non abbiamo smesso di fare gli insegnanti. E ci interessa la crescita culturale e civile del sud; che non significa pubblicare gli scrittori del sud, magari degnissimi; significa confrontarsi, dalla provincia, con i grandi centri culturali; significa far crescere un'attività culturale libera da provincialismi." Tentazioni di emigrazione? Magari un ufficetto a Milano? "Sapesse... All'ufficetto a Milano ci stiamo anche pensando. Ce lo siamo detti tante volte: andiamo via di qui. Non ce ne andremo mai."

FUTURO. "Un paio d'anni fa Grazia Cherchi lanciò con un articolo nella Repubblica una specie di SOS per noi. Rispose l'editore più imprevedibile: Lupetti, che si occupa di pubblicità, comunicazione, media ecc.; ma ci siamo capiti facilmente, anche grazie a un itinerario politico comune. Lupetti aveva bisogno di diversificare, noi anche. Così abbiamo avviato una collana comune, di libri un po' strabici: un occhio alla qualità, un occhio al mercato." Risultati? "Discreti, c'è ancora molto da perfezionare. Ora ci ristruttureremo: diventeremo una SRL, avremo dei soci, riorganizzeremo la distribuzione, stiamo coordinando la grafica..." Indomabili. Pietro Manni editore, Lecce, via Braccio Martello 36, 0832-315929.

GALLERIA. Nasce dentro una galleria d'arte, gestita da Sante Avagliano, la casa editrice Avagliano di Cava dei Tirreni (Salerno). "Abbiamo cominciato lentamente", spiega Tommaso Avigliano, il figlio. "Nel 1982 abbiamo cominciato a fare delle edizioni di storia locale, nel 1984 abbiamo avviato una collana di saggistica universitaria. Passi prudenti. Con la prosa abbiamo cominciato nel 1993, una collana di libri di piccolo formato nella quale volevamo pubblicare quegli scrittori con i quali siamo cresciuti, che ci hanno accompagnati nella nostra vita." Opere minori o dimenticate, raccolte di scritti dispersi di Marotta, Sinisgalli, Gatto, Chiara, Carlo Levi, Buzzati, Bufalino... Un dichiarato amore per la bella e nitida scrittura.

INCONTRI. "Cominciammo con Il Miglio d'Oro, una collana che potremmo definire di memorialistica. Poi incontrammo Michele Prisco. Aveva visto un nostro libro, voleva recensirlo, ci contattò. Era l'incontro giusto, ne è nata una collaborazione durevole e la collana di narrativa: Il Melograno. Oggi ormai non siamo più galleristi e editori, ma editori e galleristi..." Resta però la passione di fare di ogni libro un oggetto d'arte. La collana Il Gheriglio raccoglie scritti brevi, stampati in quattro quartini sciolti su carta a mano di Amalfi, con tre o quattro disegni appositamente realizzati, raccolti in una cartellina. Prezzi moderatissimi: diecimila lire per un Fruttero & Lucentini illustrato da Renzo Biasion, dodicimila per un Eduardo De Filippo illustrato da Franco Rognoni. Avagliano editore, via Atenolfi 28, Cava dei Tirreni, 089-443824.

LIBERTÀ. Faccio quello che voglio, come voglio, quando voglio. Questa è la scelta di tutti questi piccoli, spesso minimi, editori. Come rivendica Alberto Castelvecchi: "Siamo noi che facciamo la ricerca. Noi produciamo idee, le grandi concentrazioni editoriali usano le nostre idee." Che si tratti di battere in breccia il nuovo, di conservare un patrimonio locale, di perseguire una ricerca con il massimo rigore: l'indipendenza non è nemmeno un atteggiamento etico, è un bisogno vitale. E ha il suo prezzo: la difficoltà di rendersi visibili, stare sul mercato, banalmente sopravvivere. "E si vede, quest'anno si vede davvero", dice Spaini, "un certo appiattimento. Forse una rinuncia. Tanti si lamentano: il mercato qui, la distribuzione là... Bisogna mettersi in testa che non si può investire solo sulla produzione dei libri, bisogna dal principio porsi, e sul serio, il problema di distribuirli, promuoverli e venderli. Questo è il salto da fare. Anche se si sente che questo non è esattamente il proprio mestiere."

