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Da «Guernica» di Carlo Lucarelli

[lucarell]Per gentile concessione pubblichiamo le pagine iniziali del romanzo di Carlo Lucarelli Guernica (Il Minotauro, pp. 105, L. 18.000). Carlo Lucarelli è nato a Parma nel 1960 e vive a Mondano in provincia di Bologna. Ha pubblicato diversi romanzi: Carta bianca, Sellerio 1990; L'estate torbida, Sellerio 1991; Falange armata, Granata Press 1992; Il giorno del lupo, Granata Press 1993; Indagine non autorizzata, Mondadori 1993; Vorrei essere il pilota di uno Zero (racconti), Moby Dick 1993; Lupo mannaro, Theoria 1995; Via delle Oche, Sellerio 1996. Ha scritto testi per il teatro e sceneggiature per fumetti.





MADRID, 10 APRILE 1937

¿Donde estan tu compañeros? ringhiava il coronel stringendogli forte le guance con i suoi artigli neri; ma al profesor, come a un pesce preso all'amo, usciva soltanto una bolla scura di saliva dalle labbra schiacciate e il coronel lo colpì sul volto con le dita magre chiuse a martello, finché dal naso non gli uscì uno schizzo di sangue rosso da comunista, caldo nella fredda notte di Madrid.

La casa era tutta muri, neri di ombre cupe, senza porte e senza tetto e guardando in alto si vedeva soltanto il cielo buio. Forse anche le stelle erano venute giù con le bombe degli stukas, il giorno prima

Accanto al braciere Pablo, il tagliagole dal volto butterato d'avvoltoio, figlio di un plotone del Tercio e di una puta di Bilbao, sorrideva, mezz'ubriaco e in un angolo, silenzioso, io guardavo. Ero stato io a portarli in quella casa a metà tra la Spagna rossa e quella nera e a fargli trovare el profesor con un colpo di mano da sicari. Un tedesco della Legione Condor, dagli occhi blu come un cielo di Baviera, alzò il mento a v verso di me, mostrando una tenaglia. Vuoi farlo te, italiano? chiese, ma il coronel scosse la testa, pulendosi gli artigli sulla giubba e disse: este no habla e poi matalo, Pablo e Pablo rise, sfilando il coltello dallo stivale. Lo avevo già visto, una volta, baciare la lama con le labbra insanguinate.

La muerte... cantò il coronel, le mani aperte sul braciere, la muerte... col pomo d'Adamo che saliva e scendeva rapido sul collo, magro, stretto dalle mostrine azzurre della Falange Cristo Rey, la muerte... ma poi si fermò, alzando i baffi sulle labbra tese.

Aveva un sesto senso il coronel.

¡Comunistas! soffiò un attimo prima dello sparo che gli attraversò la gola con uno schizzo di sangue nero da fascista fin sul muro sporco di fumo e io tirai a Pablo dietro un orecchio, mentre ombre rosse entravano, veloci, con il freddo della notte. Durò un secondo, forse due.

Miguel, l'anarchico, mi sorrise e si tolse il basco per stringermi la mano. Disse grazie a te abbiamo salvato el Profesor, amigo e io bada che siano tutti morti e indicai il tedesco che si muoveva ancora. Tranquilo, amigo disse Miguel, nessuno te va a traicionar ma io aspettai che avesse messo in tasca la pistola e solo allora gli strinsi anch'io la mano, irrigidito nell'abbraccio di Mira la diablita che mi premeva forte sulla guancia le sue labbra umide. Era così che a Valencia avevano ammazzato el comisario, con due coltellate nelle reni e le mani ancora strette sul suo culo sodo da gitana.

Miguel scosse la testa e disse ay, disse un giorno, quando todo sarà finito e l'ultimo prete sarà crocifisso sulla strada per Burgos, el hombre tornerà a fidarsi del hombre, amigo. Io feci , con la testa, sì sì e anche viva l'Anarchia!, col pugno chiuso.

