I fondali della Secca di Ognina riservano ancora moltissime sorprese. Dopo ogni prospezione vengono scoperte nuove tracce di antichi naufragi, ma la loro individuazione è resa difficilissima dalla estrema frammentazione dei reperti. La bassa profondità della secca e le forti correnti li disperdono facilmente
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Nel periodo tra il 15 luglio e il 11 agosto si è svolta una campagna di prospezione archeologica subacquea sulla Secca di Ognina, a Siracusa. I lavori, autorizzati dalla Sovrintendenza ai Beni Archeologici di Siracusa, hanno visto all'opera i sommozzatori della DEGUWA (Deutsche Gesellschaft zur Förderung der Unterwasser archãologie e. V.) e del Club Sommozzatori Siracusa. Le due associazioni hanno infatti stilato un accordo di collaborazione mettendo in comune uomini, mezzi ed esperienze, in vista di lavori anche in altri cantieri subacquei. La DEGUWA infatti è stata l'unica associazione straniera ad ottenere una concessione di scavo. I fondali della Secca di Ognina vengono studiati da più di trent'anni, praticamente dall'inizio dell'attività subacquea, e ancora oggi riservano moltissime sorprese: dopo ogni prospezione vengono scoperte nuove tracce di antichi naufragi, ma la loro individuazione è resa difficilissima dalla estrema frammentazione dei reperti: infatti la bassa profondità della secca, le forti correnti, il moto ondoso che ha incessantemente battuto l'area hanno limitato i ritrovamenti a pochi e malandati frammenti di anfore, classificabili solo dopo una faticosa opera di identificazione delle tipologie e delle cronologie. I lavori di prospezione e di recupero sono stati svolti da giovani sommozzatori tedeschi, olandesi e italiani, gran parte dei quali studenti di archeologia: se a terra poteva anche presentarsi qualche problema di comunicazione, sott'acqua il linguaggio comune dei subacquei ha creato un affiatamento ed un cameratismo immediati!
Da un punto di vista strettamente subacqueo, la collaborazione
di sommozzatori di diversi paesi è la cosa più importante
della campagna di Ognina '96. Sia la FIPSAS (Federazione Italiana
Pesca Sportiva ed Attività Subacquee) che la VDST e. V.
(Verein Deutscher Sporttaucher e. V.) fanno infatti parte della
CMAS, che da sempre promuove l'attività subacquea anche
sotto l'aspetto della ricerca scientifica. Il responsabile della
Commissione FIPSAS per l'Archeologia Subacquea, Amedeo Anedda,
ha considerato l'operazione come il primo successo del Centro
Nazionale per l'Archeologia Subacquea della FIPSAS, della cui
fondazione il Club Sommozzatori Siracusa è stato investito
nello scorso settembre: "Dopo questa esperienza si pone l'esigenza
di praticare l'attività di ricerca archeologica anche in
collaborazione con le Federazioni Subacquee straniere, naturalmente
in accordo con le autorità preposte, e non è escluso
che il Centro di Siracusa possa quanto prima essere candidato
come Centro Internazionale."
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