MAHLER. Chi questi problemi non se li pone affatto è Alberto Casiraghi, alias Alberto Casiraghy, alias Pulcinoelefante (Osnago, Como; 039-58612). "Notte tempo / il vecchio portò suo figlio / sul monte dell'elefante / ma lo salvò il Pulcino / perché dovevano nascere / i librini di Alberto." Librini piccolissimi, otto pagine in tutto, testi di poche righe, un'illustrazione o collage o ready-made, stampati in diciannove o (eccezionalmente) in ventitré copie... Oggetti deliziosi, "ma questi non sono libri da leggere", dice un visitatore sudatissimo (l'umidità fa impressione) sbirciando i librini affastellati sul tavolo. "Al contrario", ribatte la moglie grassa in k-way fucsia. "Quando in un libro trovi tre parole in tutto, è la volta che le leggi davvero." Noi scegliamo un pensiero di Mahler: "Allénati alla bellezza." Molti, qui a Belgioioso, non saranno bravi a vendere o ad attirare i riflettori dei mezzi di comunicazione: ma alla bellezza sono allenatissimi. (in collaborazione con Avvenimenti)

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Ultime novità di narrativa: dai cataloghi dei piccoli e piccolissimi editori

"Noi abbiamo le idee, le grandi concentrazioni editoriali usano le nostre idee"

(Alberto Castelvecchi)

Le segnalazioni che diamo in queste schede sono ricavate per lo più dai cataloghi, da bollettini novità e da comunicati stampa delle case editrici; esse non vanno quindi confuse con giudizi di qualità. Accanto all'indirizzo completo dell'editore abbiamo indicato, ove possibile, anche il distributore: raccomandiamo, a chi volesse cercare questi libri in libreria, di prenderne nota. Così il lavoro del libraio sarà sveltito e facilitato.

EDIZIONI LA VITA FELICE, VIA PLINIO 20, 20129 MILANO, 02-295.246.00. DISTRIBUZIONE: MESSAGGERIE.

Alfredo De Dominicis, Draghi balene uomini e altri animali, pp. 192, L. 20.000. Senza spettacolarità, ma con tanta semplicità e la necessaria bravura, De Dominicis consegna al lettore quindici racconti, alcuni brevissimi, altri più lunghi, ma tutti intensamente intriganti e ben scritti. Bruno Brancher, Cuore di Bruno, pp. 160, L. 16.000. Una scelta dei migliori e più divertenti racconti di Brancher, già pubblicati su Cuore. Con l'inevitabile prefazione di Michele Serra. Dello stesso autore: Una bellissima storia d'amore, pp. 176, L. 20.000. Racconti e ballate della malavita, storie nostalgiche d'osteria, fantasie bizzarre di un indaffaratissimo perdigiorno. Malandrini, puttane, gatti randagi, gente cattiva, amori spezzati e ricordi familiari si mescolano in una narrazione insieme immediata, poetica e serissimamente comica.

Due libri anonimi dalla collana "Il libro ritrovato", dedicata alla riscoperta dei libri del Settecento: tra i più curiosi, più audaci, più imprevedibili che l'editoria abbia tramandato fino ad oggi. Lettere scritte da una donna di senno e di spirito per ammaestramento del suo amante, pp. 128, L. 16.000. Un gustoso affresco dei costumi settecenteschi. Al suo ingenuo corrispondente l'autrice racconta i più reconditi segreti del mondo femminile, svelandogli, con un pizzico di malizia e di cinismo, tutti i trucchi che il gentil sesso escogita per ingannare e irretire gli uomini. L'arte di sedurre gli uomini, pp. 256, L. 20.000. Consigli pratici: le vesti, le parole, gli atteggiamenti da ostentare, i luoghi più favorevoli agli incontri. Scritto con eleganza e garbo, in punta di penna, il libro è una gustosa e divertente guida ai costumi della Parigi settecentesca.