Ma facevo il doppio gioco e li vendetti tutti ai franchisti, il giorno dopo.

BUONI LIBRI LETTI DA MOLTE PERSONE. Non so se Guernica sia davvero, come recita il risvolto di copertina, il capolavoro di Carlo Lucarelli; tuttavia è sicuramente un ottimo romanzo breve che si legge d'un fiato e colpisce l'immaginazione. La storia è questa: siamo in Spagna nel 1937, in piena guerra civile; un certo Filippo Stella, italiano, spia mercenaria e doppiogiochista, osa troppo e si fa scoprire. Il comando italiano, anziché fucilarlo, decide di usarlo per incarichi pericolosi. Gli viene affidato il capitano Degli Innocenti ("alto, biondo e con la faccia da coglione"), giunto in Spagna per riportare in Italia il corpo dell'amico tenente Vittorio Emmanuelli, ufficialmente ucciso in un assalto. Ma tra gli effetti personali del tenente si scopre un appunto di sua mano scarabocchiato sul bordo di un giornale con data successiva a quella della morte. Il corpo straziato è irriconoscibile. L'ingenuo, svagato e presuntuoso capitano Degli Innocenti e il prudente, cinico e pessimista Filippo Stella cominciano così a girare per la Spagna, come un don Chisciotte e un Sancio Panza, alla ricerca del tenente perduto; ne trovano tracce orribili e tremende, finché...

Lucarelli scrive benissimo. Coniuga sintassi ricca e velocità: "Il mio capitano era amico personale del conte Ciano, non capiva una parola di spagnolo, non aveva fatto un giorno di servizio attivo in tutta la sua vita militare e si era guadagnato le stelline giocando a tennis con il Duce ed era per ciò che io, esperto di vita, di guerra e di Spagna, dovevo fargli da attendente, badando di metterlo sano e salvo e presto sulla nave con la salma dell'amico compagno morto (colpito al petto dalla mitraglia)." Sfrutta espressivamente le inserzioni di spagnolo: "Aveva tredici anni, Maria Inmaculada, ma già ondeggiava nella gonna a fiori i fianchi larghi di una donna fatta e portava sotto agli occhi e ai lati della bocca i segni forti del tempo, della guerra e del suo sangue di gitana maledetta, negra, puta, sucia e perra." In qualche scena la velocità della narrazione arriva al virtuosismo puro: "Lo guardai e da come mi guardò guardarlo capii che aveva capito che avevo capito anch'io. Fui più veloce. Estrassi la mauser e gli sparai in un occhio." A Lucarelli piace dire che la letteratura popolare è "buoni libri letti da molte persone". I buoni libri ci sono (Lucarelli contribuisce a farne esistere), si aspettano le molte persone. (gm)


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Due poesie di Adrienne Rich

da North American Time, traduzione di Laura Pugno

Adrienne Rich è nata nel 1929. E' tra i maggiori poeti americani contemporanei. Il poemetto North American Time fu scritto nel 1983 e pubblicato nel 1986 in Your Native Land, Your Life: Poems. Il poemetto è tradotto integralmente da Laura Pugno nel n. 3/4 di Dàrsena, trimestrale di letteratura, ed. minimum fax, Roma. La redazione è in Piazza dell'Unità 24, 00192 Roma (vedi nelle SCHEDE). Laura Pugno è nata nel 1970 e abita a Roma.

