Una terapia
geniale
Nel 1987 una malattia rara gli ha ucciso il figlio. Così Giuseppe
Baschirotto, professore vicentino, ha messo in piedi una associazione per la cura di quelle sindromi
ignorate o semi sconosciute dalla medicina ufficiale. Con una parola d'ordine: promuovere la ricerca genetica
per sconfiggere un domani quasi tutte le patologie che colpiscono l'uomo.
In
fondo è la storia dell' "Olio di Lorenzo": l'insistenza
dei genitori che trovano una cura per il figlio malato di una
sindrome rara, l'adrenoleucodistrofia. Così per il primo figlio quella coppia di
Padova sapeva che c'era poco da fare, era malato dalla nascita:
distrofia muscolare congenita da deficit di merosina, una di quelle
patologie rare dove i medici al massimo riescono ad allargare
le braccia prima di dire "non so niente". Ma quando
lei si era ritrovata incinta di nuovo, marito e moglie si erano
guardati in faccia: "Dobbiamo sapere prima se c'è
ancora la malattia". Così è cominciata la processione
dai medici. E la risposta era sempre la stessa: impossibile fare
la diagnosi prenatale, non esiste un sistema. Ma l'Associazione
malattie rare "Mauro Baschirotto" non ci ha creduto.
Visto che è nata proprio per questo: insistere. Così
ha convinto i genitori a non arrendersi. Finchè a Londra
qualcuno, per la prima volta al mondo, non ha provato a farla,
quella diagnosi. E alla fine si è presentato dalla coppia
padovana: "Ok, suo figlio è sano".
Un successo, per l'Associazione malattie rare
di Vicenza. E certo per il suo fondatore Giuseppe Baschirotto.
Che quelle sofferenze di genitore alle prese con patologie che
la medicina ignora o trascura le ha conosciute di persona. Quando
circa 10 anni fa ha perso il figlio Mauro, colpito da candidiasi cronica
mucocutanea, Baschirotto, ha vissuto tutta la trafila classica ospedali-medici-specialisti-viaggi
all'estero per scoprire che alla fine ne sapeva più lui
sulla malattia del figlio che i sanitari che consultava. Così
la decisione: mettere in piedi una struttura che stimoli la ricerca
e aiuti chi si trova a combattere patologie semi-sconosciute.
L'idea base comunque è una: promuovere
la ricerca, unica via per risolvere, un giorno, le malattie rare
(vedi sindrome di Lesch-Nyhan).
L'ultima scommessa dell'Associazione infatti è sulla terapia
genica: intervenire sui difetti genetici che sono alla base di
molte patologie, correggendo o sostituendo il frammento di Dna
alterato con uno sano. Insomma la prevenzione allo stato puro,
originale.
"Una battaglia dura - spiega Giuseppe
Baschirotto - Abbiamo contro le industrie farmaceutiche che temono
di perdere i loro profitti. E se per la ricerca si spende poco,
per queste malattie non si spende nulla". Allora? Allora
Baschirotto ha riunito attorno a se l'attenzione e la collaborazione
di famiglie, privati, banche ed enti. E negli ultimi anni è
riuscito a organizzare maratone di solidarietà, congressi
scientifici e borse di studio. "La terapia genica sarà
la terapia del futuro - continua Baschirotto - Oggi la medicina
è solo sintomatologica, non va alla causa. Noi vogliamo
intervenire sul gene, andare alla radice di molti mali. Per questo
nel '92 abbiamo promosso il 1. meeting europeo a Vicenza sulla
terapia genica. Poi siamo andati avanti, programmando ricerche
specifiche e coinvolgendo più persone possibile. Per esempio
sulla leucodistrofia metacromatica è in corso un'azione a livello
mondiale, per la prima volta si arriverà con geni risanati
al cervello. Quello che conta è che anche se queste terapie
sembrano limitate a pochi pazienti, l'esperienza accumulata servirà
a tutta la medicina". Intanto lo chiamano pazienti da tutta
Italia: "Hanno fatto anche loro il giro degli ospedali, noi
gli diamo informazioni. Anche quelle che raccogliamo con i nostri
concorsi per la ricerca".
Così avanti con le iniziative: programmi
tv, congressi scientifici, magliette firmate da personaggi dello
sport e dello spettacolo (Gelindo Bordin, Maurilio De Zolt, Barbara
Cola). Il 18 e 19 ottobre un workshop a Venezia sulle "Malattie
del motoneurone - atrofia muscolare spinale e sclerosi laterale
amiotrofica". Con specialisti da Francia, Canada, Svizzera,
Inghilterra e Italia. Per l'occasione i gondolieri veneziani hanno indossato
la maglietta "Io corro per la terapia genica", assieme
al presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan e al sindaco
di Venezia Massimo Cacciari. Poi Mara Venier sulla Rai. E il 22
dicembre a Genova la partita Sampdoria-Vicenza, con Fabio Fazio,
e anche lì maglietta per i giocatori.
Ma se apparire e farsi vedere in tv serve,
quello che conta è sempre lei, la ricerca. "La televisione
va bene, ma al di là del pietismo del momento, cosa resta?
- dice Baschirotto - Meglio cercare una cura. E per questo servono
le borse di studio, lo stimolo". Insomma la storia dell'Olio
di Lorenzo, al di là della tenacia di quei due genitori,
ha insegnato che è meglio lottare organizzati (tra l'altro
la famiglia Odone, che ha ispirato il film con Nick Nolte e Susan
Sarandon, è stata ospite di Baschirotto). Perché
se di malattie rare ce ne sono quasi 5 mila, di malati senza risposte,
come Lorenzo, nel mondo ce ne sono molti di più.
Alessandro Mognon
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