IBIS, VIA CRISPI 8, 22100 COMO, 031-269.263. DISTRIBUZIONE: MIDILIBRI.

Dall'Algeria: Moulud Mammeri, Scali, pp. 128, L. 20.000. Sei racconti che mostrano scene di vita quotidiana: alcuni incontri, sospesi tra realtà e fantasia, con personaggi comuni che si trasformano e acquistano una profondità nuova. Oscillando tra realismo e trasfigurazione mitica della vita, delineano il quadro di un mondo semplice e amaro, in uno stile lirico e autentico. Dall'India: Raja Rao, Kanthapura, pp. 282, L. 32.000. Il romanzo è ambientato nel villaggio di Kanthapura, nel sud dell'India, e racconta come le idee di Gandhi e la lotta per l'indipendenza sono state recepite in un piccolo villaggio radicato nella cultura tradizionale. Lo scontro tra le due culture, vecchia e nuova, è presentato attraverso due figure: Young Moorthy, sostenitore delle nuove idee, e la voce narrante, quella di una donna grande conoscitrice delle leggende e delle tradizioni locali.

AVAGLIANO EDITORE, VIA ATENOLFI 28, 84013 CAVA DEI TIRRENI (SALERNO), 089-44.38.24. DISTRIBUZIONE: DISTRIBUTORI LOCALI, PDE.

Gesualdo Bufalino, Il fiele ibleo, pp. 168, L. 19.000. Gli antichi celebravano la dolcezza del miele ibleo. Tornando a discorre della Sicilia e dell'amico Sciascia, che di essa è stato l'interprete più pungente, Gesualdo Bufalino (recentemente scomparso) rovescia l'antico motto, giovandosene per definire, dietro le lusinghe della luce mediterranea, le resistenze della tenebra e le multiple passioni della sua gente. Giuseppe Marotta, Poltrona scomoda (in corso di stampa). A cura di Gianni Amelio, e con una prefazione di Goffredo Fofi, il volume raccoglierà le più significative tra le innumerevoli recensioni cinematografiche che Marotta pubblicò nel Mattino di Napoli tra il 1952 e il 1963. Piero Chiara, Elogio del vino, cartella di quattro quartini in carta a mano di Amalfi, con quattro disegni di Franco Gentilini, L. 12.000. Da attento osservatore dei fatti umani e delle cose della vita, in questo godibilissimo testo Chiara canta le lodi del vino, miracolosa essenza che permise all'uomo di "trasformare l'ingestione di cibo in un rito e in una festa". Nella collana "Nuovi narratori", appena avviata, due esordi: Egle Palazzolo con Marta non è Maria, e Alberto Corbino con Manguste metropolitane.

LIETOCOLLELIBRI, CASELLA POSTALE N. 72, 22020 PARÈ (COMO). DISTRIBUZIONE: SOLO PER CORRISPONDENZA.

Questo minuscolo editore ha avviato, accanto a una collana di poesia, una curiosa collana di lettere. Non si tratta di epistolari, ma di lettere appositamente scritte. Tra queste: Alda Merini, Lettera ai figli e Lettera a Maurizio Costanzo; don Mazzi, Lettera alla solidarietà; Bice Garavelli, Lettera allo spazio più buio; Mario De Santis, Lettera alla notte. Nella collana di prosa: Antonella Anedda, Tre stazioni.

GIOVANNI TRANCHIDA EDITORE, VIA SPALATO 11/2, 20124 MILANO, 02-668.022.70. DISTRIBUZIONE: MESSAGGERIE.