III

Try sitting at a typewriter

one calm summer evening

at a table by a window

in the country, try pretending

your time does not exist

that you are simply you

that the imagination simply strays

like a great moth, unintentional

try telling yourself

you are not accountable

to the life of your tribe

the breath of your planet

V

Suppose you want to write

of a woman braiding

another woman's hair

straight down, or with beads and shells

in three-strand know the thickness

the lenght the pattern

why she decides to braid her hair

how it is done to her

what country it happens in

what else happens in that country

You have to know these things

III

Prova a sederti alla tua macchina da scrivere

una sera tranquilla d'estate

scrivania davanti alla finestra

in campagna, prova a far finta

che non esista il tuo tempo

di essere solo te stesso

che la tua immaginazione stia vagando

come una grande falena

prova a dirti

che non devi rispondere

alla tua tribù al tuo pianeta

V

Immagina di voler scrivere

di una donna che stia intrecciando

i capelli di un'altra donna

semplicemente, o con perle e conchiglie

in tre bande o in treccine sottili

dovrai conoscerne la lunghezza

lo spessore, perché se li intreccia

come le viene fatto e in che foggia

in che Paese accade

e che altro vi accade

sono cose che devi sapere


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Storie del cult, di Alberto Fassina

Da questo numero la sezione Letture ospiterà le Storie del cult scritte da Alberto Fassina. Alberto Fassina, nato nel 1978, abitante a Rubano (Pd), è un ragazzo cinefilo, altmanofilo, fellinofilo, carverofilo eccetera. Alcuni suoi racconti saranno pubblicati nell'antologia Coda che sarà prossimamente pubblicata dall'editore Transeuropa di Ancona. Le Storie del cult parleranno di oggetti, film, fumetti, immagini, personaggi non necessariamente belli o importanti, ma comunque oggetto di culto da parte di chi oggi è sotto i vent'anni. Il protagonista si chiama - non poteva non chiamarsi- Al Cultman. Si comincia con un manga. Buona lettura.

NOTTE CULT

Notte cult, praticamente quella notte.

Praticamente perché in quella notte il vecchio Al, Al per gli amici, e sempre per gli amici Al Cultman, in quella notte si era trovato davanti a due eventi di culto, anzi a due eventi di Cult che praticamente lo avrebbero agganciato per un bel po', per un bel po' di tempo.

Che quella notte si era ritrovato a casa a dormire con il Beo, e con il Coscia Lunga, cioè praticamente il meglio che Al potesse desiderare in quel periodo.

Il Beo e il Coscia Lunga, che dopo aver giocato per qualche decina di ore a paga la mossa PLUS, erano cascati in un sonno che solo il vecchio Al Cultman era riuscito a rompere inciampando nel filo della radiosveglia che andava a tutto volume visto che il vecchio Al l'aveva puntata alle quattro di mattina per registrare un film.

Film in questione, film causa di culto per il vecchio Al, e film causa di rottura di coglioni per il Beo e il Coscia Lunga.

Film in questione OTTO E MEZZO, che magari fosse stata l'ora in cui la sveglia era stata puntata, no film del maestro che Al Cultman non poteva perdersi visto che saranno stati anni che non passava in televisione, e le quattro di mattina per il vecchio Al Cultman non erano affatto un problema.

Ma la notte cult era ancora lunga e fu dopo aver acceso il videoregistratore per registrare OTTO E MEZZO, (direte voi perché non programmarlo il videoregistratore? Semplicemente perché il vecchio Al Cultman voleva che la videocassetta cominciasse con il film e non con mezzora di pubblicità a causa dei soliti ritardi, o meno probabile che il film non venisse tagliato a causa di qualche insolito anticipo) Al dunque torna in camera dai suoi compagni di camerata e accendendo la luce per evitare di inciampare un'altra volta, provoca imprecazioni dei due camerati che avevano cercato di riaddormentarsi, ma tra le imprecazioni e qualche tentativo di pugno qua e là nel vuoto Al si accorge che sul comodino dalla parte del Beo c'era, anzi per l'occasione dico vi era un cosiddetto fumetto, chiamato per chi più se ne intende manga.

Un cosiddetto fumetto chiamato VIDEO GIRL AI!