Dal Canada: Joan Barfoot, Duetto a tre, pp. 365, L. 18.000. La nonna, la figlia, la nipote. Tre donne, tre esistenze diverse che si incontrano dando vita a un eterno conflitto generazionale. Un romanzo di grande maestria tecnica. Dagli Usa: Howard Buten, Quando avevo cinque anni mi sono ucciso, pp. 181, L. 16.000. Un romanzo sul primo amore, il tradimento e la crescita, narrato attraverso le parole di un bambino di otto anni. Un libro che vibra per la capacità di mettere a nudo lo strazio di un dolore che sfuma attraverso la memoria fantastica di una realtà che trasfigura il non-sense. Dalla Spagna: Rafael Arozarena, Mararìa, pp. 197, L. 24.000. Un romanzo che diventa la metafora dell'isola di Lanzarote, la cui bellezza ha sempre attratto gli uomini senza mai compensare i loro sforzi. E come l'isola è stata purificata dal fuoco dei suoi vulcani, Mararìa cercherà di distruggersi con il fuoco per mantenersi pura. Dalla Turchia: Yashar Kemal, Al di là della montagna, pp. 374, L. 30.000. La quotidiana lotta per la sopravvivenza e il potente immaginario popolare si fondono nelle vicende minime eppure eroiche delle "bocche nere" e delle "teste rosse". Con uno stile di scrittura scarno ed efficace Yashar Kemal narra l'avventuroso viaggio verso le piantagioni di Ali e della sua famiglia, tra coraggio e disperazione.

EDIZIONI LINT TRIESTE, VIA DI ROMAGNA 30, 34134 TRIESTE, 040-360.396.

Due novità su James Joyce. Un giallo biografico-letterario su una vicenda quasi ignota: è l'oggetto del libro Tutto è sciolto: l'amore triestino di Giacomo Joyce (pp. 144, L. 24.000) del giornalista Roberto Curci. Il volume indaga su una sommessa e ambigua vicenda d'amore che coinvolse lo scrittore irlandese in un periodo del suo soggiorno a Trieste, tra il 1912 e il 1915. Oggetto del desiderio, una delle tante allieve di buona famiglia alle quali Joyce impartiva lezioni private di inglese. La testimonianza di questo breve idillio sta in un poemetto in prosa, intitolato Giacomo Joyce, edito postumo (nel 1968). A quest'opera e alla figura di giovane donna che ne è protagonista Curci ha dedicato una capillare ricerca, scoprendo che l'identificazione proposta dalle storie ufficiali non regge a una severa analisi dei fatti, e proponendone (documentatissimamente) un'altra. Tutto è sciolto si configura così come un'inchiesta biografico-letteraria attorno a uno dei più grandi scrittori del secolo. Il nome di Joyce ritorna in un'altra novità della Lint, Il triestino James Joyce Francescoli (pp. 160, L. 24.000), prima opera tradotta in italiano del narratore equadoregno Guido Jalil. La prosa vulcanica di Jalil racconta la fuga di un triestino dall'Europa in guerra, che trova rifugio nei tropici latinoamericani: una sorta di approdo di Ulisse ricco di contaminazioni paradossali e divertite.

GUARALDI, VIA COVIGNANO 302, 47037 RIMINI. DISTRIBUZIONE: MONDADORI

Giuseppe Bella, Nostra casa degli inganni, pp. 221, L. 20.000. Una storia tra padre e figlio, tra il figlio e il fantasma del padre. Un libro che si gioca molto, se non tutto, sullo stile: a tratti barocco ed esuberante, a tratti spezzato e quasi volutamente sciatto, sempre visionario. Alessandro Zignani, La musica del mondo, pp. 207, L. 20.000. Non un vero e proprio romanzo, ma un divertissement sfrenato tra miti (Prometeo, Ganimede, Krisna, Psiche...), personaggi reali ma in qualche modo mitici (Casanova, Mesmer, Beethoven...) e bislacchi personaggi d'invenzione (Gregor il sopranista, Fernando il medium...). Un romanzo costruito in forma di fuga musicale, in cui si indagano le intime consonanze tra destino e felicità.

BOOK EDITORE, VIA DELLA CHIESA 49/B, 40013 CASTEL MAGGIORE (BOLOGNA), 051-714.720. DISTRIBUZIONE: PER EMILIA ROMAGNA E MARCHE, GOTTARDI, 051-634.27.01; PER TUTTE LE ALTRE REGIONI DIEST, 011-898.11.64.

Amanda Knering, Mia madre era una donna, pp. 144, L. 20.000. Un romanzo coraggioso, provocatorio e di forte attualità, che rappresenta un raro esempio di caparbia e indomita rivendicazione della dignità e della liberazione di una donna, nel racconto di un difficile e vissuto rapporto con la figlia. Lorenza Meletti, Appena un passacuore, pp. 144, L. 25.000. Nel tempo di un passacuore (un breve sonno sospeso fra coscienza e spaesamento) attraverso la memoria di un anziano saggio sfilano i personaggi di un intero paese sulle rive del Po. Un romanzo intenso e baciato dalla poesia, dove il teatro della memoria trova la sua più affascinante e suggestiva rappresentazione nel gioco sapiente delle parole.

ISTITUTO DI PROPAGANDA LIBRARIA, VIA MERCALLI 23, 20122 MILANO, 02-58.301.960. DISTRIBUZIONE: DEPOSITARI REGIONALI.

Giuseppe Strazzi, Via lunga, pp. 104, L. 15.000. Gianni, nauseato dalla vita in città, torna al paese natio, nella casa di famiglia, dalla madre. Torna nella sua vecchia camera. I ricordi, gli amici, le occasioni forse lasciate per strada. "Una meditazione sul destino dell'uomo, una storia ricca di stimoli" (A. Montonati, Famiglia cristiana). "Il bel libro di Strazzi ha soprattutto un pregio: a una scrittura sicura, equilibrata, scorrevole, che porta ad una lettura rapida si aggiunge, al termine del romanzo, il desiderio di ritornare sulle pagine per rileggerle e riflettere" (A. Troiano, Corriere della sera). Luca Della Bianca, Il Rosso di Santa Barbara, pp. 148, L. 16.000. Tormentato dall'affanno del male che domina nel mondo e dal timore del peccato, il giovane poeta Torquato è ospite di un conte che, in realtà, insieme allo spregiudicato fratello, vuole servirsene per i propri intrighi. Un giorno si ripara dal temporale nella casa di un pover uomo, al quale promette di aiutarlo a trovare la figlia scomparsa. E' il primo elemento di una fitta trama tessuta in modo beffardo e crudele da un destino irrazionale. Liberamente ispirato alla vita di Torquato Tasso.

EMPIRÌA, VIA BACCINA 79, 00184 ROMA, 06-699.40.850. DISTRIBUZIONE: MIDILIBRI.

Dalla collana di narrativa, diretta da Giorgio Patrizi, segnaliamo: Luciana Frezza, Il disegno, pp. 100, L. 18.000; Amelia Rosselli, Diario ottuso, con prefazione di Alfonso Berardinelli, pp. 60, L. 18.000. In preparazione: Lia Migale, In altro luogo; Vito Riviello, E arrivò il giorno della prassi; Giuliano Manacorda, La biblioteca del Grillo; Angelo Mainardi, In occasione della mia morte. Dalla collana di traduzioni: Joseph Roth: E la domestica?... giù dalle scale, raccolta di feuilleton a cura di Matilde de Pasquale, pp. 116, L. 20.000.

EDIS EDIZIONI CULTURALI, VIA CODAGLI 6, 25034 ORZINUOVI (BRESCIA), 030-994.001.4.