E lì sul comodino c'era quel volumetto, che così piccolo e carino attirava tutta l'attenzione su di se, tutta l'attenzione, altro che le parolacce dei due camerati, tutta l'attenzione era su quel volumetto, che Al, quella notte non sapeva che quel volumetto avrebbe avuto il potere di alzare il volume a tutti i suoi sentimenti, a tutti i suoi sentimenti che in un certo modo riguardavano, l'affetto, l'amicizia, la dolcezza, l'attesa.

E così visto che ormai la notte non prometteva niente altro che emozioni forti, anzi "sensazioni forti", con il manga in mano, il vecchio Cultman si diresse nella stanza affianco, nella stanza affianco per cominciare a fare la conoscenza di questa Video Girl.

Dopo la prima battuta: LE DISTANZE DEL CUORE

fa caldo vero?

il resto è storia.

Ed è storia tutto quello che Al Cultman e i suoi due camerati hanno tirato su su quel fumetto. Tutto quello che si sono inventati per saperne di più, per sapere di più riguardo la fine, riguardo quel certo Yota e Ai, Moemi e Takashi, e Nobuko e il Gocuraku.

E chiedevano, leggevano, si facevano procurare, materiale su materiale per sapere un qualcosa in più, per sapere qualcosa in più che non si riusciva ad avere per certo nelle pagine che uscivano regolarmente ogni mese.

Ed era duro aspettare un mese, per un'ora di felicità, per un'ora di tranquillità, di "lasciatemi in pace con i miei brividini e le mie lipotimie continue".

Cultman con la sua Video Girl tra le mani stava bene come quando una ragazza lo accarezzava, come quando una ragazza gli accarezzava la testa, le mani fra i capelli.

E Cultman con la sua Video Girl tra le mani si chiedeva come dei semplici disegni potessero suscitare, come dei semplici disegni potessero suscitare tutta l'emozione, tutta la compagnia, tutta l'agitazione che caratterizzava quella ora di culto ogni quasi primo mercoledì del mese.

Il vecchio Al, Al Cultman, sempre inteso, ci aveva anche pensato, ci aveva pensato e magari anche creduto che quei disegni non fossero un semplice fumetto, al c'era cascato in quello che poteva essere un magnifico tranello.

Perché Al, ve ne accorgerete anche voi, con queste fabbriche di emozioni che sono i film, i fumetti e i libri, il vecchio Al, con queste fabbriche ci sapeva fare.

Ci sapeva fare nel senso che sapeva che alle storie che qualcuno ti racconta c'è il rischio di crederci, di crederci ma anche di costruirci su qualcosa che va ben oltre la storia narrata, qualcosa che va ben oltre le magari umili aspettative del regista, dello scrittore o del disegnatore, qualcosa che va oltre.

Ed è per questo che certe cose si trasformano in oggetti di culto, ed è per questo che si cerca di esplorare il più possibile quello che si ha per le mani, o quello che si ha davanti agli occhi. Perché qualche piccola o grande risposta ci può veramente essere.

Qualche messaggio può veramente venir fuori, qualche frase già troppo sentita può spiccare ugualmente dallo sfondo di certe quotidiane banalità.

E Video Girl Ai, Video Girl "Cult" Ai cosa dava al vecchio Al, cosa cercava.

Il vecchio Al, Cultman, sempre inteso, con la Video Girl tra le mani cercava qualche riferimento, qualche indizio, che gli dicesse che a diciassette anni è normale provare tutta quella gelosia, che a diciassette anni è normale provare tutta quella nostalgia, tutta quella solitudine, tutta quella felicità per una mano nella mano, per un parola al telefono, per un sorriso tra i banchi.

Che a diciassette anni è normale provare tutta quella emozione

tutta quella emozione

quando quella Video Girl che hai per le mani non è solo carta

quando quella Video Girl che hai per le mani non è uscita da nessuna video casetta

quando quella Video Girl che hai per le mani è viva, reale

quando per le mani hai veramente una ragazza a cui voler bene

un vero amico a cui voler bene

qualcuno di speciale a cui voler bene.