Dalla Cina: Feng Meng Long, Le mogli fatali, pp. 80, L. 15.000. Tratti dai San yan, una delle più importanti e popolari opere della letteratura cinese, questi due racconti sono pieni di di colpi di scena, crimini e personaggi che li avvicinano straordinariamente alle moderne storie d'azione. E sono sempre le mogli, in un grande gioco dell'errore e della menzogna, il pretesto narrativo da cui scaturiscono i fatti: ora drammatici e ora paradossali, ora pervasi di una tanto sottile quanto impietosa ironia. Pu Songling, Spiriti e volpi, pp. 80, L. 16.000. Il mondo del soprannaturale, che si manifesta sotto forma di accadimenti eccezionali, a volte insperati, oppure nelle sembianze di bellissime donne, invade la vita degli uomini modificandone il corso. In questo scenario "incredibile" si presentano donne-spirito che, con la loro sensualità, travolgono l'uomo in un turbine di passioni erotiche, fino a condurlo sull'orlo della rovina; e donne-volpi che lo guidano e segretamente lo aiutano nel suo cammino terreno. Sono questi i personaggi che popolano i racconti tratti dal capolavoro cinese Liao zhai zhi yi, in cui la novella breve raggiunge la più completa espressione.

Dall'Italia: Giorgio Mascitelli, Nel silenzio delle merci, pp. 96, 16.000. La ricerca di una tranquilla notte di piacere con le zozzone milanesi si trasforma in un'avventura imprevista per tre giovani provinciali, arrestati con l'accusa di aver abusato di una minorenne, Chiara Saibene, figlia del notaio Saibene, curiosa e irresponsabile ragazzina che non conosce le leggi delle convenienza. Da questo punto ha inizio la vicenda: dietro i destini dei protagonisti si dipanano i fili degli inganni sociali, dei nostri muti orrori quotidiani; ma il testo non rinuncia al tentativo, necessariamente rischioso, di andare oltre la semplice narrazione, di tentare una salvezza qui ed ora.

EDIZIONI VIGLONGO, VIA GENOVA 266, 10127 TORINO, 011-60.60.421. DISTRIBUZIONE: PER CORRISPONDENZA.

Per gli appassionati di Emilio Salgari. L'editore Viglongo, accanto a varie produzioni universitarie e testi in lingua e d'interesse piemontese, è l'editore che si è consacrato alla pubblicazione del Tutto Salgari. Nella nuova collana Salgari & Co. sta avviando una vera e propria edizione critica, riproducendo i testi nella loro versione originaria, quella pubblicata a puntate nei giornali. Alcuni titoli:

La Tigre della Malesia (pp. XXXVI-368, L. 34.000). Edizione originale apparsa in appendice sulla Nuova Arena di Verona nel 1883 e soltanto nel 1900, rimaneggiata e ridotta, pubblicata in volume col titolo Le tigri di Mompracem. Con illustrazioni e notizie biobibliografiche editoriali. Con un saggio dove Roberto Fioraso spiega i criteri del lavoro di confronto tra le varie stesure. Gli strangolatori del Gange (pp. LVI-232, L. 40.000). Versione originale dei Misteri della Jungla Nera, apparsa in appendice su Il Telefono di Livorno nel 1887. Con le 25 tavole di Pipein Gamba per la prima edizione in volume (Donath, 1895, già col titolo Misteri) e altre illustrazioni. Seguono due racconti: Le grandi cacce nelle Sunderbunds indiane e La spedizione degli elefanti nel Delta Gangetico. Con un saggio di Roberto Fioraso: Da Sandokan al Corsaro Nero: Salgari padre di eroi vinti e piangenti. E per passare al Salgari oggi meno ricordato: Le figlie dei Faraoni (pp. XLII-326, L. 34.000). Romanzo illustrato da Alberto Della Valle e Nico Rosso. Con ricca documentazione iconografica tratta da ebdomadari dell'Ottocento. Con un saggio di Cristiano Daglio su L'Egitto di Salgari, e una nota di Paola Pallottino. Le meraviglie del Duemila (pp. LVI-232, L. 38.000). Con i disegni originali di Carlo Chiostri e altre illustrazioni. Seguono i racconti: I drammi del mare, Alla conquista della luna e La stella filante. Con saggi di Felice Pozzo (Tanto valeva che non si fossero risvegliati dal loro sonno secolare), Pier Luigi Bassignana (Il futuro del passato) e Piero Gondolo della Riva (Verne e Salgari di fronte alle meraviglie del futuro).

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